Ci sarà ancora da attendere per i 39 bambini con due mamme: solo dopo l’estate (probabilmente) si saprà se sul loro certificato di nascita ci saranno ancora i nomi di entrambe le madri o solo quello della donna che li ha messi al mondo. La Corte d’Appello di Venezia lunedì si è infatti riservata la decisione sulla trascrizione degli atti di nascita dei bambini con due mamme.

I giudici erano stati chiamati a pronunciarsi sul ricorso del ministero dell’Interno, presentato attraverso l’Avvocatura distrettuale dello Stato, contro i decreti del giudice del Tribunale civile di Padova che, lo scorso 5 marzo, aveva confermato la validità degli atti di nascita dei bambini con due mamme, registrati all’anagrafe con il nome di entrambe le donne della coppia. E davanti ai giudici della terza sezione civile della Corte d’Appello di Venezia sono stati discussi i primi 3 casi (su 39) dei bambini arcobaleno.

Ma il team di legale che assiste le famiglie omogenitoriali, con Famiglie Arcobaleno e Rete Lenford, ha chiesto ai giudici il rinvio alla Corte Costituzionale. Il motivo? Un vuoto normativo in materia. “Abbiamo presentato ai giudici le storie, non solo i numeri e ora l’auspicio è che quelle parole abbiamo colpito”, ha detto l’avvocato Michele Giarratano, che rappresenta alcune delle famiglie arcobaleno nella vicenda. “Tra queste storie, c’è quella di una bimba di due anni che rischia di rimanere orfana” se l’atto di nascita non sarà considerato valido. La sua mamma biologica, infatti, “ha un carcinoma“. Un ricorso, quello del Viminale, che se fosse accolto porterebbe la bambina a trovarsi “senza la madre biologica, ma solo con quella intenzionale” – aggiunge -, quella, cioè, che verrebbe cancellata dall’atto di nascita della bambina. “Una situazione delicata“, di fronte alla quale vi sarebbe la possibilità dello stepchild adoption “con tutte le difficoltà del caso”. E poi Giarratano conclude: “Il vuoto normativo è evidente: siamo di fronte a dei diritti sospesi“.

Era il 19 giugno 2023 quando la procura di Padova impugnò 33 atti di nascita di bimbi e bimbe con due mamme dal 2017 in poi, registrati dal sindaco Sergio Giordani. Una circolare del ministero dell’Interno, che richiamava una sentenza a sezioni Unite della Cassazione che in realtà si era espressa sul caso di due papà, imponeva la rettifica degli atti di nascita. E il Tribunale di Padova aveva iniziato le cause per cancellare una delle madri di 37 tra bambini e bambine, le mamme intenzionali. A Padova, a differenza di altre città italiane – la circolare era diretta a tutto il territorio – la procura aveva deciso di agire retroattivamente e impugnare gli atti dal 2017 ad oggi. La procura, forse complice il cambio della guida dell’ufficio, però aveva chiesto l’intervento della Consulta.

E il 5 marzo scorso, il tribunale di Padova ha dichiarato inammissibili i ricorsi con cui la Procura aveva chiesto di cancellare il doppio cognome sugli atti di nascita dei bambini registrati all’anagrafe con il cognome della madre biologica e della cosiddetta mamma intenzionale. Una decisione che era arrivata a sorpresa e in netto contrasto con quanto stabilito nel febbraio scorso dalla Corte d’appello di Milano. I giudici lombardi, infatti, avevano ribaltato la sentenza di primo grado e disposto l’annullamento delle trascrizioni facendo un nuovo appello al legislatore affinché intervenisse sulla delicata materia di bambini di figli di coppie omogenitoriali.

Nel caso meneghino tre bambini hanno perso la loro mamma intenzionale, non quella che li ha partoriti. Questo perché la sezione famiglia della Corte d’appello civile di Milano aveva accolto il ricorso della Procura milanese contro i decreti del Tribunale che, il 23 giugno 2023, hanno di fatto ritenuto valide le trascrizioni dei riconoscimenti dei figli di tre coppie di donne, nati con procreazione assistita effettuata all’estero.

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