Fratelli d’Italia confermato primo partito al 28,8% e in crescita rispetto alle Politiche. Dietro di circa quattro punti il Partito democratico (poco più del 24%), che fa un balzo rispetto alle scorse elezioni e si attesta come la principale forza d’opposizione. Terzo il Movimento 5 stelle, poco sotto il 10%, con uno dei risultati peggiori di sempre. Poi testa a testa tra Forza Italia e Lega, con il Carroccio costretto a inseguire (9.14 contro il 9.72 dei berlusconiani) nonostante l’effetto Vannacci (che fa il pieno di preferenze). Infine, da una parte l’exploit di Avs che vince la scommessa della candidatura di Ilaria Salis e supera il 6% (6,62%), dall’altra il fallimento della coppia Renzi-Calenda che va separata e non supera lo sbarramento (3,73% Stati Uniti d’Europa, 3.31% Azione). La fotografia che esce dalle elezioni Europee è quella di una conferma al vertice, ma anche della ri-nascita di un Pd che ora ambisce a creare sempre più problemi alla presidente del Consiglio. Così mentre Giorgia Meloni festeggiava, poco dopo Elly Schlein si è presentata alla stampa lanciando la sua sfida: “Continueremo a essere testardamente unitari e a sentire ancora più forte la necessità di costruire un’alternativa”. Ovvero lavorare per un campo largo che al momento sembra tutto da costruire. Ancora una volta però, e mai come in questa tornata, a vincere è l’astensione: il calo è storico e l’affluenza è sotto il 50% degli aventi diritto al voto.

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Meloni festeggia. Forza Italia supera il Carroccio (nonostante Vannacci) – Nel quadro generale, non c’è dubbio che Meloni possa dirsi soddisfatta: aveva fissato l’asticella al 26 per cento, ovvero riconfermare il risultato delle elezioni Politiche del 2022, e lo ha raggiunto e superato passando al 28,8. La premier festeggia: “Sono molto orgogliosa”, ha detto nel cuore della notte commentando i risultati. E ha soprattutto rivendicato l’immagine forte e stabile che l’Italia manda all’Europa, proprio mentre Paesi come Francia e Germania si trovano travolti dall’estrema destra e vanno verso fasi di grande instabilità. Ora però Meloni, dovrà anche guardarsi le spalle. Perché se la luna di miele con il Paese continua, qualcosa oltre il suo partito si muove. “E’ una buona notizia che il Paese si consolidi verso un sistema bipolare“, ha detto sempre Meloni parlando proprio della sinistra e, in particolare, del Partito democratico. E non si è risparmiata la frecciata che faceva il verso a una frase usata proprio da Schlein dopo la vittoria alle primarie: “Ci hanno visti arrivare, ma non sono stati in grado di fermarci”. Meloni ha poi citato gli altri membri della coalizione, dicendosi orgogliosa anche per loro. Chi festeggia è sicuramente Forza Italia che sfiora il 10% (era stato l’8 per cento alle politiche), obiettivo indicato dal segretario Antonio Tajani che sempre via social ha scritto: “Da stasera, il centrodestra e il Ppe sono più forti”.

Dalle parti di via Bellerio l’umore non è invece lo stesso dei partner della maggioranza: la Lega si aggira intorno al 9 per cento (aveva ottenuto più o meno lo stesso nel 2022) ed è stata superata da Fi. Il dato non può soddisfare il segretario della Lega, Matteo Salvini che, a caldo, si è limitato a invocare l’unità delle destre anche in Europa: “Conto che il centrodestra che è solido, unito e vincente in Italia, non si divida a Bruxelles”, ha detto. Proprio il leader aveva puntato tutto su Roberto Vannacci: il generale ha fatto il pieno di preferenze, ma non è bastato. Proprio lui ha certificato il clima dei peggiori in casa del Carroccio attaccando il fondatore Umberto Bossi che ha deciso di votare per Fi. “A livello personale”, ha detto, “un amico che all’ultimo momento cambia idea ha un comportamento certo strano, quasi poco leale, un comportamento strano da aspettarsi da una persona che è sempre stata da una parte”.

Il Pd insegue Fdi. Exploit di Avs. M5s crolla – Il Partito democratico cresce più di tutti dalle politiche, passando dal 19 a poco più del 24 per cento. Più anche del 2019, quando i dem presero il 22. Così la segretaria può rivendicare di guidare la corsa all’inseguimento di Giorgia Meloni. Poco dopo l’una Schlein si è presentata in sala stampa. Con lei il presidente dem Stefano Bonaccini, i capigruppo Chiara Braga e Francesco Boccia e tutti i componenti della segreteria. L’istantanea che si vuole dare è quella di una squadra “forte e unitaria” che vince insieme. “E’ un risultato per noi straordinario, siamo il partito che cresce di più dalle politiche, la distanza da FdI si restringe”, ha esultato. Anche in Ue, se la ‘diga’ tiene – è il ragionamento – è anche merito del Pd. “A livello europeo il partito socialista europeo tiene e, come era nostro obiettivo, non è possibile alcuna maggioranza senza il gruppo S&D al Parlamento Europeo“, ha detto. Non solo, però. L’impegno che la leader dem prende è subito rivolto al futuro. “Sentiamo ancora più forte la responsabilità che gli elettori ci hanno dato di costruire l’alternativa a questo governo”. Certo, dopo il voto gli equilibri cambiano. La distanza rosicchiata rispetto al M5s ora non potrà non farsi sentire.

L’altra forza del campo largo infatti, perde cinque punti rispetto dalle politiche (dal 15,4 al 10 per cento). E lo fa anche nelle zone dove di solito è più forte, ovvero al Sud e nelle Isole. I 5 stelle non hanno convinto i loro sostenitori ad andare al voto e ora inevitabilmente ci saranno effetti su tutti gli altri equilibri. La delusione si sente tutta nella sede del Movimento a Roma dove c’erano una decina di esponenti pentastellati che hanno evitato qualsiasi commento al voto. Giuseppe Conte davanti ai giornalisti ha dichiarato: “Prendiamo atto del risultato deludente rispetto a quella che è la valutazione del punteggio politico nazionale. Potevamo fare di meglio. Faremo una riflessione interna sulle ragioni del risultato che non è quello che ci aspettavamo”. Quanto al futuro, ha assicurato, il dialogo “con le forze progressiste non dipende da un appuntamento elettorale” e sarà “sempre più intenso man mano che dovremmo assumerci la responsabilità di offrire un’alternativa rispetto alle forze di governo”. Al tavolo ci sarà anche l’alleanza Verdi-Sinistra, forte del 6,6% per cento ottenuto e della battaglia vinta sulla candidatura di Ilaria Salis. Infine, una delle botte più grosse l’ha presa la coppia Calenda-Renzi. Andare separati non ha pagato: Stati uniti d’Europa e Azione restano sotto la soglia di sbarramento e sono fuori da giochi. Dai due leader, di solito molto loquaci, ancora non è arrivato alcun commento.

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