Tra le 29 città capoluogo di provincia è quella sulla quale regna la maggiore incertezza. Da una parte c’è la donna di partito (vicina a Bonaccini, quando si votò per le primarie), con un passato da assessora e in Parlamento per due legislature; dall’altra c’è l’avvocato della famiglia Yara Gambirasio (e del Bocia, il noto ultras atalantino Claudio Galimberti), totalmente a secco di politica e “pescato”, a mo’ di coniglio dal cilindro, da Fratelli d’Italia. A Bergamo il risultato del voto si gioca sul filo, e dire chi sarà il prossimo sindaco tra l’esponente del Pd, Elena Carnevali, e l’avvocato Andrea Pezzotta è pressoché impossibile. L’ultimo sondaggio commissionato dal centrodestra dava Pezzotta al 49,1% e Carnevali al 47,8% (Vittorio Apicella del M5s al 3,1%); l’ultimo commissionato dal centrosinistra, al contrario, vedeva in vantaggio Carnevali (49%) sullo sfidante (47%) e Apicella al 4%.

La città esce da 15 anni di governo di centrosinistra, con Giorgio Gori che ora punta a un posto al Parlamento europeo. La valutazione dell’operato da parte dei cittadini, naturalmente, non è univoca, ma è indubbio che Gori (e più in generale il Partito democratico) si siano guadagnati l’appoggio di pezzi importanti della città orobica: la Curia, una buona parte di Confindustria e del tessuto imprenditoriale e, in larga parte, i giornali locali. Ciò detto, non sarà facile per Carnevali confermare di nuovo il centrosinistra alla guida di Palazzo Frizzoni. Dalla sua Carnevali, 59 anni, un passato da assessora alle Politiche sociali (sindaco Roberto Bruni) e per due legislature alla Camera (tra le principali artefici della legge “Dopo di noi”), ha grande conoscenza della macchina amministrativa e, più in generale, della città. Al voto è sostenuta, oltreché dal Pd, da Più Europa e Italia viva, Psi, Azione (non col simbolo ma coi candidati), Lista Futura (con Sinistra Italiana e Verdi) e varie civiche.

Andrea Pezzotta, 67 anni, è noto in città (e a livello mediatico) per essere un ottimo penalista e, soprattutto, per essere il legale della famiglia di Yara Gambirasio – la 13enne uccisa a Brembate di Sopra nel 2011 da Massimo Bossetti – e per aver difeso in passato il Bocia, Claudio Galimberti, l’ultras dell’Atalanta pluri-daspato. Non ha mai avuto tessere di partito in tasca, eppure Fratelli d’Italia (Andrea Tremaglia in testa) lo ha fortemente voluto per guidare la coalizione di centrodestra, che può contare oltra a FdI, Lega e Forza Italia, anche su Bergamo Ideale e sulla civica che porta il nome di Pezzotta. Rispetto a cinque anni fa, quando il centrodestra, con la Lega in posizione di forza, aveva mandato avanti Giacomo Stucchi, il centrodestra sembra avere più chance. Un po’ per il momento politico, più favorevole, e un po’ perché il nome di Pezzotta è indubbiamente più conosciuto e apprezzato rispetto a quello dell’esponente del Carroccio. Per il Movimento 5 stelle, infine, c’è Vittorio Apicella, 60 anni. professore di psicologia e già consigliere (e poi assessore al Bilancio) tra il 1988 e il 1995 nel Comune di Campagna (Salerno).

Il risultato è in bilico, come detto, e molto dipenderà dall’affluenza al voto. In una campagna elettorale tutto sommato corretta, in cui il centrodestra ha puntato tutto sulla sicurezza (a volte dipingendo Bergamo alla stregua di una malfamata città latino-americana) e il cui successo europeo della squadra di casa ha fatto dimenticare, per giorni, il fatto che fossero imminenti le amministrative, è possibile che si dovrà ricorrere al ballottaggio. Salvo sorprese, da una e dall’altra parte.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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