Deponete le armi e tornate a casa”: è il messaggio contenuto in una lettera firmata da centinaia di genitori di soldati israeliani impegnati a Gaza, inviata al ministro della Difesa Yoav Gallant e al capo di Stato maggiore delle forze armate Herzi Halevi. Il gruppo di familiari dei militari chiedono ai figli di abbandonare il fronte. Nella lettera aperta – scrive Haaretz – criticano anche la decisione della Knesset di approvare la legge che esonera gli uomini ultraortodossi dal servizio militare, e hanno scritto che non sosterranno più la campagna militare a Gaza. Questo succede nel giorno in cui un alto funzionario del governo israeliano, coperto da anonimato ma tramite una nota scritta, ha ribadito che “Israele non metterà fine alla guerra prima di aver raggiunto tutti i suoi obiettivi di guerra: distruggere le capacità militari e di governo di Hamas, liberare tutti gli ostaggi e garantire che Gaza non rappresenti una minaccia per Israele in futuro. La proposta presentata consente a Israele di raggiungere questi obiettivi, e Israele lo farà”. Proprio oggi almeno 4 soldati sono stati uccisi nel Sud di Gaza durante i combattimenti.

Proprio uno dei punti sollevati nella lettera dai familiari dei soldati israeliani è stato al centro della controversa legge sulla coscrizione degli ebrei ultraodossi votata nella notte dalla Knesset. Il provvedimento, approvato quasi di misura (63 sì e 57 no), è sostenuto dal premier Benjamin Netanyahu ma è criticato dal ministro della Difesa, Yoav Gallant. Prevede un aumento graduale e limitato del numero degli ebrei ultraortodossi che prestano servizio militare. La maggior parte degli israeliani deve prestare servizio militare, ma la comunità ultraortodossa è stata esentata a favore dello studio religioso. Con i militari che attualmente combattono una guerra nella Striscia di Gaza e sono impegnati quotidianamente nel fuoco transfrontaliero con gli Hezbollah libanesi, la riforma è stata criticata da Gallant perché non sufficientemente avanzata. “Non dobbiamo fare politica meschina a scapito dei grandi combattenti dell’esercito”, ha dichiarato il ministro della Difesa dopo il voto parlamentare. “Sopportare l’onere del servizio militare è una sfida nazionale“, ha aggiunto.

Netanyahu corteggia da anni gli alleati ortodossi e nazionalisti religiosi che siedono nel suo governo di coalizione. Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha accusato il premier di portare avanti una legge sulla coscrizione senza “alcun valore” per mantenere il potere. Il voto rappresenta “uno dei momenti più spregevoli della storia della Knesset”, ha scritto Lapid su X accusando il governo di portare avanti una “legge sull’evasione“. La legge non è ancora vigente: dopo un percorso nelle commissioni parlamentari, tornerà in Aula per il voto finale.

Sullo sfondo resta poi la questione politica che riguarda il governo. Da domenica non fa più parte dell’esecutivo Benny Gantz, leader del partito Unità nazionale. Da quel momento non ci sono stati sviluppi di nessun tipo. Ma la decisione è stata commentata ancora oggi proprio da Gallant che ha parlato di “un errore”. Gantz accusa Netanyahu di “impedire la vera vittoria” nel conflitto nella Striscia di Gaza per sue convenienze politiche e di non avere un piano per cosa avverrà dopo la fine della guerra.

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