E’ stato trovato il bambino gambiano di cinque anni che era stato sottratto lo scorso mercoledì dalla madre ad Aosta durante un incontro autorizzato dal tribunale per i minorenni di Torino. Il piccolo è stato trovato dalla polizia a Barge (provincia di Cuneo) e sta bene: individuato dagli agenti della squadra mobile di Aosta – in collaborazione con quella di Cuneo – era con la mamma. Il bambino – dopo essere stato allontanato dalla madre nel 2023 e affidato al servizio sociale territoriale – era collocato da oltre un anno presso gli zii materni, in Valle d’Aosta, dove è stato successivamente riportato.
“Mai decaduta la responsabilità genitoriale della donna”
“In qualità di legale della madre ritengo doveroso segnalare che i fatti sono stati narrati in maniera errata e parziale. La vicenda è nata a seguito della segnalazione, da parte degli zii, di presunti maltrattamenti da parte della madre ai danni del figlio minore. Tali presunti maltrattamenti non venivano tuttavia riscontrati nel corso della visita in Ospedale, alla quale i medesimi zii conducevano il bambino”. Così scrive l’avvocata Carola Manzi, che assiste la donna. Le sue dichiarazioni sono state riferite in un “comunicato stampa urgente a rettifica di notizie non veritiere”.
La legale ha poi proseguito: “Come di prassi in questi casi, tuttavia, in via preventiva ed a tutela assoluta del minore, il Tribunale per i minorenni disponeva l’allontanamento del bambino dalla madre e il suo collocamento temporaneo presso l’abitazione degli zii. La madre, dunque, non è mai stata dichiarata decaduta dalla responsabilità genitoriale, né il bimbo è mai stato affidato agli zii, che hanno rivestito il ruolo di semplici collocatari. Il Tribunale per i minorenni ordinava che venisse effettuata una valutazione della capacità genitoriale della mamma e che venissero attivate modalità di incontro protette madre-figlio”. L’avvocata Manzi ha concluso: “Al termine del periodo di valutazione, la madre risultava idonea al proprio ruolo genitoriale e il Tribunale per i minorenni quindi autorizzava i Servizi sociali a prevedere un graduale ampliamento e la liberalizzazione delle visite madre-figlio. Le visite, dunque, al momento dei fatti narrati, non erano più protette, ma libere, con previsione della presenza dell’educatore solo ed esclusivamente nel momento del passaggio del bimbo dagli zii alla madre e viceversa, momento delicato, che ancora presentava delle criticità”.