È stato costretto ad autosospendersi per lo scandalo causato dalle sue chat conDiabolik“, l’ultrà della Lazio assassinato a Roma nel 2019: messaggi in cui si insultavano gli ebrei, si glorificavano i terroristi neri e si esultava per l’assoluzione di un boss della malavita. Ma nel passato di Paolo Signorelli c’è un’altra vicenda controversa. Come rivela Repubblica, il portavoce del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida è stato condannato in primo grado a un anno e mezzo di reclusione per lesioni ai danni di Konstantinos Konizios, un tifoso della squadra greca dell’Olympiakos, picchiato e accoltellato nel centro di Roma da lui e da un altro hooligan laziale, Leopoldo Cobianchi, pochi giorni dopo il match di Champions League tra i biancocelesti e gli ellenici del 28 novembre 2007. Il procedimento è finito in prescrizione il 17 aprile scorso, mentre pendeva davanti alla Corte d’Appello, ma era ancora in corso a febbraio, quando Signorelli ha avuto l’incarico da Lollobrigida (esponente di punta del cerchio ristretto della premier Giorgia Meloni).

In base alla ricostruzione contenuta nella sentenza di primo grado, riportata sempre da Repubblica, il tifoso greco – rimasto nella capitale qualche giorno dopo la partita – stava passeggiando nel centro della Capitale, nelle strade alle spalle di piazza Navona, indossando una sciarpa con i colori della squadra. Signorelli – che allora aveva 21 anni – e Cobianchi lo vedono e senza apparente motivo, secondo il giudice di primo grado, lo insultano, lo minacciano, lo picchiano e infine lo accoltellano con un fendente alla gamba. Konizios crolla a terra urlando: i due scappano ma vengono in breve individuati dalla polizia grazie a un testimone. A casa di Cobianchi verrà trovato il coltello con cui è stata ferita la vittima.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

I nuovi Re di Roma

di Il Fatto Quotidiano 6.50€ Acquista
Articolo Precedente

Europee, i primi risultati: alle 23.45 il commento e le notizie in diretta. Ci saranno sorprese?

next