Il M5s assieme a Cateno De Luca. È lo strano esperimento di Caltanissetta, il capoluogo al centro della Sicilia che sabato e domenica andrà al voto per rinnovare l’amministrazione comunale, unico capoluogo al voto sull’Isola. Spalmati su 19 liste, sono 455 i candidati al consiglio comunale che corrono per la conquista dei 24 scranni a disposizione in consiglio. E ci sono quasi tutti i simboli dei partiti nazionali tranne quello del Pd. Un voto che potrebbe finire al secondo turno, grazie alle divisioni interne in entrambi gli schieramenti. Ma anche grazie “al fatto che a destra abbiano scelto un candidato debole”: per le strade che abitano l’entroterra siculo il commento passa di bocca in bocca. “Ma non mi citi, per favore”.

Di sicuro la piazza nissena svela “sperimentazioni politiche”, come da tradizione, d’altronde. Centro nevralgico, quando non vero e proprio crocevia di poteri, di storie politiche e delle più grosse inchieste che hanno segnato e segnano la storia d’Italia, grazie al ruolo di “controllo” su Palermo: la procura di Caltanissetta è competente per il capoluogo siciliano e qui ancora proseguono le indagini sul depistaggio per Via D’Amelio. Fatti che sembrano lambire appena la vita quotidiana del capoluogo dell’entroterra, che è anche la città di Antonello Montante, l’ex capo di Confindustria poi condannato per corruzione. E qui qualche riverbero lo si registra: Annalisa Petitto, la legale di Alfonso Cicero – ex presidente dell’Istituto regionale per lo sviluppo, considerato testimone chiave al processo contro Montante – è candidata sindaca con sette liste a sostegno, tra le quali anche quella del Pd, partito al quale avrebbe imposto di non presentare il simbolo. L’unico (quasi) partito senza simbolo, mentre M5s e Sud Chiama Nord appoggiano assieme il sindaco uscente, il grillino, Roberto Gambino: “In tutta la Sicilia proviamo a fare coalizione con tutte le forze politiche che sono all’opposizione del governo di Renato Schifani e quindi anche con De Luca che ha condiviso il sostegno al nostro candidato, col Pd abbiamo provato fino all’ultimo ma non hanno voluto”, spiega Nuccio Di Paola, coordinatore regionale del Movimento.

Un piccolo centro in cui è spesso successo di tutto: durante il fascismo era qui che aderiva clandestinamente al Pci Emanuele Macaluso. Qui è nato anche Giancarlo Cancelleri che ha fatto di Caltanissetta il luogo di incontro per le riunioni che hanno segnato la nascita e la crescita del M5s nell’isola. Quel Cancelleri che, dopo avere abbandonato il M5s, per abbracciare l’egida di Forza Italia, non appare più sulla scena politica. Lo fa il fratello Vincenzo, però, che in questa tornata elettorale si presenta al consiglio comunale a sostegno di Petitto. Trasversalità che nel cuore della Sicilia, non sembra sorprendere nessuno. Lontana dal mare e dagli strepitii delle coste più turistiche, Caltanissetta da sempre alterna fortune e vocazioni. Era una volta il cuore mondiale dell’estrazione dello Zolfo, tra l’800 e il ‘900 si estraeva qui il 90 per centro dello zolfo di tutto il pianeta. Un’estrazione poi soppiantata da quella americana diventata più economica. Sede anche della produzione del noto amaro Averna che ha poi chiuso la sede nissena. “È adesso il cuore della produzione di grani antichi”, indica Gambino. Ma a sostenere Gambino c’è una compagina variegata, tra gli assessori indicati ci sono Sergio Iacona, ex candidato del centrodestra e Fiorella Falci, volto storico della sinistra nissena, oggi indicata assessora dal candidato grillino: “Ci sono molti punti in comune con Gambino, non ultimo il fatto che il sindaco ha imposto il salario minimo di 9 euro a tutti i lavoratori delle aziende vincitrici di appalti comunali”, spiega lei.

Ma a contendere i voti nel campo del centrosinistra c’è Petitto. Ma perché una corsa divisa? “Siamo sempre stati all’opposizione in consiglio comunale, quindi questa scelta è coerente con quanto fatto finora e Petitto ci è sembrata la candidata più convincente”, spiega Renzo Bufalino, segretario provinciale del Pd. “Fino all’ultimo abbiamo provato a fare un percorso assieme”, sottolinea Nuccio Di Paola, portavoce del M5s. Una spaccatura nel centrosinistra che può favorire gli avversari? Di certo a sostenere il penalista Walter Tesauro ci sono le liste di Fi, Fdi, Lega-Udc e Dc: una vera e propria corazzata. Può essere dunque che il centrodestra vinca al primo turno? “È una concreta possibilità”, sostiene Michele Mancuso, deputato regionale per Fi. Molto vicino a Schifani, è stato lui a creare la convergenza dei partiti di centrodestra favore di Tesauro: “C’è pure una lista civica dal nome Azzurri per Caltanissetta, che in sostanza certifica la presenza di due liste di Forza Italia”, sottolinea lui. Che il centrodestra possa davvero vincere al primo turno però ne dubitano molti esperti osservatori, e non a caso: Iacona, ex presidente del Nissa Calcio e in passato candidato sindaco del centrodestra, è adesso da tutt’altro lato della coalizione. E Iacona non è la sola defezione, anche Angelo Failla, candidato in solitaria, toglierà voti a Fi e alla coalizione: due importanti assenze dalla corazzata dovuta a dissidi interni a Forza Italia proprio sulla scelta del candidato, considerato da alcuni come debole e poco conosciuto. A chiudere la cinquina di candidati anche l’imprenditore Ignazio Antonio Riggi, candidato per Forza del popolo. Un primo turno dal risultato incerto, questo sembra prospettarsi nella “piccola Atene” come la chiamava Leonardo Sciascia per indicare il fermento intellettuale del capoluogo al centro dell’isola, dove studiò e insegnò, battendo le strade e i caffè della città per una trentina d’anni. “Ma è un falso mito, Sciascia lo diceva con ironia, poi continuava dicendo che a Caltanissetta per incontrare qualcuno di intelligente prima dovevi imbatterti in sei cretini”, avverte Falci.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Sandra Lonardo Mastella: il cellulare “a disposizione di tutti” e l’amore per la “vecchia politica”. “Le misure cautelari? Vanno abolite”

next
Articolo Successivo

Bergamo, incertezza assoluta sul futuro sindaco: l’avvocato della famiglia di Yara (voluto da FdI) sfida la dem della Ditta

next