Diritti

“Gli Stati Ue non sono preparati per garantire a tutte le persone con disabilità il voto”

Con le elezioni europee ormai alle porte, il Forum Europeo sulla Disabilità (EDF) ha pubblicato un decalogo sull’importanza del voto per le persone con disabilità. Senza ovviamente proporre suggerimenti per chi esprimere il proprio suffragio, l’EDF evidenzia che sono diversi i temi su cui l’Ue focalizza l’attenzione per migliorare la qualità di vita di donne e uomini in condizione di fragilità motoria, sensoriale, intellettiva, cognitiva, relazionale. Una platea di circa 100 milioni di cittadini over 16 in tutto il continente (dati Eurostat 2022). Il Forum denuncia che “ci sono alcuni ostacoli che non consentono di esprimere il proprio suffragio a circa 400mila persone disabili“. Secondo l’Agenzia Ue per i diritti fondamentali, tali impedimenti includono, ad esempio, seggi inaccessibili e restrizioni al voto per i soggetti sotto tutela legale. Tra i Paesi indicati a vario titolo come inadempienti, ci sono Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Ungheria. Il Forum, tra le varie cose, auspica di mettere a disposizione servizi di trasporto gratuito per consentire ai soggetti non autosufficienti di recarsi al voto oltre all’utilizzo di tecnologie di descrizione audio, schede elettorali in Braille e informazioni chiare per i cittadini con disabilità cognitive.

Tra i motivi per andare a votare l’EDF spiega che “l’Ue ha spinto i governi nazionali a migliorare l’accessibilità dei servizi pubblici e ha approvato leggi che miglioreranno gradualmente l’accessibilità di prodotti e servizi”. Su questo aspetto, in particolare, l’Italia è sotto procedura d’infrazione per inadempimento dei regolamenti comunitari. Poi ci sono altri temi evidenziati dal Forum su cui Bruxelles si impegna, come la tutela delle pari opportunità e dignità dei più fragili e dà indicazioni vincolanti per i singoli Stati di “buone pratiche” e “prestazioni minime da garantire”, ad esempio l’approvazione di fondi ad hoc per le politiche a sostegno delle disabilità, maggiori tutele sul lavoro, oltre al sostegno scolastico, progetti di vita indipendente e diritto alla mobilità accessibile per tutti. “Che cosa ha mai fatto l’UE per me? Perché dovrei votare alle elezioni europee?”. Sono questi i principali quesiti ricevuti dal Forum. L’EDF è un’ong indipendente che riunisce associazioni rappresentative di persone con disabilità di tutta Europa ed è gestita da cittadini disabili e dalle loro famiglie. “L’Ue ha un impatto significativo sulla vita delle persone con disabilità – si legge nel decalogo-. Non solo approva leggi e iniziative che sono generalmente più progressiste in materia di diritti dei disabili rispetto alle iniziative nazionali, ma indirizza anche i finanziamenti per aiutarle”.

Per fare un focus sui diritti delle persone con disabilità che vivono in Ue, ilfattoquotidiano.it ha contattato Luisella Bosisio Fazzi, unica rappresentante italiana del Gruppo Donne del Forum Europeo e nota nel settore delle disabilità per la sua esperienza decennale. “Le criticità sono diverse”, spiega, “riscontriamo violazioni del diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione, esclusione sociale e povertà assoluta, diritto al lavoro negato, oltre alla partecipazione politica, sociale e culturale e negazione della capacità giuridica. Per le donne con disabilità – aggiunge Bosisio Fazzi – anche violenza e abusi, la negazione dei diritti sessuali e riproduttivi (aborto e sterilizzazione forzata), ulteriore disparità di salario e segregazione. Per il membro del board dell’EDF nonostante gli stati membri dell’Ue abbiano ratificato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità “non c’è un esempio positivo omogeneo valido su tutto il territorio. Ogni ambito descritto nelle criticità viene affrontato in maniera molto diversa da Paese a Paese. Gli Stati più virtuosi sono quelli che non respingono le leggi europee ma cercano di adeguarsi, quelli dove si evidenziano più discriminazioni sono quelli che rifiutano e/o rallentano l’introduzione nei loro ordinamenti giuridici i principi e i valori contenuti nelle norme comunitarie”.

L’Italia sul tema del diritto al voto per tutti è all’avanguardia ma ci sono degli ostacoli irrisolti. “In Italia tutte le persone con disabilità possono votare, comprese le persone sotto tutela. Ottimo diremmo, peccato che poi le campagne elettorali, i seggi e le procedure di voto sono molto complesse. Possiamo votare ma a volte non riusciamo nei fatti” dichiara Bosisio Fazzi. L’EDF denuncia che ci sono circa 400mila persone fragili potenziali elettori che non potranno recarsi alle urne. Su questo aspetto l’esperta internazionale traccia una situazione negativa. “Gli Stati Ue non sono preparati a garantire al cittadino con disabilità di poter votare, di essere eletto e di partecipare ai comizi. Inoltre”, continua, “la maggioranza dei partiti non è in grado di garantire sempre l’accessibilità delle loro campagne e fruibilità dei programmi”. Ancora barriere e discriminazioni. “Il problema di fondo sono i pregiudizi e gli stereotipi sulla loro capacità di fare una scelta, di aver bisogno di un aiuto e di non sapere come fare a votare”, sottolinea la rappresentante EDF. Infine c’è il grande tema della guerra in Ucraina e delle grandissime difficoltà nel garantire soccorsi inclusivi alle persone non autosufficienti. “Fin dall’inizio del conflitto, l’EDF si è messa in contatto con le organizzazioni locali per denunciare la grave situazione delle persone con disabilità la cui maggioranza è sempre stata rinchiusa in istituti con situazioni di segregazione e abbandono”, denuncia. Centri bombardati, senza alcuna difesa e possibilità di sottrarsi a tali eventi. Da subito le organizzazioni di persone con disabilità confinanti con l’Ucraina hanno messo in campo azioni concrete di supporto che continuano anche ora. “Abbiamo costruito un programma specifico con altre grandi realtà con l’obiettivo di fare luce sulla terribile condizione delle persone fragili, di sostenerle per quanto possibile, di promuovere l’inclusione dei soggetti più fragili nella più ampia risposta umanitaria in Ucraina e nei Paesi dell’UE” dice al Fatto.it Bosisio Fazzi. “Ci impegniamo anche a garantire il recupero delle persone con disabilità, oltre a costruire la capacità operativa del movimento locale delle persone con disabilità a lungo termine”, conclude.