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Israele, Gantz di nuovo pronto a lasciare il governo. Hamas: “Tre ostaggi e 274 civili palestinesi morti durante il blitz”

Benny Gantz terrà una conferenza stampa a Kfar Maccabiah questa sera alle 20 (alle 19 in Italia), dopo aver annullato quella prevista per ieri sera in cui avrebbe dovuto annunciare il suo ritiro dalla coalizione di governo e dal gabinetto di guerra di Israele. Gabinetto che dovrebbe peraltro riunirsi proprio stasera senza il leader “centrista”. Secondo il quotidiano Times of Israel, che ha riferito la notizia, il rinvio “è stata apparentemente una decisione tattica alla luce del salvataggio di ieri di quattro ostaggi israeliani da Gaza“, e il Partito di unità nazionale sarebbe ancora intenzionato a lasciare il governo a causa della mancata risposta del primo ministro Benjamin Netanyahu all’ultimatum lanciato da Gantz quando, nelle scorse settimane, aveva chiesto un piano per Gaza entro l’8 di giungo. A nulla è valso, dunque, l’appello di Netanyahu all’ex generale perché non abbandoni il governo di emergenza nazionale: “Non rinunciamo all’unità, anche oggi dobbiamo continuare a mostrare responsabilità”.

Intanto, mentre il governo israeliano celebra la liberazione di Noa Argamani, Almog Meir, Andrey Kozlov e Shlomi Ziv con il blitz coordinata di intelligence ed esercito in due diversi luoghi di Nuseirat (foto), Hamas ha fatto sapere che le vittime civili del raid israeliano sono 274 e che durante l’operazione sarebbero morti anche tre ostaggi, di cui uno di nazionalità americana. Intanto il governo di Tel Aviv ha approvato la proposta del premier di intitolare l’operazione al comandante dell’unità Antiterrorismo, l’ispettore capo proclamato “eroe di Israele” Arnon Zamra. “Il mondo – ha scritto in un messaggio su X il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz – ha ammirato il coraggio, la determinazione e la capacità dimostrata da Israele con l’operazione per la liberazione degli ostaggi. Molti hanno mandato messaggi di supporto, ma solo i nemici di Israele hanno protestato per le vittime fra i terroristi di Hamas e i loro complici, accusando Israele di crimini di guerra”. “Noi respingiamo con tutto il cuore queste accuse. Continueremo ad agire con determinazione e forza, in conformità con il nostro diritto all’autodifesa, fino a quando tutti gli ostaggi non saranno liberati e Hamas non sarà sconfitta”, conclude Katz. Soddisfazione da parte del Forum delle Famiglie degli ostaggi che ha parlato di “operazione eroica”. Ma precisa che “l’accordo per il cessate il fuoco è ancora sul tavolo, ed è solo questo che può riportare a casa i vivi per la riabilitazione e i morti per la sepoltura”. Così nelle proteste di ieri in Israele è stato chiesto al governo di Netanyhau di raggiungere una intesa al più presto per riportare a casa gli altri ostaggi. Oltre alla richiesta di immediate dimissioni per il premier. Durante la manifestazione di Tel Aviv, che ha registrato anche incidenti, la polizia ha riferito di 33 arresti.

Supporto a Israele è arrivato dal Pentagono. Dal suo account su X, il comando centrale militare statunitense (Centcom) si è congratulato con Israele per l’operazione in cui, si è poi saputo, hanno partecipato anche gli Stati Uniti, pur senza contributi militari, si è affrettata a commentare la Casa Bianca. Condanne sono arrivate invece dall’Iran che sottolinea l’elevato numero di morti palestinesi, 274 secondo Hamas, che già ieri aveva parlato di 210 morti e almeno 400 feriti a causa del blitz nel campo profughi di Nuseirat. Bilancio che, secondo il ministero della Sanità di Hamas, porta la cifra complessiva dei morti palestinesi a 37.084 dall’inizio del conflitto. Il ministero degli Esteri di Teheran parla di “risultato dell’inazione dei governi e degli organismi internazionali responsabili, compreso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di fronte a otto mesi di crimini di guerra e violazione del diritto internazionale umanitario da parte del regime israeliano occupante”. Secondo il funzionario, anche l’Europa e gli Stati Uniti sono responsabili di quanto accaduto, perché hanno continuato a fornire armi a Israele. Così la Turchia: “Con quest’ultimo barbaro attacco, Israele ha aggiunto un altro crimine alla lista di quelli che ha commesso a Gaza”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Ankara, che chiede al Consiglio di Sicurezza Onu di esercitare la sua responsabilità, ricordando che Israele “è sotto processo davanti alla Corte internazionale di giustizia (Cig) per aver violato i suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio del 1948”.

Intanto le forze di difesa israeliane (Idf) in una nota fanno sapere che proseguono le operazioni militari in tutta la Striscia di Gaza. In particolare, si legge, truppe della 198ma Divisione stanno operando nella città di Deir al Balah e nel campo profughi di Bureij, dopo aver preso parte alla liberazione di quattro ostaggi, nella quale sono stati “eliminati molti terroristi e smantellate infrastrutture terroristiche”. I soldati a terra ricevono l’appoggio dei caccia dell’aviazione. Nell’area meridionale di Rafah, invece, è in azione la 162ma Divisione, che conduce operazioni basate su informazioni d’intelligence e ha localizzato diversi tunnel e condotti verticali e grandi quantità di armi, esplosivi ed equipaggiamento militare. Nel centro di Gaza opera la 99ma Divisione, con il compito di smantellare le infrastrutture dei terroristi. Nel sud di Gaza City sono stati sparati diversi colpi di mortaio alle truppe israeliane all’Università islamica della città capoluogo, senza ferire nessuno. La posizione di lancio è quindi stata colpita in un raid aereo, fa sapere l’Idf. In una delle numerose azioni dell’aviazione, infine, secondo i militari israeliani è stato colpito un comandante di livello tattico della Jihad islamica.