“Constatata la esigua paga dei componenti del seggio, si accettano offerte”. La scritta si legge su una cassetta appoggiata fuori dalla sezione elettorale numero 30 del Comune di Olbia, in via Vignola. L’iniziativa è stata del presidente del seggio, David Iorio, che insieme ai quattro scrutatori e al segretario ha voluto lanciare una provocazione per attirare l’attenzione sui compensi attribuiti dallo Stato a chi lavora per garantire il diritto di voto.

“A Olbia, dove si vota soltanto per le elezioni europee, i presidenti guadagnano 138 euro in totale, scrutatori e segretari 110,40. Se calcoliamo solo le ore in cui teniamo aperta la sezione, escluso il tempo dello spoglio, stiamo parlando di circa quattro euro e cinquanta centesimi l’ora“, ragiona Iorio raggiunto dal fattoquotidiano.it. “Un lavapiatti guadagna più di noi e non ha le nostre stesse responsabilità. Il ragazzo che sta facendo gli exit poll davanti al nostro seggio porterà a casa trecento euro. E poi ci si chiede perché in Italia ci sia una moria di presidenti e scrutatori?”. La polizia locale ha intimato al presidente di togliere la scatola, che però finora è rimasta al suo posto: “Non stiamo davvero raccogliendo soldi, siamo ben consapevoli che non lo possiamo fare. Anzi, ho dovuto rincorrere un signore che ci aveva donato due euro. Vogliamo solo attirare l’attenzione della gente su un problema reale: le persone stentano a credere che riceviamo un compenso così basso”.

Dove le elezioni europee sono abbinate alle Regionali in Piemonte o al primo turno delle Amministrative, lo Stato applica una maggiorazione del 15% alle retribuzioni: nei seggi ordinari ai presidenti spettano 209,50 euro, a scrutatori e segretari 163. Dove coesistono i due abbinamenti – cioè nei comuni piemontesi dove si vota per Europee, Regionali e Comunali – il ministero ha previsto poi maggiorazioni rispettive di 74 e cinquanta euro: a chi presiede i seggi vanno quindi 246,50 euro, a scrutatori e segretari 188. “Poliziotti e carabinieri che vigilano sul seggio hanno diritto, come ogni lavoratore, al buono per pranzare e cenare mentre per noi non c’è manco quello”, sottolinea Iorio. “Tutti noi compiamo questo dovere per senso civico, ma dovrebbe essere previsto un riconoscimento dignitoso, anche perché ciascuno di noi si assume un impegno che lo assorbe per tre giorni consecutivi, paragonabile a qualsiasi altro lavoro, ma in questo caso senza alcun diritto”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Elezioni europee, l’emorragia dell’affluenza: in quarant’anni in Italia persi il 30% di votanti. Mentre nel resto dell’Unione il trend è opposto

next
Articolo Successivo

Europee, beffa all’ultimo minuto per gli italiani in Lussemburgo. “Voto negato a migliaia di noi, l’Italia se n’è lavata le mani”

next