Cronaca

Papa Francesco lo dice ancora: “In Vaticano c’è aria di frociaggine”. Gay in seminario? “Sono ragazzi buoni, ma meglio di no”

Papa Francesco ci è cascato di nuovo. Ancora un incontro a porte chiuse, ancora quel termine dispregiativo pronunciato dal pontefice e che torna nelle ricostruzioni di chi c’era e ha raccontato tutto all’esterno. “Frociaggine“: la prima volta riferita ai troppi gay nei seminari italiani – sempre secondo i testimoni delle infelici uscite di Bergoglio -, adesso direttamente in riferimento alle presenze omosessuali nella Santa Sede. A scriverlo è direttamente l’agenzia Ansa, la più importante d’Italia, che cita fonti presenti all’incontro incriminato. Quale? Quello a porte chiuse di oggi pomeriggio – martedì 11 giugno – con i sacerdoti romani. Il vescovo di Roma è tornato sulla questione della omosessualità nella Chiesa e non si è tenuto: “In Vaticano c’è aria di frociaggine” ha detto il Papa secondo le parole dei testimoni, per poi aggiungere che “non è facile aiutare questa corrente”. Secondo la ricostruzione, Jorge Mario Bergoglio, poi, ha anche ribadito il suo pensiero sull’ingresso degli omosessuali nei seminari sparsi per un Paese. Questa volta il ragionamento del Pontefice è parzialmente virgolettato: per Francesco se un ragazzo ha una tendenza omosessuale è meglio non farlo entrare in seminario. Sono “ragazzi buoni“, ha detto Bergoglio secondo chi c’era, “ma con questa tendenza meglio di no”. Papa Francesco, nel discernimento sulle vocazioni, ha chiesto anche di essere attenti alle “ideologie”, i tradizionalisti “non vanno bene”.

“Molti religiosi stanno speculando con il Giubileo” – Cambiando registro, molto interessante anche il pensiero del Pontefice sul problema della povertà abitativa a Roma: secondo Bergoglio, interrogato da un sacerdote, bisogna mettere dei limiti ai prezzi degli affitti. Poi, secondo quanto riferito all’Ansa da fonti presenti all’incontro, il Papa ha anche detto che molti religiosi stanno speculando con il Giubileo, malgrado il voto di povertà. Accuse molto gravi, che però rischiano di passare in secondo piano alla luce dell’ennesima uscita sulla “frociaggine” in Vaticano dopo le polemiche seguite all’incontro con i vescovi italiani (anche questo era a porte chiuse). Questa volta l’omosessualità, a detta del Pontefice, non riguarda solo i seminari ma lo stesso Vaticano. In più occasioni, del resto, Papa Francesco ha mostrato grandi aperture nei confronti delle persone omosessuali ma si è allo stesso tempo sempre espresso in maniera abbastanza netta contro le “lobby”, e questo sarebbe il senso del discorso pronunciato anche questo pomeriggio. Alla questione dei vescovi (un sacerdote avrebbe fatto notare che a Roma sono tanti), per il Papa il problema non sarebbe il numero ma “la mondanità” che fa perdere il senso di essere pastori, e che quindi diventano funzionari o chierici di Stato.

Gli altri temi dell’incontro – Secondo chi era presente all’incontro, Francesco ha anche commentato il problema dell’astensionismo che ha toccato le ultime elezioni. Per il Papa la Chiesa deve lavorare ad una “pastorale sociale“. Con i preti di Roma ha anche parlato della sua prossima partecipazione al G7 sull’intelligenza artificiale. “Ma io vorrei chiedere: come va l’intelligenza naturale?”. L’attenzione dunque dovrebbe essere per la vita, per la pace. “Siamo capaci di investire sulle armi, di portare gli animali come bambini, di curare sempre il fisico… ma dove stiamo andando”, il pensiero del Pontefice. La Santa Sede – sempre nelle parole del lungo botta e risposta tra il Papa e i preti, che è durato un’ora e mezza – deve lavorare tanto per la pace. Francesco ha detto che stasera, come tutti i giorni, chiamerà la parrocchia di Gaza. E che venerdì scorso, nell’evento ai Giardini Vaticani, gli ambasciatori di Israele e Palestina erano presenti a pregare per la pace. È tornato sulla sessualità poi ad una domanda sui padrini, se debbano essere accettati sempre. Per il Papa i peccati della carne non sono più gravi rispetto a quelli della carità. Infine il cappellano di un ospedale gli ha chiesto se, oltre a quella in un carcere, al Giubileo aprirà una porta santa in ospedale: “È una buona idea, ci penserò”, la risposta del Papa.

Dove si è tenuto l’incontro – L’appuntamento in cui è maturata l’ennesima uscita infelice del Pontefice si è tenuto questo pomeriggio, poco dopo le 16, presso l’Università Pontificia Salesiana e, nell’Aula Magna dedicata a San Paolo VI, ha incontrato circa 200 preti della diocesi di Roma dall’undicesimo al trentanovesimo anno di ordinazione. “Di coloro che non sono potuti venire, molti erano coinvolti negli impegni estivi con i giovani nelle parrocchie”, sottolinea in una nota la sala stampa vaticana. Secondo l’annuncio dato stamani dal Vicariato avrebbero infatti dovuto partecipare all’incontro cinquecento sacerdoti. Dopo un breve saluto di mons. Michele Di Tolve e un momento di preghiera, si è aperto il colloquio tra il Papa e i preti presenti. Tra i temi affrontati – sempre secondo la nota ufficiale del Vaticano -, quelli della pastorale legati alla diocesi, al ruolo e all’identità del sacerdote, e alla bellezza di essere preti. In risposta alle domande, il Papa ha citato il modello di don Milani, “un grande, una luce per il prete italiano”, il rischio di cadere nella mondanità, e ha parlato del bisogno di allargare l’accoglienza nelle parrocchie “a tutti, tutti, tutti!”.

Le altre uscite infelici – Come detto, l’uscita di oggi sulla “frociaggine in Vaticano” segue quella pronunciata il 20 maggio nell’incontro con i vescovi della Cei (con relative scuse pubbliche il 28 maggio) e quella sul “chiacchiericcio roba da donne” del 30 maggio. E conferma la convinzione degli addetti ai lavori, dentro e fuori il Vaticano, tutti concordi su un aspetto: l’utilizzo di termini ed espressioni spiazzanti, spesso mutuate da stereotipi e gergo iper popolare, fanno parte della cifra comunicativa del Pontefice. Che quando lascia perdere i discorsi preparati e parla a braccio spesso e volentieri “non si tiene”. E allora “frociaggine”, allora “zitellone” alle suore, allora i cristiani che “non devono fare i figli come i conigli”, allora “pugno in faccia” a chi insulta “la mia mamma”, tutti episodi ricordati dal Corriere della Sera. Al netto della questione comunicativa, tuttavia, ci sono le conseguenze delle parole in libertà di Bergoglio fuori e dentro la Santa Sede. In questo ultimo caso, la boccaccesca presa di posizione del Papa argentino ha chiuso in partenza la questione dell’ammissione degli omosessuali ai seminari, punto che dovrebbe essere all’ordine del giorno del prossimo sinodo al pari delle donne diacono (anche in questo caso Bergoglio è contrario). Proprio ciò che accade nei seminari, a leggere Repubblica (che ha ripreso la notizia pubblicata da Dagospia domenica 26 maggio) è una delle enormi preoccupazioni del Pontefice.