Un attacco con i droni a 900 km dalle zone di guerra a pochi giorni dall’ok dato a Kiev dai Paesi Nato a utilizzare le armi occidentali a corto raggio per colpire le basi russe oltreconfine da cui partono gli attacchi su Kharkiv. Lo hanno condotto le forze armate ucraine contro un aeroporto militare in Ossezia del nord, territorio russo. A riportarlo è l’Ukrainska Pravda, secondo cui Kiev ha lanciato oggi per la prima volta un attacco con droni contro l’Ossezia Settentrionale-Alania, a circa 900 km dalla linea del fronte nella regione parzialmente occupata di Zaporizhzhia. Il governatore della regione, Sergii Minyailo, ha affermato che 3 droni sono stati abbattuti a Mozdok, che ospita un aeroporto militare da dove decollano i bombardieri e i Mig russi che attaccano l’Ucraina.
“Si tratta di un lavoro pianificato dall’intelligence ucraina e di un’applicazione di successo di mezzi nazionali migliorati”, ha confermato una fonte della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa di Kiev (Gur), specificando che si è trattato del primo attacco all’aeroporto di Mozdok. “Le strutture militari del nemico, che sono coinvolte nella guerra genocida della Russia contro gli ucraini, non dovrebbero essere al sicuro”, ha osservato la fonte.
Il ministero della Difesa di Mosca ha riferito anche che nella notte 25 droni sono stati distrutti nelle regioni meridionali della Russia di Kuban e Astrakhan, nella regione occidentale di Tula e nella penisola di Crimea annessa a Mosca. Funzionari filo-russi che amministrano le regioni ucraine parzialmente occupate di Kherson e Luhansk hanno riferito che gli attacchi ucraini hanno provocato la morte di almeno 27 persone. Un raid ucraino venerdì nella piccola città di Sadove, nella regione parzialmente occupata di Kherson, ha ucciso 22 persone e ferito 15 persone, ha detto il governatore filo-russo, Vladimir Saldo.
Più a est, Leonid Pasechnik, il governatore insediato dalla Russia nella regione parzialmente occupata di Luhansk, ha detto che altri due corpi sono stati estratti dalle macerie in seguito all’attacco missilistico ucraino di venerdì sulla capitale regionale, portando il bilancio delle vittime a 5. Pasechnik ha anche detto che 60 persone sono rimaste ferite nell’attacco.
Kiev, da parte sua, ha fatto sapere che nella notte le forze russe hanno lanciato contro l’Ucraina 13 droni kamikaze, 9 dei quali sono stati abbattuti dalle difese aeree, ha reso noto l’Aeronautica militare, aggiungendo che è stato distrutto anche l’unico missile da crociera lanciato da Mosca. I droni e il missile, un Kh-59, sono stati neutralizzati nelle regioni di Kharkiv, Zaporizhzhia, Poltava e Dnipropetrovsk.
Sul fronte internazionale gli Stati Uniti tornano ad alzare la voce. Intervenendo all’incontro annuale della Arms Control Association, un gruppo che sostiene i limiti alle armi nucleari, Pranay Vaddi, direttore senior del Consiglio di sicurezza nazionale, ha detto che Washington potrebbe essere costretta a espandere il proprio arsenale atomico se la strategia nucleare di Cina e Russia non cambierà. “In assenza di un cambiamento nella traiettoria dell’arsenale avversario, nei prossimi anni potremmo raggiungere un punto in cui sarà necessario un aumento rispetto all’attuale numero di unità schierate, e dobbiamo essere pienamente preparati ad eseguirlo se il Presidente prenderà questa decisione”, ha affermato Vaddi, come riporta il New York Times.
Per ora, gli Stati Uniti stanno ammodernando, non espandendo il proprio arsenale nucleare, ha sottolineato l’alto funzionario, aggiungendo che Washinton è pronta a perseguire accordi sul controllo degli armamenti per ridurre le minacce nucleari “limitando e modellando” le forze nucleari degli avversari, ha detto Vaddi. Tuttavia, il rifiuto della Russia di negoziare un accordo sul controllo degli armamenti nucleari successivo a quello attuale – il New Start – ha “gettato un’ombra” sulle questioni diplomatiche, ha osservato Vaddi. Secondo il quale lo sviluppo della bomba a gravità B61-13 – arma nucleare destinata ad essere utilizzata contro obiettivi militari rinforzati di grandi dimensioni – è un esempio del tipo di progetti che gli Usa avrebbero perseguito in mancanza di un cambiamento della strategia nucleare di Russia e Cina.
Le parole di Vardi, commenta il Nyt, rappresentano l’avvertimento pubblico più esplicito finora che gli Stati Uniti sono pronti a passare dal semplice ammodernamento del proprio arsenale all’espansione. Oltre ad essere un avvertimento al presidente russo Vladimir Putin sulla probabile reazione degli Stati Uniti nel caso in cui il New Start scadesse, nel febbraio 2026, senza essere sostituito. Non ci sono stati colloqui con la Russia da quando ha invaso l’Ucraina per negoziare un accordo sostitutivo del New Start, che limita ciascun Paese a 1.550 armi nucleari strategiche dispiegate, del tipo che può essere lanciato da un continente all’altro.