Semplicemente non c’è stato niente da fare. Si ferma in finale il sogno di Jasmine Paolini in questo Roland Garros. L’azzurra non riesce nell’impresa di superare la numero 1 del mondo Iga Swiatek e cede con il netto punteggio di 6-2 6-1. Troppo forte la polacca per la toscana, soprattutto su questa superficie. Paolini si consola con la conquista della top 10 mondiale e con la soddisfazione di aver riportato una tennista italiana fino all’ultimo atto parigino dodici anni dopo Sara Errani. Un torneo memorabile che potrebbe diventare ancora indimenticabile. In palio infatti, domenica 9 giugno, c’è il titolo di doppio femminile insieme proprio a Errani. Swiatek con questo trionfo si conferma dominatrice a Parigi, nonché padrona del tennis femminile. Per lei si tratta del quarto trionfo al Roland Garros, il terzo consecutivo, il quinto Slam della carriera. Nella speciale classifica del torneo parigino sono agganciate la statunitense Helen Wills Moody e la belga Justine Henin.

Il dispiace per non essere riuscita a centrare un risultato storico, viene messo da parte di fronte all’orgoglio per un traguardo insospettabile alla vigilia di questo torneo, arrivato con grandissimo meritato e dopo aver superato importanti ostacoli lungo il cammino. È vero, Paolini ha evitato Aryna Sabalenka in semifinale, ma ha dovuto comunque fronteggiare la 17enne Mirra Andreeva (stella del futuro del tennis femminile), oltre alle pressioni per un appuntamento così importante con i gradi di favorita. Prima della giovane russa, l’azzurra era stata capace di eliminare Elena Rybakina, la numero 4 del mondo e campionessa di Wimbledon nel 2022. Insomma, non una qualsiasi, ma una delle quattro giocatrici che stanno prendendo possesso del circuito Wta. Senza contare poi la vittoria al terzo turno contro una ritrovata Bianca Andreescu. Tennista che senza gli infortuni sarebbe stabilmente in top 10. Questa finale insomma non è qualcosa di casuale, ma è il risultato di una crescita costante iniziata un anno fa, sia nel gioco che, soprattutto, nella mentalità.

I timori e le insicurezze verso le prime della classifica sono ormai dietro alle spalle. Paolini potrà partire sfavorita contro le top 4, ma non più battuta. Un nuovo status che fa bene non solo a lei, ma a tutto il tennis femminile italiano, che adesso ha trovato quella guida di cui aveva bisogno per risollevarsi. Dopo la finale alla Billie Jean King Cup di fine 2023 e il successo della stessa Paolini al Wta 1000 di Dubai, c’era bisogno di un grande risultato Slam per scuotere definitivamente il movimento. E a questo ha contribuito anche l’ottavo di finale parigino conquistato da Elisabetta Cocciaretto.

I 1200 punti raccolti a Parigi dalla Paolini si aggiungono ai 180 messi insieme con gli ottavi di finale agli Australian Open e, in particolare, ai 1000 conquistati vincendo il Wta 1000 di Dubai nel febbraio scorso. Ormai l’obiettivo non può più essere nascosto: le Wta Finals di fine stagione. Un torneo che non viene disputato da un’italiana da Flavia Pennetta nel 2015. Attualmente la Paolini è quinta nella Race, mentre è settima nel ranking. E la scalata potrebbe non essere ancora terminata. Tra meno di un mese infatti inizia Wimbledon. L’appuntamento da cui è partita questa nuova carriera di Paolini. La sconfitta al primo turno di un anno fa contro Petra Kvitova – specialista sull’erba nonché due volte campionessa ai Championships – è stato il primo tassello che ha fatto capire all’azzurra di potersela giocare anche contro le migliori del mondo. Quest’anno arriverà a Londra da numero 7 della classifica, con un tabellone quindi che dovrebbe essere inizialmente più agevole, all’apice della condizione psico-fisica dopo questa finale al Roland Garros. Immaginare un altro exploit (non per forza un’altra finale Slam) non è qualcosa di così ardito.

Il primo set: un ottimo inizio non basta – L’azzurra inizia con personalità, sentendo molto bene la palla sia con il diritto che con il rovescio, ma le difficoltà arrivano comunque immediate. Primo turno di servizio, da 40-0 si arriva a palla break Swiatek. Un nastro fortunoso aiuta la Paolini, prima di due errori della polacca. Una situazione che si capovolge subito dopo. Sono due le occasioni per l’azzurra. Basta la prima, con un altro errore della numero 1 del mondo: 2-1. Il campanello d’allarme suona nella testa della Swiatek_ così arriva il contro-break a zero con una risposta vincente di rovescio. L’azzurra prova a spingere ma la rivale si muove troppo bene sul campo e lentamente si prende l’inerzia della sfida. Un doppio fallo della Paolini vale un altro break e il 4-2, una risposta nei piedi dell’azzurra l’intero set: 6-2 Swiatek.

Il secondo set: il dominio della numero 1 del mondo – Swiatek inizia tenendo alto il ritmo e la qualità del gioco, così da rompere subito l’equilibrio. Paolini salva due palle break, ma non la terza. L’azzurra strappa il diritto, che finisce larghissimo. Ormai la numero 1 del mondo è in totale controllo del match, superiore in ogni fase di gioco. Paolini ci prova, stringe i denti, ma questo non le evita altri problemi al servizio. E una risposta di rovescio in diagonale vale un altro allungo della polacca. La finale ormai è segnata, l’esito scontato. Il grande diritto che vale il 5-1 è solo l’ultimo sussulto d’orgoglio di Paolini. Un punto che anticipa il servizio vincente con cui Swiatek chiude il torneo: 6-1.

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