Bambini di cinque anni vestiti da militari a bordo di finti carri armati di cartone. Altri intenti in una sorta di addestramento. E poi ancora con le loro immagini appese al muro come foto segnaletiche e infine la visita alla Base Nato di Solbiate Olona tra veri mezzi usati dai soldati. E’ il progetto “Giornate speciali” organizzato dalla scuola dell’infanzia cattolica paritaria di Fagnano Olona che ogni anno realizza i sogni dei bambini più grandi.
Un’iniziativa che non è piaciuta all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università della provincia di Varese che denuncia: “Indottrinare i bambini ai disvalori della guerra che tendono alla violenza e alla sopraffazione, oltre a essere preoccupante e inquietante, dovrebbe fare inorridire ed essere un incubo per insegnanti e genitori. Ma evidentemente non lo è per queste maestre e per la loro direttrice che si impegnano a indirizzare i loro piccoli allievi verso una subcultura che porta a una deriva militarista, che sappiamo quali conseguenze nefaste ha sulle popolazioni che subiscono le guerre che la Nato dispensa a piene mani ovunque abbia interessi da difendere. Ai bambini di questo asilo vogliono inculcare a tutti i costi il fascino della divisa militare e del ruolo di chi la indossa”.
Una versione dei fatti – quella narrata dall’Osservatorio – che non rispecchia gli intenti della direttrice della scuola, Valentina Muscas, che annuncia possibili querele a chi ha offeso il suo lavoro. Muscas non fa nessun passo indietro e dice a IlFattoquotidiano.it: “Serve contestualizzare quanto è accaduto. La nostra scuola porta avanti un’iniziativa che è quella di realizzare i sogni dei bambini, i più disparati. L’abbiamo sempre fatto e tutti riconoscono il valore pedagogico di questa nostra manifestazione. Mi spiace che ci sia soffermati a guardare solo la questione militare: ci attaccano persone in cerca di visibilità cui non intendiamo dare peso. Siamo una scuola cattolica e aborriamo ogni forma di violenza e di guerra. Nella nostra giornata speciale abbiamo potuto conoscere il lavoro dei militari che svolgono indispensabili missioni di pace. Il nostro lavoro con i bambini è stato chiaramente strumentalizzato”.