Crescono le destre al Parlamento europeo ma non riescono a sovvertire gli equilibri parlamentari. L’onda sovranista travolge Emmanuel Macron (che scioglie l’Assemblea nazionale e convoca nuove elezioni) e Olaf Scholz in Germania, colora di nero l’Austria ma non sfonda all’Europarlamento, dove la cosiddetta maggioranza Ursula, composta dai partiti filo-europeisti, regge. È la stessa attuale presidente della Commissione che commenta i risultati affermando che “c’è ancora molto da fare ma sono fiduciosa per quanto riguarda il mio secondo mandato“.
Stando alla terza proiezione diffusa dall’Eurocamera (che tiene conto dei dati di 22 Paesi), la maggioranza composta da Ppe, Socialisti e Renew perde 15 eurodeputati ma resta l’unica percorribile: con quota 404 seggi mantiene un margine rassicurante rispetto alla soglia necessaria di 360 eurodeputati. Se, in teoria, il Ppe si rivolgesse esclusivamente ai gruppi di Ecr e Id (ai quali andrebbero aggiunti le delegazioni di Fidesz e Afd), la soglia dei 360 non sarebbe raggiunta. Allo stesso modo, anche un alleanza (improbabile) tra Ppe, Conservatori e Riformisti e Liberali sarebbe ben lontana dalla maggioranza.
Il Ppe – che ottiene 189 seggi, cioè 12 in più di quelli attuali – esulta e si rivolge immediatamente Socialisti e Renew per “unirsi per un’alleanza pro-europea“: “Il Ppe è di nuovo il più grande gruppo al Pe, abbiamo vinto le elezioni e tra i principali partiti siamo gli unici che siamo cresciuti. La nostra candidata è Ursula von der Leyen, ha fatto una grande campagna elettorale”, ha detto Manfred Weber del Ppe parlando dall’emiciclo dell’Eurocamera. “La questione è quale sarà la maggioranza, e io invito i Socialisti e Renew a unirsi a noi per un’alleanza pro-europea“, ha aggiunto il presidente del Ppe chiedendo di “rispettare i risultati delle Europee” nella composizione dei top job comunitari. Rispondendo a una domanda sulla possibilità di un’alleanza con i Conservatori (Ecr) della premier Giorgia Meloni, Weber ha sottolineato: “Ora dobbiamo trovare il sostegno necessario al Parlamento europeo e al Consiglio” per indicare il nome del prossimo presidente della Commissione europea, “oggi si festeggia e da domani si vedrà che volto avrà la maggioranza” in Europa.
Fiduciosa in un suo secondo mandato Ursula von der Leyen, parlando ai giornalisti all’Eurocamera, si rivolge agli attuali alleati: “Da domani ci rivolgeremo a S&D e Renew, con i quali abbiamo una relazione costruttiva e provata. Il nostro obiettivo è continuare sul cammino di una piattaforma pro-Ue, pro-Ucraina e pro-Stato di diritto. Ci sono forze che vogliono indebolire l’Europa, ma la maggioranza dei cittadini europei, con questo voto, ha chiarito che vuole un’Europa forte”, ha aggiunto.
Dai socialisti (che secondo le proiezioni otterrebbero 135 seggi, 5 in meno degli attuali) arrivano le congratulazioni a Ursula von der Leyen. Il vicepresidente del gruppo, Pedro Marques, risponde ai Popolari: insieme “possiamo costruire una maggioranza pro europea“. Ora “l’importante è plasmare un programma per la Commissione” che vada bene per noi. “Parliamo delle politiche ed è da questo che dipenderà il nostro sostegno alla presidenza della Commissione”. Ma Marques sottolinea che “è fondamentale che non ci sia una coalizione con l’estrema destra: nessuna coalizione con l’Ecr e Id. Se altri gruppi dovessero essere chiamati ai tavoli negoziali, devono essere pro Europa e democratici”, ha aggiunto.
“Renew europe è ancora una volta il terzo gruppo dell’Eurocamera ed è un gruppo importante per il futuro della governance europea. Nessuna maggioranza pro Europa sarà possibile senza Renew Europe, saremo al centro della maggioranza che verrà”, ha detto la vicepresidente di Renew Europe, Iskra Mihaylova, parlando alla maratona elettorale all’Eurocamera. “Non parliamo ancora di nomi, è troppo presto, ma nel futuro prossimo dopo che il gruppo si sarà costituito decideremo come lavorare con una maggioranza pro Ue”, ha spiegato Mihaylova rispondendo ad una domanda sul possibile sostegno di Renew ad un eventuale bis di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue.
Intanto dal gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei arriva una sorta di possibile apertura: “In passato nulla ci ha impedito di dialogare con Ursula von Der Leyen, tutto dipende dal programma”, ha detto la vice presidente del gruppo Ecr Assita Kanko. “Un altro aspetto importante è aspettare i risultati definitivi“, ha aggiunto.