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Vittorio Brumotti: “Dai pugni in faccia alla rottura della mascella, fino a ‘semplici’ intimidazioni, ho vissuto di tutto. Papà era un ex carabiniere”

Numerosi inseguimenti, qualche colpo di pistola, l'inviato di "Striscia la Notizia" spiega che la sua vita non è affatto semplice

di F. Q.
Vittorio Brumotti: “Dai pugni in faccia alla rottura della mascella, fino a ‘semplici’ intimidazioni, ho vissuto di tutto. Papà era un ex carabiniere”

Per il dodicesimo anno consecutivo Vittorio Brumotti con la sua bici balza dritto da “Striscia la Notizia” a “Paperissima”, da questa sera alle ore 20:40 su Canale 5 per tutta l’estate. In una intervista a Il Corriere della Sera ha spiegato anche i rapporti con il padre del tg satirico, Antonio Ricci: “Abbiamo un rapporto padre-figlio. – ha detto – Però oggi per colpa sua non posso parcheggiare male, devo mettermi la cintura, non posso drogarmi, devo rigare dritto. La mattina esco di casa già stressato perché so che non devo sbagliare”.

Poi ha raccontato della sua esperienza sul campo per Striscia: “Dai pugni in faccia alla rottura della mascella, fino a ‘semplici’ intimidazioni, ho vissuto di tutto. Mio papà è un ex carabiniere, mio zio era un generale dei carabinieri. Il senso delle regole ce l’ho nel sangue. Sono motivato da una forza interiore, è una vocazione, come la fede per i preti. Ci sono nato così”.

E ancora: “Ricordo quando noi rider andavamo in certe piazze a fare i nostri numeri, ci riprendevamo con le go-pro e gli spacciatori ci menavano per mandare via noi e i ragazzini che giocavano, una rabbia... Le forze dell’ordine ci dicevano che lo sapevano come stavano le cose ma che era comunque meglio andarsene. Tante mamme indignate hanno iniziato a contattarci: così siamo diventati un servizio pubblico”.

Ma durante i servizi di Brumotti è partito anche qualche colpo di pistola indirizzati proprio a lui: “I primi colpi di pistola non si scordano mai: successe a San Basilio, a Roma. Anche allo Zen di Palermo me la sono vista brutta”. E infine si è chiesto: “Un bambino non può odiare uno che fa free style e manda via i cattivi come fosse una sorta di supereroe, come succede nei film. Come fanno a odiare questa roba? Vuol dire che la situazione è grave”.

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