Musica

Vasco Rossi è il KOMandante che vive e lotta per noi a San Siro contro il potere della dittatura che cancella i diritti. Con Asilo Republic punzecchia la Meloni: “Giorgia! T’amerò”

Una scaletta ricca che non fa sconti a nessuno ed è contro le guerre, la paura, la follia della società di oggi. Il messaggio dell'artista è chiaro: è un momento difficile, ma ci dobbiamo provare lo stesso

di Andrea Conti
Vasco Rossi è il KOMandante che vive e lotta per noi a San Siro contro il potere della dittatura che cancella i diritti. Con Asilo Republic punzecchia la Meloni: “Giorgia! T’amerò”

Duro e puro. Vasco Rossi batte i pugni sul tavolo per risvegliare le coscienze e lancia un grido d’allarme disperato contro i totalitarismi, le fake news, l’ipocrisia, il pregiudizio, il potere che nega i diritti, l’odio e le guerre. La musica e le canzoni più efficaci di mille parole. Siamo ben oltre, nelle intenzioni, dell’annunciata “social set-list”, composta da 24 pezzi e un medley di 7 brani. Quella che si è consumata ieri sera, nel primo dei 7 “Super E20” old out da tempo allo Stadio San Siro di Milano, è una vera e propria rivoluzione, attuata e voluta dal KOMandante per eccellenza della storia musica italiana. “Sarà difficile cavarsela da questa situazione”, ma intanto l’invito dell’artista è di provarci lo stesso.

IL FORTE LEGAME CON MILANO – C’era grande attesa, dopo le prime prove al locale Cromie di Castellaneta e le due date a Bibione per scaldare i motori con la carica di un pubblico imponente per questo tour con 600mila spettatori, di cui circa 400mila solo a Milano. Vasco è planato come un supereroe sulla città meneghina con un elicottero un paio di giorni prima, per poi essere pronto ad affrontare il palco. Del resto lo stadio milanese si è trasformato, di fatto, nella sua residenza per 20 giorni. “Ne faccio sette di San Siro, ma ne avrei fatti anche dieci, ma so che ci devono suonare anche altri”, ha affermato con la sua classica ironia Vasco che arriva, a conti fatti, a ben 36 San Siro totali nella sua carriera, il debutto è stato con “Fronte del palco Tour” il 10 luglio 1990. Un record suggellato dalla consegna della Pergamena della Città di Milano che è stata consegnata dal Sindaco Giuseppe Sala. Poco prima dello show di ieri, invece, è arrivato un riconoscimento da parte della regione Lombardia, consegnato dal Presidente Fontana.

“BLASCO ROSSI” APRE LE DANZE ROCK – Una volta entrati nello stadio l’impatto con l’allestimento è imponente: un palco largo 86 metri, profondo 25, alto 28 metri e dominato da 5 giganteschi schermi con tecnologia multiscreen sui quali si susseguono in apertura le immagini di un drago e poi un cuore che batte, i due laterali curvi danno la visuale a tutto lo stadio. Così, come da tradizione, lo show si apre – tra gli applausi di 58mila fan – con tre pezzi duri e puri, tirati per dare subito la “scossa” al pubblico. Si inizia con “Blasco Rossi” (che mancava in scaletta dal 2018) e non è un caso perché in questi anni la “combriccola” si è allargata parecchio “Il termine combriccola del Blasco nacque a Rimini o Riccione durante un’estate, – ha raccontato Vasco sui social – ero stato fuori con delle amiche di Milano ed erano tornate a casa un po’ tardi, ricordo che avevano 18 anni. La nonna vedendo arrivare una delle ragazze si era arrabbiata e le aveva detto: secondo me siete state con la combriccola del Blasco Rossi”.

PUNZECCHIA LA MELONI E I FARABUTTI DELLA TERRA – Poi arriva “Asilo Republic” scritta 40 anni fa dedicata, non a caso, alla premier Giorgia Meloni. Alcuni versi della canzone sono modificati: “Ci vuole un agente e allora vedrete con la polizia che la situazione ritornerà come prima – canta Vasco – Giorgia! T’amerò, yeah, Giorgia t’amerò”. “Gli spari sopra” che risuona come un monito, oggi più che mai: “È sempre stato facile fare delle ingiustizie. Prendere, manipolare e fare credere, ma adesso state più attenti perché ogni cosa è scritta”. Poi Vasco si rivolge al suo esercito pacifico: “Siamo sempre qui, lucidi e vivi, finalmente a Milano! Noi siamo qui questa sera per fare rock. È lo spettacolo più potente dell’universo, è il primo dei magnifici sette: sette volte sette San Siro” mentre sul wall scorrono i numeri da 1 a 7 a ricordare il record che Vasco batterà quest’anno al Meazza. Una serata “contro i farabutti che governano questo mondo”.

NON MANCANO LE CHICCHE – C’è anche il gradito ritorno, dopo 17 anni, di “Basta Poco”. Una necessità urgente e necessaria perché il brano sembra scritto nel 2024 ed è dedicato a tutti quelli che si montano la testa in fretta (“basta andare in televisione che la gente subito ti riconosce per la strada”) ma anche a chi “basta poco per essere intolleranti” e il pensiero corre a Matteo Salvini. Tra le chicche della scaletta da segnalare la bellissima “Jenny è pazza”, che torna live dopo 25 anni. Un brano importante e delicato che parla di depressione, malattia che sembra prendere sempre più piede nella società moderna. Un brano dolce-amaro che lascia però un barlume di speranza “forse potrà anche guarire un giorno”. L’unico medley della serata è ricchissimo: “La strega (la diva del sabato sera)”, “Cosa vuoi da me”, “Vuoi star ferma”, “Tu vuoi da me qualcosa”, “Occhi blu” e “Incredibile romantica”.

VASCO TOCCA LE CORDE DELL’ANIMA – Non poteva mancare “Gli sbagli che fai”, singolo pubblicato nel settembre del 2023 in concomitanza con l’uscita della bella docu-serie prodotta da Netflix “Il supervissuto”. Ma dalle montagne russe e dall’adrenalina delle chitarre e del rock, a volte necessariamente si scende per emozionarsi e Vasco sa come toccare le corde dell’anima. Ad esempio con “Gli Angeli”, dedicata a Maurizio Lolli, grande amico nonché primo manager, morto nel 1994 a soli 43 anni per tumore. “E da qui, e da qui… Qui non arrivano gli angeli con le lucciole e le cicale”, urlano all’unisono 58mila persone. E poi c’è l’evergreen “Sally”, dedicata a tutte le donne – ma anche agli uomini – che lottano ogni giorno per sopravvivere. Il bis è a prova di bomba con una dietro l’altra: “Dillo alla Luna”, “Se ti potessi dire”, “Siamo solo noi”, “Vita spericolata”, “Canzone” e il brano cult di intere generazioni “Albachiara”, accolta come sempre in un tripudio generale tra i coriandoli. E poi ci si allontana così, dallo stadio, con un sorriso e qualche certezza in più: l’unione fa (sempre) la forza.

I SUPPORTER DEL TOUR – Come supporter per il tour sono stati scelti Denise Faro che ha incontrato a Los Angeles Vasco che poi le ha regalato, in occasione della giornata delle donne, la canzone “Libera e se mi va”. Denise ha già aperto Vasco a San Siro nel 2019, quest’anno si è esibita con una band di sole donne. Raffi, vero nome Raffaella Pierattoni, che con la sua band “XXENERGY” ha già aperto nel Tour 2022 e 2023.

E POI SI VOLA A BARI – Dopo il debutto milanese si replica stasera, l’11, il 12 il 15 il 19 e infine il 20 giugno. Poi il Blasco vola a Bari con 4 date (il 25, il 26, 29 e 30 giugno) allo stadio San Nicola tutte esaurite e, anche qui, una prima volta: nessuno ha fatto mai prima 4 live di fila. Questo è un live da non perdere perché “è tutto un equilibrio sopra la follia”. Ma quella “vaschiana” è solo una sana e lucida follia, che a noi piace follemente.

LA “SOCIAL” SCALETTA – 1. Blasco Rossi 2. Asilo Republic 3. Gli spari sopra 4. Gli sbagli che fai 5. Quanti anni hai 6. Come stai 7. Vivere senza te 8. Bollicine 9. Jenny è pazza 10. Sally 11. Domenica lunatica * Interludio 2024 / Echo Lake * 12. Un gran bel film 13. La fine del millennio 14. Gli angeli 15. Basta poco 16. C’è chi dice no 17. La strega (la diva del sabato sera) / Cosa vuoi da me / Vuoi star ferma! / Tu vuoi da me qualcosa / Occhi blu / Incredibile romantica / Ridere di te 18. Rewind 19. Il mondo che vorrei 20. Dillo alla Luna 21. Se ti potessi dire 22. Siamo solo noi 23. Vita spericolata 24. Canzone 25. Albachiara

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