Libri e Arte

Ioulita Iliopoulou, undici luoghi della memoria (traduzione di Chiara Catapano)

Le poesie della poetessa greca Ioulita Iliopoulou che qui presento sono tratte dalla raccolta 11 Luoghi per 1 Estate. Il libro è scandito in 11 capitoli, in ognuno dei quali pare che Iliopoulou abbia raccolto dalla terra, dalla luce, dalle acque i semi dei vari paesaggi incontrati realmente e nella sua anima: i semi delle loro qualità, per renderli parola. E i luoghi attraversati in parola sono qui un distillato di memoria, un movimento di ritorno mentre il piede (sì, anche quello “metrico”) incede nel ritmo del paesaggio. Doppio movimento dunque, avanzare e ritornare, muoversi inversamente nello spazio-tempo per riportare alla luce una memoria più antica del semplice ricordare: il cosmo allora si ri-crea, ri-agisce se stesso, e si ri-congiunge a quello di fuori intensificato.

C’è una nota che desidero aggiungere, fondamentale a mio avviso, per comprendere meglio questi passaggi: la radice di “vedere/apparire” e “suono/voce”, in greco, è la stessa: φν/fn. Due consonanti, viaggiando nei secoli, sono giunte qui e ora e ancora sono in viaggio, filo invisibile, filo vibrante di suono e luce.

C. C.

***

Una stanza enorme, senza tetto
Con muri immacolati
E sopra dipinte le voci degli angeli

Si chiudono e s’aprono fiori di carta velina
Alucce azzurre e incomprensibili figure
D’una grafia che non lessero
Se non dentro il loro bacio un tempo gli innamorati
Sonnambulando lenti l’uno dentro i sogni
Dell’altro.

L’ISOLA CON GLI ULIVETI

I

Soffia
E lenti a uno a uno si srotolano i pini

Ciuffi ciuffi vento argentato
Ovunque…

Gli uliveti del mare
E piccoli ma innumeri pontili di legno
Con le voci minute dei bimbi
Salendo a rovescio come i fiori

In una lontana come la spiaggia rimembranza
Ritornano.

II

Matita rossa
Versata nell’acqua
E le pietre a trattenere
I sogni degli uomini.
Ovunque.

III

LA CASA CON I DIPINTI

Mulattiere fino al castello
Fin sopra i tetti, oltre il vento
Fino in profondità dentro la rosa come un sole
Che fugge
E svuota la casa
Voci secolari – silenziosamente – movenze rimaste da allora
A dipingere ora i muri:

Mare circolare
La scala con la barca che s’accosta
Un ritaglio di fumaiolo, tre donne
Dritte a filare – nel loro sonno – le fiabe

E foglie intorno al soffitto
Dalle finestre aperte mulinando foglie
Foglie fino a terra, fin dentro le tre piccole lancette
Dell’orologio, foglie
D’una verità che ha sollevato bacio dopo bacio
Fino agli occhi la sua lacrima
Poco prima che smorzasse ancora la luce
E m’aprissi nella stanza vuota il tuo abbraccio.

IV

I tetti raccoglievano pioggia tutto l’inverno
E ora con un unico bicchiere
Spargono sillabe piccine come ciottoli
Perché inceda – suoi tuoi passi – l’estate
Dalle mie mani beva un po’ d’acqua anche stasera
L’amore.

V

IL MERCATO AGOSTANO

Luci
Policrome e addossate l’una
Accanto all’altra
Risalendo lontano
Un mercato nascosto tra i glicini.

Passanti diffondono sorrisi
Al posto del buona sera
E altri offrono
Barchette cariche di perline di vetro
Bamboline di terracotta che rispondono tutte al nome di Anna
Piccoli coni di gelato merlettati
Lune di zinco con pesci addormentati
Bottiglie con l’acqua dorata dell’antica fonte
Sale del mare vicino
E copriletti rossi e improvvise finestre
Sgorganti nell’azzurro

Fumi… da un vaso che incensa
Anni e anni da solo, fuori la casa oscura
I grandi silenzi di questo amore
Le policrome luci d’agosto.

VI

Ritagliato da forbici
Di carta dorata – di notte – il castello
E le piccole lucciole
Sillabando musica
Mio Re
Parole; parole… insolite…
Che andrai dimenticando…
Ma ricordi…

VII

Parole appena nate come Permachò e Schilos
Parole, battenti, begonie rosse
Un’enorme mezza caraffa che fischia vento
E lente a srotolarsi pietre sparse fin dentro al mare
Fin dentro al sonno soffiando gli alberi
Fiorellini che schiudono i petali in una risata
E vegliano finché albeggiano – fiabe:

“C’era una volta quest’isola
Che visse solo un pomeriggio. Come
Per sempre”.

***

Neve azzurra dell’estate
Quando inaspettatamente pronunciasti il mio nome
E da allora seguo
Della mappa le linee sottili
Sulla pelle
Che s’estendono tanto
Quanto s’allontana
Il luogo di cui mai a me facesti voto
… d’esistenza!

LA CITTÀ DEGLI OROLOGI

I

Accuratamente
Metti la carica alla città
E un tic-tac segue il fiume
I ponti, in alto il soffio degli alberi
Il tram, il teatro buio
Le vetrate istoriate della chiesa
L’odeon, l’adiacente cortile
Le aiuole, gli sguardi
Le scatole dei cioccolatini
Le scarpe rosse, la sottile
La sottile pioggia nella casa della bambola
Accuratamente
Sulle tue labbra
Il “sì” e il “sempre”.

***

Iulita Iliopulu, poetessa greca nata nel 1965, ha studiato Letteratura bizantina e neogreca all’Università di Atene e teatro alla Scuola d’arte drammatica dell’Accademia di Atene. Scrive poesie, saggi e fiabe per bambini. Suoi componimenti sono tradotti in inglese, francese, spagnolo, italiano in antologie e riviste letterarie. Autrice di otto raccolte poetiche, ha tradotto In difesa della poesia di Percy B. Shelley e ha scritto diversi saggi e uno studio critico sulla poesia del Premio Nobel Odisseas Elitis. Si è occupata dell’opera del poeta anche con numerose conferenze e letture di suoi versi in Grecia e all’estero, oltre a curare l’edizione di molti suoi libri.