Di Legambiente
Per contrastare lo spopolamento abitativo e il calo demografico l’Italia dei piccoli comuni ha bisogno di un piano nazionale. “Un Next generation per i piccoli comuni” che faccia leva sulla popolazione attiva ( quella che va dai 15 a 65 anni) che vive in questi borghi e sulle opportunità e i punti di forza di questi luoghi. Solo rinnovabili, offerta turistica e abitativa creerebbero nei borghi della Penisola ben 55.200 posti di lavoro. A indicare in che modo realizzare questo piano nazionale per le aree interne è Legambiente, che in occasione del ventennale della sua campagna Voler Bene all’Italia dedicata ai piccoli comuni sotto i cinque mila abitanti, ha presentato a giugno le sue proposte sintetizzate nel dossier “Borghi Avvenire, trend e opportunità per arrestare lo spopolamento e investire su scenari futuri”.
Sei le opportunità su cui lavorare da qui ai prossimi anni. 1) Opportunità energetica, su cui i piccoli comuni stanno già dando in buona parte l’esempio. Secondo le stime Legambiente una produzione di 2 GW al 2030 porterebbe a un investimento di 1,6 miliardi con 250 milioni di euro di valore aggiunto e a 5,5 milioni di tonnellate di CO2 risparmiata. Un protagonismo, raccontato anche dai dati del dossier “Comuni Rinnovabili” 2024, che ben evidenzia il fermento e l’operatività in atto. 2) Opportunità abitativa: l’utilizzo delle circa 143 mila abitazioni (dato Istat) non occupate e potenzialmente disponibili poterebbe ad accogliere circa 320 mila nuovi cittadini potenziali con oltre 1,1 miliardi di euro di indotto e oltre 13 mila nuovi addetti ai lavori.3) Opportunità turistica: se la percentuale di utilizzo dei posti letto nei borghi raggiungesse la media italiana della ricettività, significherebbe ben 20 milioni di notti/letto in più, un fatturato aggiuntivo di 2 miliardi e 40mila nuovi posti di lavoro. 4) Opportunità “Borghi Universitari”: se ognuna delle 239 sedi universitarie italiane scegliesse di investire un solo corso o anche per un solo anno in un piccolo Comune limitrofo, in 10 anni, si potrebbero coinvolgere almeno 2.500 realtà (la metà dei piccoli Comuni). 5) Opportunità smart working: incentivando anche solo il 10% dei 3,6 milioni di persone che lavorano da remoto (dato Polimi) a farlo da un borgo, avremmo oltre 28 milioni di giornate/uomo/lavoro e almeno 40 nuovi residenti in 2.000 borghi (oltre a familiari e ospiti). 6) Opportunità agricola: riconquistando solo il 10% di quei 2,3 milioni di ettari di superficie territoriale agricola persi (dati ISTAT), si creerebbero oltre 75 mila nuove aziende, ciascuna di 30 ettari.
Accanto alle opportunità, da tener bene a mente, i punti di forza dei piccoli comuni: 4,3 istituzioni culturali per 100 abitanti (contro le 3,5 della media nazionale). 8,9 piccole imprese per 100 abitanti nei piccoli comuni (contro la media nazionale di 8,5), 9,6 istituzioni sociali private per 100 abitanti (contro i 7,9 della media nazionale).
“Gli stanziamenti previsti dal Pnrr per i piccoli comuni e quelli per le CER rappresentano un passo importante, ma c’è da fare ancora molto per superare la rassegnazione dei trend statistici e costruire oggi nuove opportunità per i piccoli comuni”, spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.
Dal 2004 la campagna è in prima linea per chiedere politiche indirizzate ai piccoli Comuni e attenzione dalle istituzioni centrali, raccogliendo una serie di vittorie: dall’approvazione definitiva nel 2017 della Legge Salva Borghi, con fondi e di valorizzazione e sostegno, alla Legge 158/2017 (oggi ancora senza fondi a regime) che si propone, tra le altre cose, di recuperare il dissesto idrogeologico, attuare politiche di adattamento climatico, introdurre innovazione nella gestione dei servizi ancora prima di contribuire al riequilibrio demografico. La campagna si è rafforzata negli anni lavorando su progetti di qualità, grazie alla collaborazione con reti e realtà virtuose che fanno capo alle bandiere Arancioni del Touring, allo storico rapporto con l’Anci, alla rete dei Borghi più belli di Italia o alle oltre 6000 proloco di Unpli, dei Borghi autentici e dei Comuni Virtuosi, lavorando nel Comitato ristretto del Mibact che ha portato, nel 2017, all’istituzione dell’Anno dei Borghi Italiani e a dedicare ben un miliardo di euro del Pnrr ai comuni sotto i 5mila abitanti insieme alle risorse sulla costruzione delle comunità energetiche che vedono impegnati oltre 2 miliardi.