“La lotta contro l’inflazione non è ancora finita”. Christine Lagarde, a pochi giorni dal primo taglio dei tassi dal 2019 effettuato dalla Bce, ha spento così i facili entusiasmi e gelato le speranze di chi già dava per scontata una seconda sforbiciata nella prossima riunione del 18 luglio. La numero uno dell’Eurotower ha scelto il blog della banca centrale per spiegare più in dettaglio come intende muoversi nei prossimi mesi e fugare ogni equivoco sulle future mosse di Francoforte, dove prosegue il braccio di ferro tra falchi e colombe. Sulle posizioni all’interno del board tutto sarà più chiaro quando verranno pubblicate le minute dell’ultimo incontro, ma il governatore della Banca centrale austriaca, Robert Holzmann, ha già dichiarato di essere stato l’unico membro del direttivo a dissentire sul taglio. Intanto Lagarde torna ad avvertire che “i tassi di interesse resteranno restrittivi per tutto il tempo necessario ad assicurare una stabilità su base duratura”.

L’ex ministra delle finanze francese spiega come si sia sulla buona strada per raggiungere entro fine anno l’agognato 2%, il target di riferimento dell’Eurotower. Ma “c’è ancora una lunga strada da fare” prima che l’inflazione venga definitivamente battuta. E “non sarà un cammino semplice – aggiunge – servono vigilanza, impegno e perseveranza”. “In altre parole – dice a chiare lettere – dobbiamo ancora tenere il piede sul freno per un po’, anche se non siamo più pressati come tempo fa”. La presidente della Bce indica dunque i tre criteri su cui si baseranno le prossime decisioni di politica monetaria dell’Eurotower: “Dipenderanno da tre cose: se l’inflazione tornerà verso il nostro target in maniera tempestiva, se la pressione dei prezzi sull’economia si allenterà, se la nostra politica monetaria si dimostrerà efficace nel contenere l’inflazione”. “Questi fattori – conclude – determineranno quando potremo togliere il piede dal freno”. Se tutto filerà nel verso giusto, probabilmente il 12 settembre. Presto però per dirlo.

Lunedì si vedrà come reagiranno i mercati, che hanno chiuso la settimana deboli proprio di fronte alla cautela della Bce, con la percezione che il tragitto per la discesa dei tassi nell’Eurozona potrebbe essere più lungo del previsto. Ma nei prossimi giorni l’attenzione si sposterà tutta sull’altra sponda dell’Atlantico, con la Fed che mercoledì è chiamata a prendere la sua decisione. Salvo clamorose sorprese i tassi resteranno in questo caso invariati, e sarà dalle parole di Powell che i mercati cercheranno di capire quando la stagione dei tagli partirà anche negli Stati Uniti. Probabilmente, come scommettono molti economisti, il 18 settembre, prima quindi delle elezioni americane del 5 novembre. Presto poi per dire se nel 2024 i tagli della Fed saranno più di uno: su questo gli esperti appaiono divisi. Sullo sfondo un’inflazione che negli Usa preoccupa di più che nel Vecchio Continente, tornata di recente a salire e con un ritmo di discesa che appare più lento rispetto all’Eurozona.

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