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Israele, Gantz esce dall’esecutivo: “Non vinceremo come pianificato”. Netanyahu lascia “porte aperte” e a bussare è l’estrema destra

Il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz si è dimesso dall’esecutivo. Lo ha annunciato lo stesso Gantz in una dichiarazione ai media, scrive il Jerusalem Post. “Lascio con il cuore pesante – ha detto – Non vinceremo questa guerra come avevamo pianificato”, ha detto l’ex generale e leader centrista del il Partito di unità nazionale in una conferenza stampa a Kfar Maccabiah, riconvocata dopo l’annullamento di ieri, deciso in seguito alla liberazione dei 4 ostaggi coil blitz delle forze israeliane a Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Gantz ha chiesto al premier Benyamin Netanyahu di andare quanto prima alle elezioni, affermando che per Gaza occorre attuare il piano per il cessate il fuoco offerto dal presidente Usa Joe Biden.

A nulla è valso l’appello di Netanyahu all’ex generale perché non abbandonasse il governo di emergenza nazionale e a non abbandonare la battaglia. “Israele è in una guerra esistenziale su più fronti”, ha scritto Netanyahu su X. “Benny, non è il momento di abbandonare, è il momento di unire le forze”. Il premier ha promesso di andare avanti fino alla vittoria e al raggiungimento di tutti gli obiettivi, “in primo luogo il rilascio degli ostaggi e l’eliminazione di Hamas”. Ed ha aggiunto: “La mia porta rimarrà aperta a qualsiasi partito sionista disposto ad assumersi l’onere e ad aiutare a raggiungere la vittoria sui nemici e a garantire la sicurezza dei cittadini”. A bussare, subito dopo le dimissioni di Gantz, è subito l’estrema destra. Il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, leader dell’estrema destra, ha chiesto di entrare nel gabinetto di guerra. “Ho chiesto al primo ministro di entrare nel gabinetto di guerra”, ha dichiarato Gvir in una lettera pubblicata su X.

Nelle scorse settimane Gantz aveva lanciato un ultimatum chiedendo un piano per la fine della guerra a Gaza e per il futuro della Striscia entro l’8 di giungo. “Netanyahu ci impedisce di avanzare verso la vera vittoria”, ha rilanciato oggi nell’intervento trasmesso in diretta dalle tv israeliane. “Le decisioni strategiche vengono affrontate con procrastinazione ed esitazione a causa di considerazioni politiche“. “Dopo il 7 ottobre, come hanno fatto centinaia di migliaia di israeliani patriottici, ci siamo messi a disposizione. Lo abbiamo fatto anche se sapevamo che si trattava di un cattivo governo. L’abbiamo fatto proprio perché sapevamo che era un cattivo governo”, ha proseguito. “Abbiamo formato un governo di emergenza per una partnership segnata dal destino, non per una partnership politica. Mesi dopo il disastro di ottobre, la situazione nel paese è cambiata”, ha detto ancora Gantz che non ha partecipato al gabinetti di guerra convocato anch’esso nella serata di oggi, domenica 9 giugno.

Ancora: “Lo Stato di Israele ha bisogno e può ottenere una vera vittoria. Una vera vittoria mette il ritorno a casa dei rapiti al di sopra della sopravvivenza al potere. Una vera vittoria unisce il successo militare con un’iniziativa politica e civile”. “Una vera vittoria porterà al collasso di Hamas e alla sua sostituzione. Una vera vittoria consiste nel riportare a casa sani e salvi gli abitanti del nord. Una vera vittoria consiste nello stabilire un’alleanza regionale contro l’Iran guidata dagli Stati Uniti con tutto il mondo occidentale. Una vera vittoria è cambiare le priorità nazionali, ampliare la cerchia dei servizi e dei servitori, e assicurarsi che Israele sia capace di affrontare le sfide che deve affrontare”, ha insisitito.