Moda e Stile

Dall’abito che “germoglia” a quello fatto con gli scarti di juta: la nuova moda sostenibile alla Fondazione Sozzani

La sostenibilità è stata al centro del progetto "I’m Conscious", un’iniziativa innovativa realizzata dall'Istituto Marangoni Milano in collaborazione con Sara Sozzani Maino e la Fondazione Sozzani, che ha coinvolto 500 studenti

di Ilaria Mauri
Dall’abito che “germoglia” a quello fatto con gli scarti di juta: la nuova moda sostenibile alla Fondazione Sozzani

C’è Laura, che da un completo in maglia ha fatto germogliare migliaia di semi, trasformando dei vecchi maglioni e una coperta di lana che teneva in fondo all’armadio in un terreno fertile per la sua moda super eco-sostenibile. C’è Lou, che ha preso gli scarti dei sacchi di juta prodotti dall’azienda di famiglia e li ha trasformati in un bomber modernissimo e in un paio di pantaloni da portare abbinati a una camicia che ha ricavato da alcuni pezzi del corredo delle sue nonne ungheresi. E Roberto, che ha attinto dal suo guardaroba-archivio selezionando dei capi che poi ha riassemblato dando loro una nuova forma ma anche una nuova vita, giocando con le stoffe e con la funzionalità d’uso. E poi ancora, Neza che ha fatto un lavoro di styling lavorando su peculiarità e differenze di stile nei paesi dell’ex Jugoslavia, indagando la “polveriera d’Europa” con la lente della moda. Questi sono sono alcuni dei progetti che dal 4 al 6 giugno sono stati esposti negli spazi della Fondazione Sozzani a Milano nell’ambito di “I’m Conscious”, che ha portato gli studenti dell‘Istituto Marangoni di Milano a ragionare intorno al concetto di sostenibilità inteso nel più ampio senso di responsabilità, per ridefinire con il proprio originale punto di vista la narrazione e il futuro della moda, gettando le basi per una nuova rivoluzione sostenibile. Questo progetto, in collaborazione con Sara Sozzani Maino e la Fondazione Sozzani, ha coinvolto 500 studenti del secondo anno della Marangoni, dai quali sono stati selezionati 50 partecipanti e successivamente 9 finalisti.

L’obiettivo era riflettere sul concetto di responsabilità, mettendo in evidenza l’intersezione della moda con la sostenibilità, i diritti sociali e l’inclusività: gli studenti di Fashion Design hanno ideato capsule collection composte da due outfit ideati a partire da materiali di riciclo o capi che avevano già nell’armadio e non utilizzavano, dimostrando un notevole impegno nella riduzione degli sprechi e nella valorizzazione di tessuti esistenti. I partecipanti del corso di Fashion Styling hanno esplorato il tema della sostenibilità attraverso servizi editoriali di quattro immagini o cortometraggi di moda, mostrando una visione artistica e innovativa. Gli studenti di Fashion Business, invece, hanno sviluppato strategie di comunicazione per la moda responsabile, utilizzando nuove tecnologie, big data e strumenti di intelligenza artificiale per promuovere pratiche sostenibili.

“I ragazzi hanno un’esigenza naturale di lavorare sulla sostenibilità e noi cerchiamo di accontentarli con un lavoro educativo importante. Per loro è stato quasi spontaneo reinterpretare e cucire cose che già possedevano e non usavano più, dimostrando una vera mentalità upcycling“, ha commentato Barbara Toscano, direttrice di Istituto Marangoni Milano. “Credo fermamente che educare le nuove generazioni alla sostenibilità sia di fondamentale importanza. Dobbiamo dare loro la possibilità di esprimersi su questi temi affinché sviluppino un senso di responsabilità verso l’ambiente ma non solo. Il futuro della moda è sostenibile e i nostri studenti sono il futuro“. “La vera forza di questo progetto risiede nella sua ampiezza – ha aggiunto Sara Sozzani Maino -. Non si tratta solo di educazione ambientale, ma di un percorso di crescita che abbraccia diverse tematiche: dalla responsabilità individuale all’innovazione tecnologica, dalla tutela delle risorse naturali alla giustizia sociale. È importante sottolineare che il mondo della moda sta già compiendo passi significativi verso una maggiore sostenibilità. Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare e questo progetto rappresenta un’occasione unica per accelerare questo processo e per incoraggiare il settore a fare sempre di più“.

I finalisti del Progetto “I’m Conscious”
Nel corso di Fashion Design, i vincitori sono stati Laura Szundy con “Bobita”, Lou Suchel con “A Matter of Life” e Roberto Muscoso con “Utilettevole”. Nel campo del Fashion Styling, i premiati sono stati Alessio Pasqualini con “Cartoline da un futuro queer”, Ida Markulf Samuelsson con “The Identity of Silhouettes” e Neza Ceferin con “The Powder Keg of Europe”. Infine, per il corso di Fashion Business, i riconoscimenti sono andati a Giulia Gaiati con “Back2Life”, Aya Dahan con “Coperni Évoluté” ed Emilia Wellros con “Mom Community”. I tre vincitori finali riceveranno borse di studio per proseguire i loro studi, dimostrando che la sostenibilità non è solo un valore morale, ma può anche portare a concreti ritorni.

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