Televisione

La serie tv su Gesù da 12 milioni di follower sui social e 200 mila spettatori arriva al cinema: quando vedere The Chosen

Dopo 4 anni di lavoro indefesso e di successo, The Chosen ha una fan base composta da milioni di persone in tutto il mondo. Il fenomeno di successo della serialità cristiano-cattolica è quindi servito

di Davide Turrini
La serie tv su Gesù da 12 milioni di follower sui social e 200 mila spettatori arriva al cinema: quando vedere The Chosen

Inutile girarci attorno. The Chosen, la serie su Gesù Cristo che sta macinando da diversi anni record di spettatori e finanziamenti indipendenti, non solo è un “miracolo” produttivo tutto da studiare (ne parliamo più avanti) ma è anche una serie piuttosto godibile. Peraltro dal 14 al 18 giugno 2024 nelle sale cinematografiche UCI il primo e il secondo episodio della quarta stagione verranno proiettati in anteprima rispetto alla messa in onda online. Insomma, il fenomeno seriale del web The Chosen mette becco, con diversi sold out, anche nei vuoti cinema italiani con potere alquanto taumaturgico.

Del resto, vedendo questi due episodi in anteprima, si scorge un lavoro da parte dell’ideatore, sceneggiatore e regista Dallas Jenkins, di notevole impatto tecnico nonché di un’impostazione di scrittura che raccoglie appieno le opportunità di diramazioni narrative, con articolate sottotrame e una densa stratificazione sia psicologica dei singoli personaggi che storica d’insieme, su quei celebri decenni che secondo la religione cristiano-cattolica rivoluzionarono il mondo. Insomma persone di poca, o molta, o nessuna fede, The Chosen e comunque funziona, gira in maniera fluida, per certi versi può perfino appassionare.

Essendo alla quarta stagione siamo già al Gesù (Jonathan Roumie) 33enne, o giù di lì, sulla strade della predicazione (il set è quello del Texas, e un po’ francamente si intuisce) attorniato da una miscellanea di discepoli (ci sono anche donne). Ma attenzione, e forse questo è il punto centrale della forza della serie, le gesta del protagonista e del suo coro vengono continuamente intervallate dal robusto cóte narrativo degli occupanti romani come del sinedrio e spazi affini ebraici. The Chosen è un magma politico molto coeso e sentito che vuole imporre una distinzione tra ribellione individuale (anche se unta dal Signore) e lo status quo sociale di un Medio Oriente in ebollizione.

Il primo episodio della quarta serie, oltretutto, è incentrato sull’episodio di Salomè, di Erode e di San Giovanni Battista che si prende uno spazio quantitativo tale da lasciare all’arrembaggio di Gesù un esiguo minutaggio. Il sacrificio di San Giovanni Battista viene poi raccontato attraverso articolati flashback sul suo (miracoloso) concepimento e la sua nascita. Del resto l’operazione The Chosen non ha nulla a che fare con l’idea del classico film sul personaggio storico di Gesù che nei decenni è stato sballottato tra differenti riletture e agiografie del singolo carattere celebre tra cui la vitale pars destruens de L’ultima tentazione di Cristo di Scorsese e la sanguinolenta pars construens di The Passion di Mel Gibson. Jenkins&Co. sono persone, prima che artisti, di conclamata fede cristiana (si racconta che la serie piaccia molto anche al pubblico mormone) e la loro operazione poetica e drammaturgica dà per assodato che ai Vangeli non vada né tolto né aggiunto nulla, se non diversi ghirigori discorsivi che trasudano concetti fin troppo contemporanei (questo il lato più debole dell’operazione).

Pensate che si tratta di un progetto seriale nato totalmente dal basso negli Stati Uniti con un crowdfunding nel 2019 che in pochissimo tempo ha racimolato quasi 100 milioni di dollari di versamenti privati per sviluppare quindi almeno quattro stagioni. Ad oggi le prime tre stagioni hanno raccolto oltre 200 milioni di spettatori, oltre 770 milioni di visualizzazioni degli episodi e oltre 12 milioni di follower sui social media. Altro dato davvero distributivamente anticonformista è che prima ancora di sbarcare su Netflix, The Chosen si poteva e si può guardare gratuitamente sul sito della produzione e scaricando l’app.

Ad oggi le visualizzazioni in tempo reale, ovviamente in costante e continuo aumento, sono 157.000.000 con 9.703.851 i download dell’app. In Italia, il paese europeo continentale con il maggior numero di download dell’app, mette a referto una stima di 3 milioni di visualizzazioni per gli episodi delle prime tre stagioni. Jenkins non è un signore sbucato dal nulla. Il suo approccio “religioso” al cinema l’aveva dato dirigendo nel 2017 per il produttore di Get Out, Jason Blum, la commedia romantica The resurrection of Gavin Stone (c’è un Gesù su un palco teatrale anche lì). Film che ottiene un buon diciottesimo posto al box office americano ma la fortuna non sembra girare come dovrebbe, tanto che Jenkins, figlio di uno scrittore di romanzi apocalittici da decine di milioni di copie vendute, comincia a porsi la domanda cruciale: “Ricordo che abbastanza presto ho pensato che se crediamo che la fede sia rilevante nella cultura, allora cosa ci impedisce di fare cose come fanno gli altri a Hollywood che hanno il proprio messaggio? I migliori registi partono da qualcosa di personale e allora io ho pensato: cosa c’è di sbagliato se ho la mia voce?”.

Oggi dopo 4 anni di lavoro indefesso e di successo, The Chosen ha una fan base composta da milioni di persone in tutto il mondo. Il fenomeno di successo della serialità cristiano-cattolica è quindi servito. Poi certo, il “tema” è facile e popolare dalla notte dei tempi. Ma raccontarlo nuovamente per immagini con una certa classe aiuta probabilmente anche a penetrare nel binge watching più ateo e agnostico. Un click gratuito e guadagni il paradiso del divano.

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