Nubi fosche in Europa: l’avanzata dell’estrema destra, con i dati incredibili di Germania e Francia, è angosciante e allarmante. Ci sarà tanto da capire sulle ragioni di questo scenario e su come invertirlo. L’Europa dovrà aprire una grande riflessione su come vorrà evolvere e cambiare, a partire da una sua profonda democratizzazione.
Eppure, almeno in Italia, l’onda non monta più. Fratelli d’Italia resta primo partito ma la destra non avanza. E, nonostante la tenuta di Giorgia Meloni, i risultati del Pd di Schlein e della sinistra rossoverde mostrano che l’alternativa è già in strada. Alleanza Verdi Sinistra – vera sorpresa di queste europee – è la terza forza nelle grandi città italiane, da Torino (11,71%) a Milano (10,52%), da Roma a Bologna.
Per noi torinesi, vedere una forza di sinistra che raggiunge la doppia cifra in quartieri popolari come Mirafiori, Vallette, Barriera è finalmente una conferma dell’enorme lavoro fatto in città in questi anni, contro ogni vulgata sui “radical chic” e la “sinistra Ztl”. E questo successo non è un effetto del non voto perché, contro una generale tendenza astensionistica, i nostri voti assoluti a Torino aumentano di 15mila rispetto alle ultime politiche.
Riflessione estremamente interessante: in Italia tutti i partiti perdono voti rispetto alle elezioni del 2022, tranne le sinistre, che ne guadagnano. Il Pd più di 212mila, AVS più 528mila. Ed escono dal voto ridimensionati coloro che non hanno saputo leggere il messaggio contenuto nella battaglia sul salario minimo e nella vittoria di Todde in Sardegna. Vedremo oggi i risultati del Piemonte, ma ci sono ancora tante e tanti elettori che hanno disertato le urne perché delusi nel vedere le opposizioni non in grado di unirsi per giocare una partita vera. Un regalo alle destre che non ci possiamo permettere. Non possiamo permetterci di girare il Paese dicendo che è governato dalle forze più reazionarie della storia repubblicana, e poi non saper costruire un campo giusto di alternativa.
Altri numeri incredibili riguardano i giovani: fra gli studenti fuorisede AVS è il primo partito col 40,35%. Fra gli under 30 è terzo al 16%, un punto sotto il Movimento 5 Stelle, due sotto il Pd.
Europa verde e Sinistra Italiana hanno una grande responsabilità, ma anche una “primavera” pronta per essere prima squadra. Non a caso, dopo i volti più noti nella classifica delle preferenze al Nordovest, emerge una nuova generazione di militanti fatta di volti che presto tutti conosceranno: da Benedetta Scuderi ad Arianna Bettin, da Andrea John Dejanaz a Giovanni Mori.
È ora che la politica faccia i conti con le parole che abbiamo continuato a dire senza paura in questi mesi. Perché l’“effetto Salis” c’è stato (e meno male), ma bisogna capire bene che cosa significa: la candidatura di Ilaria ha portato al voto persone che non lo avrebbero fatto o non lo facevano più, un fatto unico che non può essere ignorato da qui in avanti, persone che hanno creduto fortemente in questa battaglia di libertà perché non tollerano le derive repressive che attraversano non solo l’Ungheria, ma anche società democratiche come la nostra. Altrimenti non sarebbe in carcere in regime di massima sicurezza Luigi Spera, reo di essere un pacifista. E anche su questo, ho qualcosa da dire. Alla grande serata di chiusura della campagna in piazza Castello a Torino, il pubblico gridava “Palestina libera”. E certamente non era composto da fiancheggiatori di Hamas o antisemiti.
Esiste – per fortuna – una coscienza diffusa sul genocidio che si sta compiendo a Gaza e che va chiamato con il suo nome. Una coscienza che non accetta di essere messa a tacere. Così come – nonostante i tanti sforzi dei negazionisti – esiste una grande fetta dell’opinione pubblica che vuole vedere la fine dell’era fossile e pretende politiche di adattamento climatico e la costruzione di piena e buona occupazione dentro la transizione ecologica. Soprattutto le giovani generazioni, che dalla crisi climatica hanno tutto da perdere e che si vedono trattate come un “public enemy” appena alzano la testa.
E ci sono tante persone che in questi anni ci hanno visto sostenere e fare nostre le lotte dei lavoratori poveri, degli operai degli appalti, degli sfruttati dalla logistica al pronto moda, ci hanno visto portare avanti la battaglia sul salario minimo, parlare di riduzione degli orari di lavoro, di parità di trattamento negli appalti. Insomma, ci sono effetti, ci sono bolle, ci sono leader carismatici. Ma poi ci sono anche dei bisogni e la capacità di intercettarli. E questa volta, credo che possiamo dire davvero di essere stati all’altezza. È solo l’inizio e siamo entusiasti di essere in cammino. Crediamo di poter crescere ancora.