I sindacati sono sul piede di guerra e avvertono il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “Pronti ad ogni iniziativa di mobilitazione”, hanno scritto in un comunicato unitario firmato dalla Funzione pubblica di Cgil, Cisl, Uil, Flp, Confsal-Unsa, Confintesa e Usb. Perché i lavoratori della Cultura siano esasperati e lo stato di agitazione dietro l’angolo è presto detto: “Nonostante le diverse richieste di intervento formulate dalle OO.SS. sia al tavolo negoziale che al vertice politico, non si hanno notizie delle somme per il pagamento del salario accessorio del personale per il 2023. Stiamo parlando di circa 65 milioni per circa 12.000 dipendenti che hanno regolarmente svolto le loro attività di valorizzazione, straordinario, conto terzi, oltre che responsabilità di direzione di istituti e posizioni organizzative”, precisa il comunicato sindacale.
Non è il primo ritardo: “Siamo da sempre abituati, viste le lungaggini a cui siamo sottoposti dai ministeri vigilanti”, spiegano i sindacati. Ma “questa volta le preoccupazioni sono maggiori in quanto è dovuto ad una mancanza delle risorse in cassa, nonostante la richiesta sia stata fatta molti mesi fa. Una situazione grave, anzi gravissima, se si considera l’imponente sforzo che i lavoratori del Ministero stanno mettendo in campo negli ultimi anni, con un sottorganico di oltre il 30%“. Lavoratori e sindacati non hanno dimenticato l’enfasi con cui Sangiuliano ha decretato le aperture straordinarie di musei e monumenti. Nè le modalità, come denunciarono gli stessi sindacati quando per le aperture straordinarie di Natale e Capodanno il ministro li convocò solo all’ultimo momento, impedendo l’organizzazione territoriale dei servizi, dei fuorisede e con i lavoratori già organizzati per le ferie. Sacrifici che vanno retribuiti, ma stavolta lo slancio del ministro si fa attendere.
Il ministero è tra quelli le cui casse finanziano la realizzazione dei centri per migranti in Albania, l’operazione dai costi esorbitanti che la premier Giorgia Meloni è andata a benedire di persona mercoledì 5 giugno. Non tutti sanno che la legge di ratifica del Protocollo firmato da Roma e Tirana prevede esborsi a carico degli accantonamenti di quattordici ministeri. Tra gli altri anche Turismo, Istruzione, Agricoltura e Cultura. Tutti devono dare il loro contributo, anche se la materia non c’entra nulla, anche se i ministeri sono in ritardo con gli stipendi e gli organici ridotti. Per il ministero di Sangiuliano la legge parla di quasi 5 milioni di euro. Al contrario, i suoi dipendenti possono aspettare. Un’attesa che peserà soprattutto sugli stipendi più bassi, come quelli dei custodi che hanno aperto le porte dei luoghi della Cultura in base alle decisioni del ministro, ricordano i sindacati.
“Operatori, assistenti e funzionari del MiC garantiscono la fruizione quotidiana di musei e parchi, archivi, biblioteche, oltre che le attività di tutela e la gestione del PNRR nelle soprintendenze, nei segretariati, nelle direzioni generali e in tutti gli istituti centrali”, scrivono le organizzazioni sindacali. Ma la misura è colma: “Il Ministro Sangiuliano non può sottovalutare le richieste del personale e deve farsi parte attiva per sbloccare con urgenza la situazione. Siamo pronti ad ogni iniziativa di mobilitazione utile a raggiungere l’obiettivo del pagamento di quanto dovuto al personale, quanto prima”. In altre parole, l’ormai prossima stagione turistica potrebbe non assicurare le prossime iniziative, già nel mese di giugno. Dalle nuove aperture straordinarie alle giornate europee del patrimonio, dalla notte della musica alle giornate dell’archeologia.