Se ci fosse una reale alternativa a Giuseppe Conte, lui stasera forse si dimetterebbe perché ci ha pensato molto seriamente. Ma io non credo che ci sarà questa spinta da parte dei 5 Stelle, perché si rendono conto che senza Conte in questo momento sono destinati a esplodere“. Così a Tagadà (La7) Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it e condirettore de Il Fatto Quotidiano, risponde alla conduttrice della trasmissione, Tiziana Panella, che gli chiede cosa succederà stasera alla riunione programmata tra il leader del M5s, i parlamentari e i neo-eletti pentastellati del Parlamento europeo sul bilancio catastrofico post-elezioni.

Gomez sottolinea che ad ora non esiste una reale alternativa alla leadership di Conte e aggiunge: “I 5 Stelle si possono consolare con i flussi, che è ben poca cosa, sia chiaro. Le elezioni europee ci dicono che una parte dei voti del M5s sono andati al Pd, anche se pochi (il 9%, ndr). E tutti gli altri voti sono andati persi nell’astensione. Quindi, si può sempre sperare che alle prossime politiche quei voti siano in qualche modo recuperabili, cosa che è sempre possibile, nessuno può escluderla”.

Il direttore del Fatto online spiega: “La mancanza di un’alternativa a Conte nel M5s è testimoniata anche dalla difficoltà che lui ha avuto nel trovare volti da presentare alle europee, una delle ragioni del pessimo risultato elettorale dei 5 Stelle. Un conto è parlare di questione morale a quei pochi che ci credono – puntualizza – ma il problema è chi presenti come volto per rappresentare la questione morale e altro. Pasquale Tridico ha ottenuto molti voti, ma gli altri candidati non erano in grado di portare niente”.

Gomez, infine, si sofferma sul ruolo determinante del Pd a guida Schlein nel tonfo elettorale del M5s: “Elly Schlein nelle primarie non è stata eletta dagli iscritti del Pd, che avrebbero preferito Bonaccini. E rappresenta un partito che, tranne che sulla politica estera (per il momento, visto che ha candidato Cecilia Strada e Marco Tarquinio), si sposta sulle stesse posizioni sociali del M5s. Basti pensare al reddito di cittadinanza o al salario minimo – chiosa – ai quali prima il Pd era contrario e ora è favorevole. E alla fine questa è stata la sfortuna di Conte: Elly Schlein alla guida dei dem, perché se il Pd avesse avuto Bonaccini come segretario, probabilmente Conte avrebbe avuto degli spazi molto grandi davanti a sé”.

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