Il primo dato che balza all’occhio è l’ultradestra di AfD al secondo posto. Ma i risultati delle elezioni europee in Germania dicono soprattutto un’altra cosa: al governo del Paese ci sono tre partiti che escono tutti pesantemente bocciati dal voto. Tanto che il “semaforo” – formato da Spd, Verdi e Fdp – è già stato ribattezzato “la coalizione dei perdenti“. Al di là di quali saranno i dati definitivi che emergeranno dalle urne, le prime proiezioni sono già delle sentenze. I socialisti del cancelliere Olaf Scholz sono dietro anche all’Alternative für Deutschland e raccolgono metà dei consensi rispetto alla Cdu/Csu, che con il 30% dei consensi si staglia nettamente come primo partito nel Paese. I Verdi pagano l’esperienza al governo crollando più di tutti rispetto alle europee del 2019. I liberali di Fdp ballano pericolosamente intorno al 5%, la soglia sotto la quale alle elezioni federali finirebbe addirittura fuori dal Bundestag.
La Spd verso il suo peggior risultato – Se l’ultradestra festeggia quello che il co-leader di AfD Tino Chrupalla definisce un risultato “storico“, le forze al governo si ritrovano più fragili che mai. Nessuno nella coalizione può essere soddisfatto. E la sconfitta alle urne finirà per intensificare i contrasti. Soprattutto una persona è già sotto forti pressioni: il cancelliere Scholz. La Spd rischia di firmare il peggior risultato mai ottenuto in tutte le 10 elezioni europee svoltesi finora: il record negativo è stato il 15,8% del 2019. Il partito, pur ammettendo la “dura sconfitta”, ha provato a fare quadrato attorno al proprio leader: “Il Cancelliere federale è a capo di questo governo, che abbiamo formato insieme con tre partiti, e continuerà a esserlo”, ha detto la co-presidente del partito socialdemocratico, Saskia Esken.
Il cancelliere Scholz sotto pressione – Il fatto che abbia dovuto sottolinearlo però è una spia del livello di allerta. Anche perché la Cdu, forte del risultato delle urne, già preme su Scholz: “Quella di oggi è una grave sconfitta per il cancelliere, che ha messo il suo volto sui manifesti elettorali”, ha detto Friedrich Merz, leader del partito popolare tedesco. Che poi ha invitato Scholz a sostenere la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (della Cdu) nella sua candidatura per un secondo mandato. Mentre il segretario generale della Cdu, Carsten Linnemann, ha chiesto al cancelliere di sottoporsi a un voto di fiducia in Parlamento. Una richiesta che ha la forza dei risultati elettorali: le prime due forze di opposizione sono anche le prime alle urne. E la Cdu da sola ha ottenuto quasi gli stessi voti delle tre forze al governo.
Il crollo dei Verdi e AfD prima forza a Est – Se Scholz e la Spd deve fare i conti con la sconfitta, i Verdi vedono materializzarsi una vera e propria emorragia di consensi. Sono il partito che ha perso più voti rispetto alle ultime europee – avevano superato il 20% – ma perdono anche rispetto alle ultime elezioni federali. La tendenza continua a essere negativa. Così come per i liberali di Christian Lindner: la Fdp è stata perfino superata dall’alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw), la neonata formazione dei populisti di sinistra guidata dall’ex volto della Linke. Il risultato di Wagenknecht fa il paio con quello di AfD. “Siamo avanti al partito del cancelliere, avanti ai Verdi e ai liberali di Fdp. E vogliamo vincere anche le prossime elezioni in Germania”, ha sottolineato il leader dell’ultradestra Chrupalla. Nel voto giovanile (16-24 anni), Cdu e Afd risulterebbero appaiate al 17%, con un incremento di 12 punti rispetto al 2019 di giovani elettori di estrema destra. Soprattutto, l’AfD è primo partito nella ex Ddr: nella parte est della Germania, dove era già tradizionalmente forte, l’ultradestra è davanti anche alla Cdu. Mentre la Spd di Scholz viene superata anche dal partito di Wagenknecht. Sono altri due campanelli di allarme per il governo. E il primo settembre si vota in Sassonia.
Cosa farà la Cdu – Il voto nel Land orientale con capitale Dresda riproporrà con forza anche un altro tema: cosa farà la Cdu? Una delle eredità di Angela Merkel infatti è il veto a qualsiasi alleanza con AfD. Un diktat che per ora non è mai caduta, ma che potrebbe diventare un problema se il partito di ultradestra dovesse continuare a crescere. Per ora per confermare la linea è intervenuto all’Ansa il presidente del Ppe, Manfred Weber: “Afd è un partito molto specifico, con un volto molto specifico: molti di loro sono veri nazionalisti e neonazisti. Credono in un’ideologia pericolosa. I cristiano-democratici del Ppe saranno sempre in prima fila per difendere la nostra Europa”. “L’Ue che difendiamo è quella di De Gasperi, Schuman, Adenauer – ha sottolineato – Siamo orgogliosi della nostra Europa e la difenderemo da chi vuole distruggerla. Il risultato di oggi per noi è motivante, il Ppe è l’unico partito democratico di centro che ha guadagnato seggi”.