Salvini svela il suo Piano casa: stiamo per assistere a un nuovo sacco delle città
Il ministro Salvini svela il suo presunto “Piano casa”, ma lo fa non da ministro – presentando cioè un suo disegno di legge vagliato e approvato in Consiglio dei Ministri. Lo fa presentandolo lui in conferenza stampa tra gli emendamenti della Lega al suo provvedimento cosiddetto Salva Casa. Questo in Italia sembra normale.
Vediamo quale sarebbe questo emendamento, inserito tra quelli illustrati dal ministro Salvini, che dovrebbe “rafforzare le semplificazioni del decreto-legge nel settore dell’edilizia privata, ma anche di promuovere un nuovo paradigma delle politiche abitative come risposta efficace ai bisogni della persona e della famiglia”.
Ecco la sua proposta di “Piano Casa Italia”. La specifica della nazione serviva, perché magari si allarmavano in Europa. L’emendamento illustrato da Salvini intende affidare al ministero delle Infrastrutture, ovvero a se stesso, il compito di adottare un Piano nazionale volto a fornire risposte concrete al disagio abitativo tramite il riordino e la sperimentazione di “modelli innovativi” di edilizia residenziale e sociale. Salvini dimentica o fa finta di non sapere che tra le deleghe ha proprio le politiche abitative.
Questo Piano è per il ministro un volano per una piena rigenerazione della dimensione urbana, che sarà attuata mediante la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente e il contenimento del consumo di suolo. Al fine di realizzarlo, il ministro Salvini si affida ad una grande novità (per dire): ai modelli di cooperazione pubblico-privato, che coinvolgendo i principali operatori del mercato del credito con una vocazione sociale (si sa, in Italia gli operatori di mercato hanno un animo sensibile nascosto dietro al portafoglio), dovrebbero finanziare progetti di edilizia residenziale e sociale.
Attenzione alle parole, perché ora diventano importanti. Secondo l’ineffabile ministro, grandi operatori economici – quindi immobiliaristi e banche – presi da una straordinaria illuminazione sulla via di Damasco, sarebbero così sensibili da finanziare progetti di edilizia residenziale e sociale, basati probabilmente su immobili pubblici lasciati in degrado e vuoti, per farne edilizia residenziale sociale, quindi con una remunerazione per loro, ma con costi contenuti, anche se non ancora ben chiariti.
Scrivevo che le parole sono importanti, perché a mio dire stiamo per assistere in forme nuove ad un nuovo sacco delle città, questa volta non indirizzato ad accapparrarsi aree ma sugli immobili pubblici e privati oggi inutilizzati, che verrebbero così “valorizzati”.
Le parole sono importanti, perché per esempio Salvini non parla mai di edilizia residenziale pubblica: infatti non si tratta di un Piano casa che parte dal fabbisognoreale, cioè il suo Piano non prevede case popolari, solo alloggi sociali, dei quali non potrà beneficiare nessuna delle 700mila famiglie nelle graduatorie, nessuna del circa milione di famiglie in affitto ma con redditi da povertà assoluta, quasi nessuna delle oltre 30mila famiglie sfrattate con forza pubblica ogni anno nel nostro Paese.
In realtà Salvini mai ha citato, né oggi né in alcuno dei suoi passaggi parlamentari, le famiglie nelle graduatorie, quelle in povertà assoluta in affitto o sfrattate. Per lui e il sodale governo queste famiglie non esistono: sono frutto, esse, della loro incapacità di affrancarsi dalla povertà, in fondo sono famiglie sfigate, alle quali sono stati tolti perfino quei pannicelli caldi di contributi affitto e morosità incolpevole.
No, il ministro delle Infrastrutture punta a ben altro, ad appaltare le politiche abitative a privati anche in forma di cooperative, per rispondere ad un fabbisogno che può essere ben più remunerativo degli affitti sociali delle case popolari. Il fabbisogno al quale vuole rispondere è quello più ricco destinato a famiglie del ceto medio, a studenti fuorisede, alle forze di polizia, ai padri separati, a pensionati (non certo quelli che prendono 700 euro al mese).
Siamo di fronte ad un imbroglio. Sarebbe necessario esattamente il contrario di quello che propone Salvini, che non a caso il suo Tavolo ministeriale lo ha infarcito di operatori economici e di associazioni di proprietari, escludendo tutti i sindacati inquilini senza eccezione alcuna.
Sarebbe necessario un vero Piano pubblico che finanzi Comuni e università per realizzare 500mila case popolari nei prossimi cinque anni, queste sì a consumo di suolo zero perché basate sul riuso di immobili pubblici, compreso il demanio civile e militare, da destinare a ulteriori case popolari e studentati pubblici con il massimo dell’efficienza energetica. Servirebbe rifinanziare il recupero delle 90mila case popolari oggi inutilizzate per mancanza di manutenzioni. Servirebbe togliere dalla legge 431/98 il canale a libero mercato per ottenere veri accordi locali che ridurrebbero gli affitti, visto che gli attuali valori non sono in linea con i redditi delle famiglie che possono solo chiedere alloggi in locazione.
Servirebbe che su questo tema entrasse davvero nell’Agenda politica, con una impostazione che, certo, deve vedere il coinvolgimento di operatori economici e cooperative, ma con una idea chiara e strutturale di politiche abitative che siano pubbliche. Non servono battute o spot una tantum da parte della politica. E’ necessario riannodare i fili di politiche abitative che rispondono ai fabbisogni reali, non ai fabbisogni delle lobby economiche degli immobiliaristi.
Un segnale che riporti anche chi è povero e in disagio abitativo vero alla politica e alla partecipazione, perché è tra queste famiglie che si riscontra il non voto. E’ per questo che probabilmente il ministro leghista e questo governo non le tengono in considerazione, eppure sono milioni di persone, anche elettori.
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La Redazione
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Siamo vicini ad Antonio Tajani, alla sua famiglia e soprattutto a suo figlio Filippo, vittima di un malore durante una partita di calcio. Gli auguriamo una pronta guarigione, e che possa tornare presto in campo”. Lo dichiarano i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Esprimo il mio più profondo riconoscimento alla Brigata Sassari per il coraggio, la dedizione e l’alto senso del dovere dimostrato durante tutta la missione Unifil. Ringrazio il generale Messina, con il quale sono sempre rimasta in contatto per essere costantemente informata sullo stato del contingente. I nostri soldati hanno affrontato sfide complesse e delicate, portando avanti il nome dell’Italia con grande professionalità. Il loro impegno ha garantito la stabilità in una regione così fragile, e sono fiera di come abbiano rappresentato la nostra Nazione". Lo ha affermato la deputata di Fratelli d'Italia Barbara Polo, componente della commissione Difesa, al rientro del contingente della Brigata Sassari.
"Da sarda, -ha aggiunto- non posso che essere estremamente orgogliosa nel vedere i miei concittadini impegnati con tanto valore nelle operazioni internazionali. La Brigata Sassari è il fiore all’occhiello del nostro esercito, una realtà che continua a distinguersi per preparazione e coraggio”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Ci mancavano i sedicenti comitati civici che spalleggiano gli occupanti abusivi di immobili a rendere sempre più invivibile il quartiere Esquilino, uno dei più belli di Roma da tempo in mano ad immigrati clandestini e bande criminali. Ne ha fatto le spese un bravo giornalista come Luca Telese aggredito per aver difeso i presidi di legalità che dopo le denunce della Lega le istituzioni stanno predisponendo. Telese chiamato ad un’assemblea pubblica da un sedicente Polo Civico ha avuto l'ardire di affermare che cancellate di protezione dei luoghi di socialità non sono poi da demonizzare. Per difendere la possibilità di vivere in pace e nella legalità all'Esquilino di Roma, come in tutte le periferie d'Italia, è necessario che venga subito definitivamente approvato il ddl sicurezza”. Lo afferma il deputato della Lega ed ex magistrato Simonetta Matone.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Nella loro foga alla ricerca del complotto, di qualcuno su cui scaricare le proprie responsabilità, di uno spauracchio a cui assegnare colpe per nascondere le inadeguatezze del governo Meloni, i colleghi di Fratelli d’Italia hanno nuovamente toccato inesplorate vette di contraddizione. L’ultimo attacco frontale è stato riservato a Gimbe e al suo presidente Cartabellotta, colpevole di aver detto con dati inequivocabili che il decreto dell’Esecutivo sulle liste d’attesa è fermo al palo e che solo uno dei sei decreti attuativi è stato già approvato". Lo afferma Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali della Camera e coordinatore del Comitato politico salute e inclusione sociale del M5S.
"Oltre a usare parole estremamente gravi nei confronti di chi porta avanti con serietà e professionalità un preziosissimo lavoro scientifico a tutela della sanità, il senatore Zaffini -aggiunge l'esponente pentastellato- ha però di fatto confermato i ritardi denunciati da Cartabellotta, sebbene secondo lui siano in realtà tempi record. Una contraddizione decisamente bizzarra. E nel frattempo, i medici di medicina generale operano come meglio credono e la proposta di Forza Italia in merito è ancora ben lontana dal concretizzarsi".
"Al presidente Cartabellotta -conclude Quartini- va tutta la mia solidarietà, visto che ultimamente è stato identificato come avversario politico, alla stregua di una forza di opposizione, come persino Bruno Vespa aveva avuto l’indecenza di dire. Questo attacco scomposto, in ogni caso, non fa che confermare la linea di questa maggioranza: è sempre colpa degli altri. Dai magistrati, a coloro che distribuiscono la benzina, fino a Gimbe”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Il nemico del giorno del governo è la Fondazione Gimbe e in particolare il suo presidente Nino Cartabellotta, accusato da esponenti di maggioranza di essere un bugiardo che falsifica i dati perché ‘cavalier servente’ e comunista. Affermazioni di una gravità inaudita contro un organismo indipendente e autorevole come Gimbe, che fa un grande lavoro di raccolta e verifica dei dati sanitari. La colpa di Cartabellotta? Aver fatto notare che a sei mesi dall’approvazione del decreto liste d’attesa mancano ancora cinque dei sei decreti attuativi, cosa tra l’altro confermata dalla stessa maggioranza". Lo afferma Mariolina Castellone, senatrice M5S e vicepresidente del Senato.
"Ancora una volta, questa destra cerca di trasferire su altri le colpe della propria incapacità e si produce in un costante bullismo contro professionisti che fanno il proprio lavoro, cercando di intimorirli. Per fortuna -conclude l'esponente pentastellata- ci sono i numeri a parlare e a smentire la propaganda di governo. E ci siamo noi a tutelare le voci libere e indipendenti”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Quello delle liste di attesa è un tema che riguarda non solo la salute ma anche la dignità della persona. Un tema che richiede senso di responsabilità e che non riscontro nelle dichiarazioni sparate a raffica da esponenti di Pd, 5 stelle e sinistra. Gli stessi che ci hanno consegnato un Servizio sanitario nazionale allo sfascio e per il quale ci stiamo adoperando per rimetterlo in sesto. Il collega Cartabellotta e la Fondazione Gimbe meritano rispetto, in quanto sono giustificati per la mancata conoscenza del lavoro che il Governo ha messo in campo sui decreti attuativi. Non posso al contrario giustificare i colleghi senatori che siedono nella commissione Sanità del Senato presieduta dal presidente Zaffini o i presidenti di Regione che prendono parte alla Conferenza Stato-Regioni". Lo afferma il senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Sanità in Senato.
"Se non sanno -aggiunge- devo purtroppo arguire che dormono mentre se, come penso, sanno e attaccano il presidente Zaffini, che ha solo voluto puntualizzare il lavoro del Governo in risposta alle valutazioni della Fondazione Gimbe, è grave perché si tratta di un comportamento in grave mala fede. Si può anche non conoscere quanto si stia facendo sul tema, ma il senso di responsabilità vuole che prima di sparare a salve ci si informi e ci si documenti . In questo modo si prenderebbe facilmente atto che quanto annunciato dalla Fondazione Gimbe non è proprio puntuale perché -e lo ha spiegato bene il presidente Zaffini- la situazione riguardo ai decreti attuativi è la seguente: Criteri di funzionamento della piattaforma nazionale e regionali delle liste d’attesa: Il decreto è stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. In attesa del parere della Conferenza Stato Regioni alla quale è stato inviato il 13 settembre 2024".
"Funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio in coerenza con il modello di classificazione e stratificazione della popolazione, risulta ‘fatto’. Poteri sostitutivi del ministero della Salute in caso di inottemperanza delle Regioni e il rispetto agli obiettivi della legge: decreto trasmesso in Conferenza Stato-Regioni il 6 novembre 2024. Linee di indirizzo per l’attivazione dei sistemi di disdetta da parte dei Cup: il decreto è in fase di definizione da attuare con il Piano nazionale delle liste d’attesa in lavorazione predisposto dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria già condiviso con Regioni e Mef. Metodologia per la definizione del fabbisogno di personale del Ssn (superamento tetti di spesa): il decreto è in via di ultimazione. Il Piano di azione per rafforzare i servizi sanitari e sociosanitari (nelle Regioni del Sud destinatarie dei fondi del Piano nazionale Equità e salute): decreto trasmesso alla conferenza Stato-Regioni il giorno 8 gennaio 2025".
"In questo confronto tra Zaffini e i nostri avversari politici -conclude Zullo- si può cogliere la differenza tra noi e loro: noi lavoriamo per mettere riparo agli sfasci che ci hanno lasciato in eredità, loro non sanno andare oltre l’irresponsabile e deleteria polemica sterile, dannosa dell’immagine del nostro Servizio sanitario nazionale”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "La Fondazione Gimbe è un ente autonomo e indipendente che ormai da decenni studia e documenta i dati più importanti del nostro Servizio sanitario nazionale. Il suo presidente non ha mai fatto sconti a nessun Governo e a nessuna parte politica come dimostrano chiaramente i Rapporti che annualmente la Fondazione offre al dibattito e ai decisori politici. Ma forse dà fastidio a chi oggi è al governo che proprio dai rapporti Gimbe emerga ciò che la maggioranza si ostina a negare: cioè che stiamo riducendo le risorse per finanziare il Ssn in proporzione al Pil e che non si stanno dando risposte adeguate alla gravità della crisi che attraversa la sanità pubblica in Italia". Lo afferma Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale Pd.
"Cercare di minare la credibilità di un professionista serio e stimato ovunque perché non piacciono i numeri -peraltro tratti tutti da fonti ufficiali- su cui fa le analisi -aggiunge- è tipico di una destra illiberale e arrogante. Per questo voglio esprimere al presidente Cartabellotta la mia solidarietà e confermare la stima e l’apprezzamento nei confronti del lavoro prezioso della Fondazione Gimbe".
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Massimo Pasquini
Attivista per il diritto alla casa
Politica - 7 Giugno 2024
Salvini svela il suo Piano casa: stiamo per assistere a un nuovo sacco delle città
Il ministro Salvini svela il suo presunto “Piano casa”, ma lo fa non da ministro – presentando cioè un suo disegno di legge vagliato e approvato in Consiglio dei Ministri. Lo fa presentandolo lui in conferenza stampa tra gli emendamenti della Lega al suo provvedimento cosiddetto Salva Casa. Questo in Italia sembra normale.
Vediamo quale sarebbe questo emendamento, inserito tra quelli illustrati dal ministro Salvini, che dovrebbe “rafforzare le semplificazioni del decreto-legge nel settore dell’edilizia privata, ma anche di promuovere un nuovo paradigma delle politiche abitative come risposta efficace ai bisogni della persona e della famiglia”.
Ecco la sua proposta di “Piano Casa Italia”. La specifica della nazione serviva, perché magari si allarmavano in Europa. L’emendamento illustrato da Salvini intende affidare al ministero delle Infrastrutture, ovvero a se stesso, il compito di adottare un Piano nazionale volto a fornire risposte concrete al disagio abitativo tramite il riordino e la sperimentazione di “modelli innovativi” di edilizia residenziale e sociale. Salvini dimentica o fa finta di non sapere che tra le deleghe ha proprio le politiche abitative.
Questo Piano è per il ministro un volano per una piena rigenerazione della dimensione urbana, che sarà attuata mediante la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente e il contenimento del consumo di suolo. Al fine di realizzarlo, il ministro Salvini si affida ad una grande novità (per dire): ai modelli di cooperazione pubblico-privato, che coinvolgendo i principali operatori del mercato del credito con una vocazione sociale (si sa, in Italia gli operatori di mercato hanno un animo sensibile nascosto dietro al portafoglio), dovrebbero finanziare progetti di edilizia residenziale e sociale.
Attenzione alle parole, perché ora diventano importanti. Secondo l’ineffabile ministro, grandi operatori economici – quindi immobiliaristi e banche – presi da una straordinaria illuminazione sulla via di Damasco, sarebbero così sensibili da finanziare progetti di edilizia residenziale e sociale, basati probabilmente su immobili pubblici lasciati in degrado e vuoti, per farne edilizia residenziale sociale, quindi con una remunerazione per loro, ma con costi contenuti, anche se non ancora ben chiariti.
Scrivevo che le parole sono importanti, perché a mio dire stiamo per assistere in forme nuove ad un nuovo sacco delle città, questa volta non indirizzato ad accapparrarsi aree ma sugli immobili pubblici e privati oggi inutilizzati, che verrebbero così “valorizzati”.
Le parole sono importanti, perché per esempio Salvini non parla mai di edilizia residenziale pubblica: infatti non si tratta di un Piano casa che parte dal fabbisogno reale, cioè il suo Piano non prevede case popolari, solo alloggi sociali, dei quali non potrà beneficiare nessuna delle 700mila famiglie nelle graduatorie, nessuna del circa milione di famiglie in affitto ma con redditi da povertà assoluta, quasi nessuna delle oltre 30mila famiglie sfrattate con forza pubblica ogni anno nel nostro Paese.
In realtà Salvini mai ha citato, né oggi né in alcuno dei suoi passaggi parlamentari, le famiglie nelle graduatorie, quelle in povertà assoluta in affitto o sfrattate. Per lui e il sodale governo queste famiglie non esistono: sono frutto, esse, della loro incapacità di affrancarsi dalla povertà, in fondo sono famiglie sfigate, alle quali sono stati tolti perfino quei pannicelli caldi di contributi affitto e morosità incolpevole.
No, il ministro delle Infrastrutture punta a ben altro, ad appaltare le politiche abitative a privati anche in forma di cooperative, per rispondere ad un fabbisogno che può essere ben più remunerativo degli affitti sociali delle case popolari. Il fabbisogno al quale vuole rispondere è quello più ricco destinato a famiglie del ceto medio, a studenti fuorisede, alle forze di polizia, ai padri separati, a pensionati (non certo quelli che prendono 700 euro al mese).
Siamo di fronte ad un imbroglio. Sarebbe necessario esattamente il contrario di quello che propone Salvini, che non a caso il suo Tavolo ministeriale lo ha infarcito di operatori economici e di associazioni di proprietari, escludendo tutti i sindacati inquilini senza eccezione alcuna.
Sarebbe necessario un vero Piano pubblico che finanzi Comuni e università per realizzare 500mila case popolari nei prossimi cinque anni, queste sì a consumo di suolo zero perché basate sul riuso di immobili pubblici, compreso il demanio civile e militare, da destinare a ulteriori case popolari e studentati pubblici con il massimo dell’efficienza energetica. Servirebbe rifinanziare il recupero delle 90mila case popolari oggi inutilizzate per mancanza di manutenzioni. Servirebbe togliere dalla legge 431/98 il canale a libero mercato per ottenere veri accordi locali che ridurrebbero gli affitti, visto che gli attuali valori non sono in linea con i redditi delle famiglie che possono solo chiedere alloggi in locazione.
Servirebbe che su questo tema entrasse davvero nell’Agenda politica, con una impostazione che, certo, deve vedere il coinvolgimento di operatori economici e cooperative, ma con una idea chiara e strutturale di politiche abitative che siano pubbliche. Non servono battute o spot una tantum da parte della politica. E’ necessario riannodare i fili di politiche abitative che rispondono ai fabbisogni reali, non ai fabbisogni delle lobby economiche degli immobiliaristi.
Un segnale che riporti anche chi è povero e in disagio abitativo vero alla politica e alla partecipazione, perché è tra queste famiglie che si riscontra il non voto. E’ per questo che probabilmente il ministro leghista e questo governo non le tengono in considerazione, eppure sono milioni di persone, anche elettori.
SALVIMAIO
di Andrea Scanzi 12€ AcquistaArticolo Successivo
L’ironia di De Luca su Meloni: “Le sue promesse? Sono palle così grandi da diventare mongolfiere, anzi Zeppelin”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
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Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Siamo vicini ad Antonio Tajani, alla sua famiglia e soprattutto a suo figlio Filippo, vittima di un malore durante una partita di calcio. Gli auguriamo una pronta guarigione, e che possa tornare presto in campo”. Lo dichiarano i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Esprimo il mio più profondo riconoscimento alla Brigata Sassari per il coraggio, la dedizione e l’alto senso del dovere dimostrato durante tutta la missione Unifil. Ringrazio il generale Messina, con il quale sono sempre rimasta in contatto per essere costantemente informata sullo stato del contingente. I nostri soldati hanno affrontato sfide complesse e delicate, portando avanti il nome dell’Italia con grande professionalità. Il loro impegno ha garantito la stabilità in una regione così fragile, e sono fiera di come abbiano rappresentato la nostra Nazione". Lo ha affermato la deputata di Fratelli d'Italia Barbara Polo, componente della commissione Difesa, al rientro del contingente della Brigata Sassari.
"Da sarda, -ha aggiunto- non posso che essere estremamente orgogliosa nel vedere i miei concittadini impegnati con tanto valore nelle operazioni internazionali. La Brigata Sassari è il fiore all’occhiello del nostro esercito, una realtà che continua a distinguersi per preparazione e coraggio”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Ci mancavano i sedicenti comitati civici che spalleggiano gli occupanti abusivi di immobili a rendere sempre più invivibile il quartiere Esquilino, uno dei più belli di Roma da tempo in mano ad immigrati clandestini e bande criminali. Ne ha fatto le spese un bravo giornalista come Luca Telese aggredito per aver difeso i presidi di legalità che dopo le denunce della Lega le istituzioni stanno predisponendo. Telese chiamato ad un’assemblea pubblica da un sedicente Polo Civico ha avuto l'ardire di affermare che cancellate di protezione dei luoghi di socialità non sono poi da demonizzare. Per difendere la possibilità di vivere in pace e nella legalità all'Esquilino di Roma, come in tutte le periferie d'Italia, è necessario che venga subito definitivamente approvato il ddl sicurezza”. Lo afferma il deputato della Lega ed ex magistrato Simonetta Matone.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Nella loro foga alla ricerca del complotto, di qualcuno su cui scaricare le proprie responsabilità, di uno spauracchio a cui assegnare colpe per nascondere le inadeguatezze del governo Meloni, i colleghi di Fratelli d’Italia hanno nuovamente toccato inesplorate vette di contraddizione. L’ultimo attacco frontale è stato riservato a Gimbe e al suo presidente Cartabellotta, colpevole di aver detto con dati inequivocabili che il decreto dell’Esecutivo sulle liste d’attesa è fermo al palo e che solo uno dei sei decreti attuativi è stato già approvato". Lo afferma Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali della Camera e coordinatore del Comitato politico salute e inclusione sociale del M5S.
"Oltre a usare parole estremamente gravi nei confronti di chi porta avanti con serietà e professionalità un preziosissimo lavoro scientifico a tutela della sanità, il senatore Zaffini -aggiunge l'esponente pentastellato- ha però di fatto confermato i ritardi denunciati da Cartabellotta, sebbene secondo lui siano in realtà tempi record. Una contraddizione decisamente bizzarra. E nel frattempo, i medici di medicina generale operano come meglio credono e la proposta di Forza Italia in merito è ancora ben lontana dal concretizzarsi".
"Al presidente Cartabellotta -conclude Quartini- va tutta la mia solidarietà, visto che ultimamente è stato identificato come avversario politico, alla stregua di una forza di opposizione, come persino Bruno Vespa aveva avuto l’indecenza di dire. Questo attacco scomposto, in ogni caso, non fa che confermare la linea di questa maggioranza: è sempre colpa degli altri. Dai magistrati, a coloro che distribuiscono la benzina, fino a Gimbe”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Il nemico del giorno del governo è la Fondazione Gimbe e in particolare il suo presidente Nino Cartabellotta, accusato da esponenti di maggioranza di essere un bugiardo che falsifica i dati perché ‘cavalier servente’ e comunista. Affermazioni di una gravità inaudita contro un organismo indipendente e autorevole come Gimbe, che fa un grande lavoro di raccolta e verifica dei dati sanitari. La colpa di Cartabellotta? Aver fatto notare che a sei mesi dall’approvazione del decreto liste d’attesa mancano ancora cinque dei sei decreti attuativi, cosa tra l’altro confermata dalla stessa maggioranza". Lo afferma Mariolina Castellone, senatrice M5S e vicepresidente del Senato.
"Ancora una volta, questa destra cerca di trasferire su altri le colpe della propria incapacità e si produce in un costante bullismo contro professionisti che fanno il proprio lavoro, cercando di intimorirli. Per fortuna -conclude l'esponente pentastellata- ci sono i numeri a parlare e a smentire la propaganda di governo. E ci siamo noi a tutelare le voci libere e indipendenti”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Quello delle liste di attesa è un tema che riguarda non solo la salute ma anche la dignità della persona. Un tema che richiede senso di responsabilità e che non riscontro nelle dichiarazioni sparate a raffica da esponenti di Pd, 5 stelle e sinistra. Gli stessi che ci hanno consegnato un Servizio sanitario nazionale allo sfascio e per il quale ci stiamo adoperando per rimetterlo in sesto. Il collega Cartabellotta e la Fondazione Gimbe meritano rispetto, in quanto sono giustificati per la mancata conoscenza del lavoro che il Governo ha messo in campo sui decreti attuativi. Non posso al contrario giustificare i colleghi senatori che siedono nella commissione Sanità del Senato presieduta dal presidente Zaffini o i presidenti di Regione che prendono parte alla Conferenza Stato-Regioni". Lo afferma il senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Sanità in Senato.
"Se non sanno -aggiunge- devo purtroppo arguire che dormono mentre se, come penso, sanno e attaccano il presidente Zaffini, che ha solo voluto puntualizzare il lavoro del Governo in risposta alle valutazioni della Fondazione Gimbe, è grave perché si tratta di un comportamento in grave mala fede. Si può anche non conoscere quanto si stia facendo sul tema, ma il senso di responsabilità vuole che prima di sparare a salve ci si informi e ci si documenti . In questo modo si prenderebbe facilmente atto che quanto annunciato dalla Fondazione Gimbe non è proprio puntuale perché -e lo ha spiegato bene il presidente Zaffini- la situazione riguardo ai decreti attuativi è la seguente: Criteri di funzionamento della piattaforma nazionale e regionali delle liste d’attesa: Il decreto è stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. In attesa del parere della Conferenza Stato Regioni alla quale è stato inviato il 13 settembre 2024".
"Funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio in coerenza con il modello di classificazione e stratificazione della popolazione, risulta ‘fatto’. Poteri sostitutivi del ministero della Salute in caso di inottemperanza delle Regioni e il rispetto agli obiettivi della legge: decreto trasmesso in Conferenza Stato-Regioni il 6 novembre 2024. Linee di indirizzo per l’attivazione dei sistemi di disdetta da parte dei Cup: il decreto è in fase di definizione da attuare con il Piano nazionale delle liste d’attesa in lavorazione predisposto dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria già condiviso con Regioni e Mef. Metodologia per la definizione del fabbisogno di personale del Ssn (superamento tetti di spesa): il decreto è in via di ultimazione. Il Piano di azione per rafforzare i servizi sanitari e sociosanitari (nelle Regioni del Sud destinatarie dei fondi del Piano nazionale Equità e salute): decreto trasmesso alla conferenza Stato-Regioni il giorno 8 gennaio 2025".
"In questo confronto tra Zaffini e i nostri avversari politici -conclude Zullo- si può cogliere la differenza tra noi e loro: noi lavoriamo per mettere riparo agli sfasci che ci hanno lasciato in eredità, loro non sanno andare oltre l’irresponsabile e deleteria polemica sterile, dannosa dell’immagine del nostro Servizio sanitario nazionale”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "La Fondazione Gimbe è un ente autonomo e indipendente che ormai da decenni studia e documenta i dati più importanti del nostro Servizio sanitario nazionale. Il suo presidente non ha mai fatto sconti a nessun Governo e a nessuna parte politica come dimostrano chiaramente i Rapporti che annualmente la Fondazione offre al dibattito e ai decisori politici. Ma forse dà fastidio a chi oggi è al governo che proprio dai rapporti Gimbe emerga ciò che la maggioranza si ostina a negare: cioè che stiamo riducendo le risorse per finanziare il Ssn in proporzione al Pil e che non si stanno dando risposte adeguate alla gravità della crisi che attraversa la sanità pubblica in Italia". Lo afferma Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale Pd.
"Cercare di minare la credibilità di un professionista serio e stimato ovunque perché non piacciono i numeri -peraltro tratti tutti da fonti ufficiali- su cui fa le analisi -aggiunge- è tipico di una destra illiberale e arrogante. Per questo voglio esprimere al presidente Cartabellotta la mia solidarietà e confermare la stima e l’apprezzamento nei confronti del lavoro prezioso della Fondazione Gimbe".