“Karl Lagerfeld rimarrà un mistero per sempre, come la sua vita. Meglio così, perché quando si vuole essere mitici, certe cose devono restare nascoste, nell’ombra”. Così diceva Alessandro Michele, il nuovo direttore creativo di Valentino, di colui che è stato definito “l’ultimo imperatore della moda”, lo stilista che più di tutti ha lasciato un segno indelebile nella moda contemporanea. E invece ora, come da un buco della serratura, sbirciamo nell’anima tormentata di Lagerfeld. Lo facciamo con “Becoming Karl Lagerfeld”, la nuova serie tv uscita il 7 giugno su Disney+ che in 6 episodi ci porta nella Parigi degli Anni 70, un periodo cruciale per la formazione del celebre stilista tedesco. A vestire i panni del giovane Karl c’è Daniel Brühl, sublime nell’interpretare ancora lo stilista ancora acerbo, lontano dall’immagine algida e controllata che tutti conosciamo.
Un uomo in cerca del suo posto nel mondo, diviso tra ambizioni smisurate e fragilità interiori. La sua interpretazione intensa e sfumata coglie l’essenza di un Lagerfeld inedito, alle prese con i demoni interiori e le contraddizioni di un animo complesso. Dietro i celebri occhiali scuri e la mitica coda di cavallo si celava infatti un essere umano tormentato, dilaniato da insicurezze e da un’insaziabile fame di successo. La serie ci svela i silenzi eloquenti di Karl, la sua abitudine di mangiare dolci in segreto, gesti che rivelano la sua fragilità e la sua umanità.
“Becoming Karl Lagerfeld” non è solo un racconto sulla moda, ma un viaggio immersivo nella Parigi degli Anni 70, un’epoca di fermento creativo e di grandi cambiamenti: la telecamera ci trasporta in questo mondo bohémien, fatto di artisti, stilisti e celebrità che vivevano la vita con passione e trasgressione.
Al centro di questo scenario vibrante troviamo Karl Lagerfeld e Yves Saint Laurent, due giovani stilisti uniti da un’amicizia iniziale che poi si scontra con le reciproche ambizioni e le rivalità in amore. Karl viene definito un “mercenario del prêt-à-porter”, lotta per affermare la sua identità artistica e per trovare il suo posto nel mondo della moda: è un uomo ispirato, dalla cultura immensa, esagerato nei modi, altero e igienista, re delle frecciatine e delle battute.
Ma la serie va oltre facciata, svelando segreti, passioni, pulsioni e contraddizioni di Lagerfeld, senza timori e con un’audacia che la porta a raccontare anche gli aspetti più intimi della sua vita, tra cui la sua omosessualità, all’epoca ancora un tabù. Il suo legame con Jacques de Bascher, un “aristocratico che non ha paura di niente”, è ben narrato, tra passione e platonicità. Yves, invece, è travolto dai vizi e dalla lussuria e cede alle tentazioni del mondo bohémien. Si contendono la scena e le attenzioni e questo loro testa a testa forgerà per sempre il carattere di Karl.
Ma “Becoming Karl Lagerfeld” è anche un’indagine sull’animo umano, un’esplorazione delle contraddizioni che abitavano il suo cuore: la serie ci mostra un uomo tormentato dal rapporto conflittuale con la madre, ossessionato dalla perfezione, preda di un’estenuante disciplina e animato da un’innegabile tenacia. Attraverso i suoi successi e i suoi fallimenti, scopriamo le origini del suo stile unico, la sua capacità di reinterpretare i codici classici della moda e la sua infaticabile dedizione al lavoro.
Oltre alle vicende personali di Lagerfeld, la serie offre uno sguardo interessante sulla scena artistica e culturale della Parigi degli Anni 70 e sul mondo della moda dell’epoca: vediamo le rivalità tra gli stilisti, le prime sfilate di prêt-à-porter e il fermento creativo che animava la scena parigina. Ma anche i fermenti creativi di quel periodo, i locali notturni frequentati da artisti e intellettuali, le nuove tendenze che andavano ad affermarsi cambiando per sempre abitudini e costumi.
Un plauso va agli attori ma anche alla scenografia che ricrea fedelmente l’atmosfera della Parigi degli Anni 70. I costumi, le acconciature e il trucco sono impeccabili, e la colonna sonora è composta da brani iconici di quell’epoca. Insomma, “Becoming Karl” emoziona, fa riflettere e ci regala uno sguardo inedito su uno dei più grandi stilisti del XX secolo, cosa tutt’altro che facile vista la quantità enorme di libri, film e trattazioni varie già dedicati alla sua vita.