“E poi si lamentano dell’astensionismo…”. Il commento amaro chiude l’esperienza kafkiana di Andrea Bardin in queste elezioni europee. Residente in Lussemburgo, iscritto nelle liste elettorali italiane e candidato lui stesso nella circoscrizione Nord Est per il Movimento 5 stelle, alla fine non ha potuto votare. Così molti altri italiani residenti in Lussemburgo: migliaia secondo gli addetti del seggio elettorale che lo ha rimandato a casa impedendogli di esprimere il proprio voto. Un pasticcio che si spiega con i ritardi delle comunicazioni lussemburghesi, ma anche con il comportamento delle autorità italiane che, dice Bardin, “se ne sono lavate le mani“.

Andiamo con ordine. Candidato per il Senato nella circoscrizione estera alle ultime politiche, nel 2022 Bardin ha regolarmente votato per l’elezione del Parlamento italiano. Vista la partecipazione a precedenti votazioni in Lussemburgo, aveva provveduto formalmente a certificare la volontà di essere iscritto nelle liste elettorali italiane e tutto era andato liscio. Tanto che, documentazione alla mano, il 24 aprile scorso si è recato all’Ambasciata italiana per validare la sua candidatura alle europee. Al Fatto Bardin mostra l’attestato che, nella stessa data, la Cancelleria Consolare gli ha rilasciato a conferma dell’iscrizione “nelle liste elettorali del comune di Vicenza”. Tuttavia e senza esserne a conoscenza, per qualche ragione Bardin risulta ancora iscritto nelle liste lussemburghesi dei cosiddetti “optanti“, gli italiani che intendono votare per i membri spettanti allo Stato di residenza anziché a favore di quelli spettanti all’Italia. Per evitare che alcuni cittadini risultino in entrambe le liste elettorali, il Lussemburgo comunica gli optanti perché l’Italia li cancelli dai suoi elenchi.

Ed ecco il cortocircuito. Sul sito dell’Ambasciata in Lussemburgo, il 30 maggio la Farnesina dichiara che “detta comunicazione dei nominativi degli optanti è giunta dalle Autorità del Granducato successivamente alla spedizione dei certificati da parte del Ministero dell’Interno italiano, il quale ha poi proceduto alla cancellazione dei cittadini optanti dagli elenchi elettorali italiani”. Manca una settimana al voto e di questa cancellazione i diretti interessati non sanno nulla. Ignaro di tutto, dopo aver ricevuto il certificato elettorale, Bardin era infatti partito per l’Italia dove ha fatto campagna elettorale. Rientrato in Lussemburgo, era pronto per andare a votare nelle date previste del 7 e 8 giugno. Ma al suo seggio, quello di Mersch, arriva la sorpresa: “Dicono che risulto nelle liste degli optanti e quindi, certificato o no, non posso votare”. Nella sua condizione, gli spiegano gli addetti che parlano di “un casino generale”, sarebbero addirittura 7.000 italiani, all’oscuro di tutto fino al momento di entrare nell’urna. Bardin non si perde d’animo, al seggio mette per iscritto un reclamo e di seguito chiama il Consolato: “Hanno confermato che risulto tra gli optanti. Allora ho chiesto di parlare con il Console, di farmi dichiarare in qualche modo che non voterò nelle liste del Lussemburgo e via. Ma non hanno voluto saperne e non c’è stato altro da fare”.

Come scritto il 30 maggio sul sito dell’Ambasciata, “detti cittadini optanti, pur avendo ricevuto il certificato elettorale italiano al proprio domicilio, NON POSSONO ESSERE AMMESSI AL VOTO presso le sezioni elettorali italiane”. Questo è quanto, e tanti saluti al diritto di voto. “O Italia e Lussemburgo non si sono parlati o lo hanno fatto troppo tardi”, riflette Bardin. Che però rilancia: “Anche se in ritardo, quando il Lussemburgo ha inviato la lista degli optanti, l’Italia avrebbe dovuto fare il confronto e comunicare immediatamente ai diretti interessati, istruendoli per risolvere il problema. Invece non ha fatto nulla e ci ha mandati al seggio perché scoprissimo da soli che non potevamo votare”, spiega sconsolato. “Come cittadini all’estero siamo abituati a queste situazioni, sono anni che ci battiamo per i nostri diritti. Ma questo è stato il colmo”. O quasi. Perché in Lussemburgo il voto è obbligatorio e chi non va a votare rischia un’ammenda fino a mille euro. “Visto che risulto nelle liste degli optanti, così ho fatto. Oggi sono andato a votare per eleggere i membri del Parlamento europeo del Lussemburgo: che amarezza”.

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