Moda e Stile

The Creative Spot, un negozio gratuito per i talenti emergenti della moda sostenibile. Marco Rambaldi: “Serve un piano di aiuti statali a lungo termine per i nuovi brand”

Interviene a FqMagazine anche Francesca Monaco per spiegare cosa significa essere designer emergenti oggi

di Ilaria Mauri
The Creative Spot, un negozio gratuito per i talenti emergenti della moda sostenibile. Marco Rambaldi: “Serve un piano di aiuti statali a lungo termine per i nuovi brand”

Da una parte ci sono i premi, i riconoscimenti di settore e il successo della critica. Dall’altra le difficoltà quotidiane per cercare in primis di mantenere in vita il proprio progetto e poi di affermarsi su un mercato sempre più dominato dalla dicotomia lusso-fast fashion. Per non parlare poi della burocrazia e dei costi sempre crescenti di produzione.

Oggi come oggi, la strada dei giovani talenti della moda è tutta in salita: possono dire di aver realizzato il sogno di essere designer e fondare il proprio brand, ma la realtà è fatta di sfide continue da affrontare. Ecco perché avere uno spazio gratuito in una piazza come quella del Fidenza Village, il villaggio dello shopping a pochi chilometri da Parma, rappresenta una di quelle occasioni cruciali. The Creative Spot è il progetto di boutique pop-up nato nel 2016 con l’obiettivo di supportare e dare visibilità ai giovani designer emergenti.

In linea con la mission di The Bicester Collection, che da sempre valorizza le nuove generazioni di creativi, questa nuova edizione speciale del progetto pone un focus particolare sulla moda sostenibile, selezionando alcuni dei talenti più promettenti in questo campo. I designer prescelti si distinguono per il loro impegno nella scelta di materiali sostenibili, nell’utilizzo di processi produttivi eco-compatibili e nella valorizzazione del lavoro artigianale locale.

Tra loro c’è Marco Rambaldi, stilista bolognese classe 1990 che nel 2017 ha fondato il marchio omonimo. Con il suo brand celebra l’artigianalità e la tradizione sartoriale, reinterpretando i codici della borghesia italiana con un tocco contemporaneo e sostenibile. Per fare ciò, lavora prevalentemente con laboratori artigianali della sua regione, l’Emilia Romagna, ma si trova a dover fare i conti con le difficoltà legate ai quantitativi d’ordine: “Ci sono delle quantità minime richieste, sia per gli ordini delle materie prime per la produzione – ci spiega Marco Rambaldi -, Soprattutto nella maglieria, ci sono dei quantitativi minimi che devono essere rispettati: al di sotto di quelli, molti maglifici o non avviano proprio la produzione o applicano dei sovrapprezzi tali da azzerare poi l’effettivo guadagno. A questo poi si aggiungono le problematiche per la distribuzione delle collezioni: per noi al momento è impensabile aprire nostri negozi monomarca, quindi dobbiamo affidarci ai buyer i quali, però, in un momento storico come questo con il mercato che non è dei migliori, tendono a mettere in stand-by proprio i brand indipendenti, puntando tutto sui più noti e quindi più sicuri”.

Con i prezzi degli affitti alle stelle e al corsa dei colossi del lusso ad accaparrarsi le location più esclusive, avere ora uno spazio gratuito al Fidenza Village consente a Rambaldi intanto di arrivare direttamente al pubblico senza la mediazione dei buyer o dei negozi, e poi di dare una visibilità al brand al di fuori della nicchia degli addetti ai lavori o degli appassionati di moda: “Se escludiamo gli acquisti fatti sul nostro e-commerce, noi non abbiamo un riscontro diretto dal consumatore finale perché tra noi e lui ci sono diversi step di intermediazione. Quindi sarà interessante vedere che reazione possano avere i tanti clienti, anche internazionali, che passano da qui nei confronti di un brand che magari neanche conoscono. In Francia Jacquemus è diventato Jacquemus anche perché è riuscito ad arrivare direttamente al pubblico, cosa che in Italia non succede perché non si è ancora capaci di fare sistema – spiega il designer -. Noi brand emergenti possiamo contare sul sostegno della Camera Nazionale della Moda ma è una tantum. Servirebbe invece un piano strutturato di aiuti statali stabili, con degli obiettivi a medio e lungo termine. Il governo dovrebbe dialogare con Camera Moda per dare un supporto duraturo alle nuove realtà, così che possano impostare un business plan sostenibile: oggi se va bene si è coperti per la sfilata di settembre, ma poi?

Ambito diverso ma stesse difficoltà anche per Themoiré, marchio che realizza borse e accessori con materiali biodegradabili, organici, riciclati e rigenerati. “Le sfide sono tante anche perché ci si trova a confrontarsi con delle entità veramente molto importanti e non è facile ritagliarsi il proprio spazio – spiega Francesca Monaco, co-fondatrice e direttrice creativa del brand -. Quando abbiamo iniziato volevamo utilizzare questo materiale all’avanguardia realizzato con i funghi, ma non ci siamo riusciti perché l’azienda che lo produce ha l’esclusiva con Stella McCartney. Bisogna sempre pensare strategie che portino risultati con piccoli investimenti. Ad esempio, noi non andremo mai a pagare un’influencer come testimonial perché sicuramente c’è chi offre più di noi. Piuttosto, puntiamo sulla qualità e sulle certificazioni di sostenibilità dei nostri prodotti così da arrivare a chi condivide i nostri stessi valori legati all’ambiente e alla responsabilità sociale”, sottolinea Monaco.

In quest’ottica, The Creative Spot rappresenta un’occasione unica per questi talenti emergenti di far conoscere le proprie collezioni a un pubblico più ampio e di inserirsi nel panorama internazionale della moda: “Anche noi, come Marco Rambaldi, abbiamo contatti prevalentemente con i buyer ma il nostro obiettivo è arrivare direttamente al consumatore finale. Da una ricerca che abbiamo condotto è emerso che il 50% dei nostri clienti compra perché gli piace il prodotto e l’altro 50% perché sa già i valori che vi stanno alla base. Ecco, noi vogliamo spiegare a tutti che dietro ogni borsa che comprano ci sono dei progetti sociali e la piantumazione di alberi per il ripopolamento delle foreste”, chiosa Francesca Monaco.

The Creative Spot sarà aperto al pubblico dall’8 giugno al 23 luglio, un periodo oltremodo strategico se si tiene contro che dai primi di luglio iniziano i saldi estivi e quindi il Fidenza Village sarà preso d’assalto. La boutique ospiterà le collezioni di sei designer emergenti: oltre a Marco Rambaldi e Themoiré, ci saranno Ahluwalia, il brand fondato da Priya Ahluwalia, vincitrice del The Bicester Collection Award for Emerging Designers 2023 che si distingue per il suo design lussuoso e contemporaneo, realizzato con materiali sostenibili e che celebra la diversità culturale. Made For A Woman, un progetto di imprenditoria sociale che promuove il lavoro artigianale femminile in Madagascar: fondato da Eileen Akbaraly, offre opportunità di empowerment alle donne artigiane locali, creando accessori unici e sostenibili. E poi ancora, Torlowei, marchio nigeriano che reinterpreta le silhouette classiche con colori vibranti, stampe eccentriche e forme ispirate al fauvismo e al cubismo, con un focus sulla tradizione e l’artigianalità africana con un tocco contemporaneo.

Dulcis in fundo, Niccolò Pasqualetti, giovane designer italiano che ha già ricevuto prestigiosi riconoscimenti come il Franca Sozzani Award e il Camera Moda Fashion Trust: le sue collezioni propongono un guardaroba eclettico e ambiguo, reinterpretando i codici sartoriali del patrimonio italiano con un tocco innovativo e sostenibile. Oltre all’opportunità di vendere i loro capi nello spazio dedicato all’interno del Village, i designer avranno accesso a un programma di mentorship personalizzate e a sessioni di formazione tenute da esperti del settore.

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