“Due is meglio che one”. Lo dicevano nella pubblicità della Maxibon, diversi anni fa, ma l’ha riassunta così anche Frédéric Vasseur nella conferenza con i media italiani della scorsa settimana. Meglio due piloti che uno per racimolare punti utili a lottare nel campionato costruttori dal 2025. Ma, calcoli alla mano, potrebbero esserci possibilità anche in questo campionato. Specie se Sainz e Leclerc portassero l’auto a punti con la costanza vista in queste otto gare, rispetto a un duo Red Bull più altalenante per merito di un super Verstappen e di Sergio Pérez con diverse colpe. Va detto che il messicano può correre da martedì più rinfrancato i prossimi gran premi, per il rinnovo di contratto con Milton Keynes per i prossimi due anni. Potrebbe aiutare anche il fatto che si corre su due piste (Canada e Barcellona) che possono andare a favore della Red Bull, ma il calo di risultati mostrato da ‘Checo’ nelle ultime tre gare fa riflettere. La vittoria per lui manca da oltre un anno, dalla doppietta Sprint-normale GP a Baku nel 2023, prima di un vistoso calo che nel finale di stagione lo ha portato al rischio di un secondo posto quasi svanito alla guida di una Red Bull imprendibile.
Insomma, in casa Red Bull i panni sporchi li lava sempre Verstappen, che, fatta eccezione per l’errore di Montecarlo nella lotta alla pole e per il paletto preso a Miami, dimostra di essere il pilota più forte della griglia. Basti vedere il giro perfetto nel Q3 in qualifica a Imola, su una vettura dal compromesso non giusto e piuttosto nervosa, resistendo all’attacco finale di Norris nonostante la carica della batteria scarica e le gomme hard alla frutta. Pérez invece no, si è preso 5 decimi di ritardo uscendo nel Q2, per poi fare di peggio anche nelle qualifiche di Montecarlo con l’eliminazione al Q1 (16°), chiudendo la gara dopo nemmeno un giro per il botto provocato dalla Haas di Magnussen. Dalla Sprint di Miami, non è più lo stesso. E proprio il suo lungo in partenza in gara negli Usa, col rischio di prendere Verstappen e rovinando la gara a Sainz, avrebbe potuto persino costargli il rinnovo. Dove è la costanza?
Se Pérez è irriconoscibile, la Ferrari ha ancora la matematica dalla sua parte per pensare di lottare nei Costruttori. Lo dimostra una Red Bull non più dominante come l’anno scorso e un Sainz che, gioco-forza, sarà costretto d’ora in avanti a lavorare più di squadra, piuttosto che pensare di stare davanti a Leclerc come a inizio stagione. Un imperativo d’obbligo, dato che il monegasco rimarrà alla Rossa e lo spagnolo si sta giocando il suo futuro, nonostante la possibilissima costrizione di dover ‘retrocedere’ in qualche team di bassa fascia (possibile la Williams), in attesa di una big fra due anni. La speranza Red Bull è al momento svanita fino al 2026 incluso, la Mercedes pensa di affidare il volante di Hamilton al talento Antonelli, per questo l’unica possibilità è quello di chiudere alla grande la stagione. Con costanza e senza screzi interni con Leclerc, che dopo la vittoria di Montecarlo ha lanciato un chiaro messaggio su chi vuole essere considerato come primo pilota il prossimo anno, nonostante l’arrivo di Hamilton. Dimostrare di essere un pilota costante e a punti, fino alla fine, è sicuramente un bene sia per Sainz, sia per la Ferrari, sia per Vasseur, che ha elogiato proprio settimana scorsa lo spagnolo: “Continua ad avere lo stesso atteggiamento di inizio febbraio, quando ha saputo dell’addio a fine 2024 — aveva detto il francese — Mi ha detto di voler spingere fino all’ultima curva di stagione”.
Nei 24 punti di distacco (276-252) tra Red Bull e la Ferrari in classifica, va considerato anche il fatto che Sainz non ha corso a Jeddah per l’appendicite, altrimenti sarebbero potuti essere molti di meno. La Ferrari c’è, si è già presa la seconda vittoria in stagione (sebbene su due piste atipiche come Melbourne e Montecarlo) e può continuare a massimizzare portando risultati a casa. Proprio quello che Vasseur chiederà a Sainz e Leclerc: più punti possibili per allontanare anche la minaccia (concreta) di una McLaren arrivata quasi a pari livello della Rossa. Rinvigorita dagli aggiornamenti introdotti a Miami e da un duo, Norris e Piastri, che si rivela essere il più forte al momento insieme a quello Ferrari. Sia l’inglese sia l’australiano sanno massimizzare nei i risultati come i ferraristi, la differenza la fa un inizio di stagione sofferente di Piastri per un feeling mancato con la vettura. La McLaren è a soli 68 punti di distanza da Maranello nei Costruttori (ferma oggi a 184 punti) e fa sul serio per la rimonta. Quello che la Ferrari non vuole augurarsi. L’obiettivo della Rossa è proseguire un cammino di crescita che vuole arrivare a rompere un digiuno lunghissimo anche nella classifica-marche, oramai attivo dall’ultimo successo nel lontano 2008.