Sono circa le 19.30 di domenica 9 giugno 2024. Dopo 76 anni di attesa la Carrarese torna in Serie B. Un’impresa storica, arrivata grazie alla vittoria per 1-0 firmato da Mattia Finotto nella finale di ritorno dei playoff contro il Vicenza, disputata allo stadio Dei Marmi (dopo lo 0-0 della gara d’andata al Menti). I carrarini giocheranno in cadetteria per la terza volta nella loro storia e si aggiungono a Mantova, Cesena e Juve Stabia che il pass l’avevano già staccato trionfando nei rispettivi gironi.

Un traguardo conquistato al termine di un percorso nei playoff di assoluto livello – con le eliminazioni di avversari insidiosi come Perugia, Juventus Next Gen, Benevento e infine, appunto, Vicenza – e dopo una regular season chiusa la terzo posto in classifica dietro al Cesena e alla Torres. Una stagione da favola divisa in due capitoli, che ha avuto un punto di rottura nel mese di gennaio. L’arrivo del tecnico Antonio Calabro al posto di Alessandro Del Canto ha completamente rivoluzionato la mente e le certezze di una squadra. È lui l’uomo della promozione.

I protagonisti
Un cambio della guardia deciso dopo un buon inizio, con la Carrarese vittoriosa nella prime tre partite contro Fermana, Arezzo e Vis Pesaro. Un avvio che però non dura molto. La sconfitta contro la Torres alla quarta giornata è la prima crepa che apre un periodo altalenante, fatto di vittorie e grandi delusioni, come le sconfitte contro Rimini, Arezzo (in casa) e Sestri Levante, nonché i pareggi contro Pineto e Recanatese. La sensazione è che serva qualcosa per scuotere l’ambiente. E così arriva Calabro. Alla sua seconda gara sulla panchina gialloblù il tecnico guida la squadra a un clamoroso 5-1 contro la Torres. La partita della svolta. L’ex allenatore del Francavilla e del Catanzaro ha ridato entusiasmo, e così arrivano 13 risultati utili consecutivi. Calabro prende in mano una squadra al quinto posto e la porta al terzo, mettendo insieme 73 punti.

Un cambio di marcia che ha anche diversi altri protagonisti. Oltre a Finotto (autore della rete per la Serie B), per la Carrarese hanno fatto la differenza Leonardo Capezzi, Giuseppe Panico e le sue 11 reti, Matteo Di Gennaro (al secondo salto consecutivo dopo quello con la Feralpisalò), Simone Zanon, l’esperto attaccante Niccolò Giannetti (cresciuto nella Juventus), la parate di Marco Bleve e soprattutto Nicolas Schiavi, centrocampista e uno dei pilastri della squadra. Autore di ben sei reti, tra cui quella di Benevento che ha regalato la finale contro il Vicenza.

Un’attesa lunga 76 anni
Un cammino unico e insospettabile, che rappresenta uno dei punti più alti mai raggiunti dalla Carrarese nella sua storia. Fondati nel 1908, i carrarini vivono durante gli anni ‘30 in Prima Divisione (il terzo livello calcistico dell’epoca), prima delle difficoltà belliche e delle soddisfazioni del dopo guerra. Nel 1946 infatti la Carrarese viene ammessa provvisoriamente nel girone A della Serie B per aver sfiorato la promozione nel 1943. L’esperienza in serie cadetta dura soltanto due stagioni, fino al 1948. Da quel momento in poi la squadra naviga tra la Serie D e la Serie C senza grandi exploit degni di nota. Dal 1968 addirittura gli apuani, per un decennio, si stabilizzano ininterrottamente tra i dilettanti. Una situazione che ha un sussulto nel 1978. Il nuovo presidente Gianfranco Cecchinelli ingaggia Corrado Orrico, giovane allenatore allora poco conosciuto. Il tecnico massese rivoluziona la squadra e il suo gioco, riuscendo a vincere il campionato e a tornare tra i professionisti nella neonata Serie C2. È l’inizio di un ciclo che regala alla Carrarese la seconda promozione in Serie C1 nel 1982 e la sua prima Coppa Italia Serie C l’anno successivo.

La categoria viene difesa, di fatto, per tutti gli anni ‘80 e ‘90. Un lungo periodo che vede sedere sulla panchina gialloblù allenatori che in seguito diventeranno famosi in Serie A come Marcello Lippi e Luigi Simoni. La retrocessione in C2 del 2002/03 dà avvio a un periodo travagliato, caratterizzato da campionati sottotono, il rischio di tornare tra i dilettanti e una forte instabilità tecnica in panchina, tra allenatori sollevati e dimissionari. Il tutto porta al crollo della stagione 2009/10, che vede la Carrarese retrocede tra i dilettanti dopo 32 anni consecutivi di professionismo. A ridare speranza agli azzurri ci pensa l’ingresso in società della cordata composta dall’ex proprietario del Pisa Maurizio Mian, il calciatore livornese Cristiano Lucarelli e il carrarino Gianluigi Buffon. L’entusiasmo per la novità aumenta dopo la notizia del ripescaggio grazie alla non ammissione di molte società in Lega Pro. I nuovi proprietari iniziano una campagna acquisti ambiziosa, con gli arrivi di Riccardo Zampagna, Nicola Corrent e Luca Vigiani. Un progetto che porta subito alla promozione in Lega Pro Prima Divisione, dopo il successo contro San Marino e Prato ai playoff. Un idillio che però non cancella le difficoltà. Un chiaro esempio è la stagione 2012/13, con la Carrarese retrocessa come ultima prima del ripescaggio.

La svolta societaria
Nel maggio 2015 Buffon dichiara di non essere più disponibile a proseguire da solo nella gestione economica della squadra: “Per due volte in cinque anni ho scelto di essere parte di due cordate imprenditoriali desiderose di risollevare le sorti della Carrarese. E in entrambe le occasioni mi sono ritrovato solo. Ho sempre scelto la via dell’investimento, pur consapevole che si sarebbe trattato di una scelta d’affetto e non di business”. Il club viene iscritto al successivo campionato e contestualmente iniziano i contatti con nuovi possibili acquirenti. Alla fine è l’imprenditore edile romano Raffaele Tartaglia il nuovo presidente della Carrarese. Il passaggio di proprietà non è però privo di ripercussioni. L’ottimo quinto posto in campionato non è sostenuto da una stabilità societaria. Tartaglia e Buffon non trovano un accordo per la ripartizione delle quote e l’interessamento di altre cordate di imprenditori non si concretizza. Una situazione che porta il tribunale di Massa a dichiarare fallita la Carrarese nel marzo 2016.

La società sembra destinata a lasciare il calcio professionistico, poi in extremis viene fondata una nuova società su iniziativa dell’allora sindaco di Carrara Angelo Zubbani. Un sospiro di sollievo che apre un nuovo capitolo per la Carrarese. Nell’estate del 2017 la squadra passa tra le mani Baldini, ottenendo il settimo posto e l’accesso ai play-off per la promozione in Serie B, da cui esce però già al secondo turno. Il settimo posto viene confermato l’anno dopo (eliminazione ai quarti di finale dei play-off), ma è nel 2019/20 che le ambizioni crescono. I gialloblù ottengono il secondo posto nel proprio girone e si spingono fino alle semifinali dei play-off. Qui trovano però il Bari, che batte la Carrarese per 2-1 ai tempi supplementari in Puglia. Un exploit che non viene ripetuto nelle stagioni seguenti, anche se i playoff vengono sempre raggiunti. Fino al 9 giugno 2024. Il giorno che ha riportato la città più anarchica d’Italia tra le squadre di Serie B.

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