Niente accordo. Dopo 20 giorni di trattativa seguita all’avvio della procedura di licenziamento collettivo di sette poligrafici l’Agenzia Dire ha comunicato alle sigle sindacali che non intende dare seguito all’accordo che si era raggiunto. Lo denunciano, in una nota, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil di Roma e del Lazio. L’azienda, spiegano i sindacati, ha detto “di non essere nelle condizioni di erogare alcuna somma a causa del fermo amministrativo”.

L’agenzia Dire “è tristemente ormai nota – ricordano le sigle sindacali – per vicende che hanno visto i grafici e i giornalisti subire atteggiamenti vessatori, licenziamenti illegittimi, ammortizzatori sociali con un fortissimo impatto economico sulle retribuzioni e anche condotta antisindacale. Nonostante questo pregresso a tinte molto fosche, per il bene di tutti i dipendenti coinvolti le organizzazioni sindacali hanno iniziato fin da subito un confronto per cercare un accordo che potesse tutelare le persone nell’affrontare un momento drammatico come il licenziamento”. Come spiegano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, dopo circa 20 giorni di trattative era stato definito un accordo, prevedendo “come unico criterio di uscita la non opposizione e un incentivo all’esodo“. Ma l’azienda, alla fine, ha fatto dietrofront comunicando di non essere nelle condizioni di pagare.

“Improvvisamente l’azienda si accorge – sottolineano i sindacati – di non poter procedere ai pagamenti per mancanza di liquidità dando motivazioni molto superficiali e poco comprensibili. Appare non credibile che l’azienda non abbia fatto alcuna verifica, prima dell’avvio della procedura di licenziamento, su quali strumenti adottare. Non vogliamo credere di trovarci in presenza di una dirigenza non all’altezza del ruolo che riveste”. I sindacati così annunciano che andranno fino in fondo cercando anche “di capire tante e troppe contraddizioni nelle stesse comunicazioni relative al numero effettivo degli esuberi previsti per il settore grafico. Dopo 2 anni e mezzo di ammortizzatori sociali, l’uscita di 8 lavoratori, alcuni part-time, altre dimissioni, non comprendiamo come non si sia riusciti a ridurre il numero degli esuberi. Vogliamo capire quali siano effettivamente le condizioni economiche dell’azienda. Denunceremo in ogni luogo istituzionale l’atteggiamento assunto dalla Dire a partire dall’incontro in Regione Lazio”, concludono Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.

Interviene con una nota anche la Federazione nazionale della stampa italiana: “Il senso di responsabilità delle organizzazioni sindacali, sia dei giornalisti sia dei poligrafici – si legge nella nota – non serve con l’editore della Dire, Stefano Valore che ha annunciato di voler procedere al licenziamento di sette poligrafici adducendo come motivazione debiti nei confronti della pubblica amministrazione. Ricordiamo all’editore che la Dire è sostenuta (come tutte le altre agenzie) dal denaro pubblico ed è immorale che venga investito in un’azienda che distrugge posti di lavoro”. La Fnsi si rivolge così al sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, chiedendo “di accendere l’ennesimo faro sulla situazione della Dire”.

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