Dopo i primi casi registrati negli USA nelle scorse settimane, l’influenza aviaria colpisce anche l’Australia per la prima volta. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) precisa che si tratta di una bambina di due anni e mezzo le cui condizioni di salute, dopo il ricovero in ospedale a Melbourne, sono buone. Si tratta, dunque, della prima infezione umana confermata causata dal virus dell’influenza aviaria A (H5N1) nello stato australiano. Attualmente, la fonte di esposizione al virus è sconosciuta: molto probabilmente, la bambina avrebbe contratto il virus in seguito a un viaggio in India, luogo in cui il virus è stato rilevato in passato negli uccelli.

Sulla base delle informazioni disponibili, l’Oms – in questo momento – valuta “basso” il rischio per la popolazione generale rappresentato da questo virus. Le infezioni da virus dell’influenza aviaria negli esseri umani possono causare malattie che vanno da lievi infezioni del tratto respiratorio a malattie più gravi. Negli ultimi 21 anni sono stati segnalati da 24 paesi ben 891 casi di infezioni umane da influenza aviaria A (H5N1), compresi 463 decessi. Quasi tutti questi casi sono stati collegati ad uno stretto contatto con uccelli infetti vivi o morti o ad ambienti contaminati. L’infezione umana ha comunque un alto tasso di mortalità ma, ad ora, la probabilità di diffusione da uomo a uomo è bassa data la scarsa capacità di trasmissione prolungata del virus.

Il primo caso in Australia – “Poiché il virus continua a circolare nel pollame, permane il rischio di ulteriori casi sporadici nell’uomo”, ha affermato l’Oms. Attualmente in Australia un gruppo di monitoraggio si riunisce settimanalmente per valutare qualsiasi rischio in corso e per coordinare la risposta all’evento è stato attivato il National Incident Centre. Allo stesso tempo, il Centre for Disease Control australiano consiglia fortemente di vaccinarsi ogni anno contro l’influenza stagionale, in particolare a coloro che lavorano in un allevamento o in una fabbrica di pollame e che viaggiano all’estero in paesi con focolai di influenza aviaria. Dal canto suo l’India ha avviato sul suo territorio un’indagine epidemiologica.

Per arrivare al primo contagio australiano bisogna fare un passo indietro. Infatti, il tutto era stato annunciato dall’Australia lo scorso 22 maggio: più precisamente, nello Stato di Victoria, era stato confermato un caso in laboratorio di infezione umana da virus dell’influenza aviaria. Nella nota del Dipartimento della Salute si parlava genericamente di un bambino rientrato da un viaggio in India: ora l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) rivela che il primo paziente australiano è proprio la bambina di due anni e mezzo. Insieme alla famiglia, la piccola era rientrata in Australia l’1 marzo e il 2 si era presentata in un ospedale di Victoria. Due giorni dopo era stata trasferita al reparto di Terapia intensiva di un ospedale di riferimento a Melbourne, a causa del peggioramento dei sintomi, per un periodo di una settimana e successivamente dimessa dopo due settimane e mezzo. La famiglia aveva riferito i sintomi accusati dalla figlia: perdita di appetito, irritabilità, vomito e febbre, per di più accusati durante il pernottamento in India.

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