Il parterre degli Europei di atletica leggera che si terranno all’Olimpico di Roma (e fra le strade che sono state di Abebe Bikila per marcia e maratona) si immaginava meno glamour di quello che invece sarà. Dal 7 al 12 giugno gareggeranno ben 1.559 atleti di 48 paesi diversi e la qualità non manca. Ci saranno ben 13 campioni olimpici di Tokyo 2020/21 e 9 campioni mondiali in carica, oltre a un nutrito gruppo di grandi protagonisti dell’atletica leggera mondiale. Fino a pochi mesi fa si immaginava un Europeo a scartamento ridotto perché troppo a ridosso delle Olimpiadi di Parigi e invece, quasi tutti, hanno scelto Roma per testarsi e testare gli avversari anche in vista della sfida olimpica.
Jacobs e Tamberi in gara, aspettando Parigi
L’Italia fa la parte del leone con 116 atlete e atleti, un record che si merita perché, quella attuale, è la migliore squadra di atletica leggera nella storia del tricolore.
Il primo nome della lista non può che essere quello di Marcell Jacobs, atteso a una prova importante prima della gara di Parigi in cui cercherà di bissare l’oro di Tokyo. Dopo aver lavorato con Rana Reider, il suo nuovo coach in America, il Jacobs che abbiamo visto nelle prime uscite stagionali è altalenante. Jacobs non ha ancora fatto un tempo sotto i 10 secondi nei 100 metri mentre i suoi rivali stanno cominciando ad innestare marce sempre più alte. Se vorrà davvero replicare il suo successo a cinque cerchi, dovrà prima cercare di ripetere il suo oro europeo e, nello stesso momento, scendere sotto la barriera anche psicologica dei 10 secondi.
L’altro oro giapponese che scenderà in pista è Gianmarco Tamberi, il quale invece ha scelto una strategia più conservativa. Poche gare fino a questo momento, lunghe fasi di allenamento e focus specifico sui due obiettivi stagionali. Se il grande sfidante olimpico sarà ancora una volta il qatarino Barshim e in Europa (al netto dei russi non presenti) sarà un osso duro solo il tedesco Tobias Potye, è quasi certo come la spinta dell’Olimpico saprà dare le giuste motivazioni al campione di per tornare in vetta.
La marcia punta su Antonella Palmisano
Un infortunio assurdo (una bottiglietta sotto il piede mentre marciava) priva questi Europei di Massimo Stano, mentre l’altro oro olimpico italiano nella marcia, Antonella Palmisano, sarà presente nella 20km con l’obiettivo, prima di ogni cosa, di non sentire più i fastidi che gli infortuni di questi due anni ancora gli procurano. Se la forma sarà buona, poi la tecnica eccelsa della Palmisano saprà fare il resto.
La specialità del salto in lungo
Ma non di soli ori olimpici vive l’atletica italiana. A sfidare il campione Tentoglu nel salto in lungo ci sarà infatti Mattia Furlani, incredibile talento, classe 2005, che ha da poco stabilito il record del mondo under 20 con l’8.36 di Savona. Sarà una sfida stellare in cui l’atleta di Marino prenderà le misure per cercare di rifilare al greco un brutto scherzo a Parigi. Sempre nel salto in lungo poi, un’altra giovanissima atleta, Larissa Iapichino, ha settato in alto le sue aspettative nell’ultima uscita: con un gran salto a 6.86 realizzato a Palermo, la figlia di Fiona May è salita al terzo posto delle liste europee, superata solo dalle due tedesche Mihambo e Assani. Una prima medaglia outdoor tra i senior sarebbe davvero una spinta fortissima.
Il talento italiano: una diffusione mai vista
Sempre nel forte contingente femminile che l’Italia porterà a Roma, spicca anche Zaynab Dosso, che ha avuto il miglior avvio di stagione possibile. In tre mesi ha ritoccato il record italiano di 60 e 100 metri e ha vinto un bronzo ai Mondiali indoor di Glasgow. Le avversarie sono davvero forti (Neita e Asher-Smith ne sono un esempio), ma Zaynab potrebbe sorprendere.
Altro inizio di stagione notevole è stato quello di Leonardo Fabbri, che ha tolto ad Andrei il record italiano nel getto del peso (22,95, record cancellato dopo 37 anni) e sembrerebbe avere come avversari credibili solo gli americani.
Insieme agli atleti citati che rappresentano le punte di diamante del movimento, l’atletica italiana schiera una squadra con una diffusione di talento mai vista. Come perdersi la gare di Filippo Tortu sui 200 metri, Catalin Tucuceanu sugli 800, Pietro Arese sui 1500 (fresco detentore del record italiano con 3’32″13, che va a cancellare il 3’32″78 di Gennaro Di Napoli del 1990), Yeman Crippa nella mezza maratona, Lorenzo Simonelli, ultimo grande astro sui 110hs e Alessandro Sibilio sui 400hs.
Tra le donne non si può non citare Nadia Batocletti (sui 5000), Ayomide Folorunso sui 400hs, Daisy Osakue nel lancio del disco e Sara Fantini nel lancio del martello. E la lista potrebbe continuare. Segnale incredibile di benessere dell’atletica italiana.