Per liberare dagli arresti domiciliari in Ungheria Ilaria Salis, neo-eletta al Parlamento Europeo nelle fila di Avs, non c’è da aspettare la sua proclamazione ufficiale a europarlamentare, prevista tra circa un mese, come ha sostenuto ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani. È sufficiente un pezzo di carta firmato dallo stesso Tajani o da Piantedosi, che altro non è che una certificazione formale della sua elezione: il documento, infatti, è necessario per consentire al giudice ungherese di emettere una sentenza per la concessione dell’immunità e per lo stop al processo a carico della docente brianzola.
Lo rivela ai microfoni di Radio Radicale il padre di Ilaria Salis, Roberto, il quale smentisce quanto affermato dal leader di Forza Italia (“Dobbiamo aspettare la proclamazione – ha dichiarato ieri Tajani – Prima non possiamo dire nulla. Appena ci sarà, verrà informata in via ufficiale l’autorità ungherese”).
“Il giudice incaricato di seguire il processo di Ilaria è ovviamente informato della conquista del seggio – spiega Roberto Salis – e ha dichiarato ai nostri avvocati ungheresi che per terminare la detenzione domiciliare è sufficiente che arrivi una comunicazione ufficiale da parte delle autorità competenti italiane, nella fattispecie il ministro degli Esteri e il ministro dell’Interno, che attestino l’avvenuta elezione. Quindi, anche oggi una lettera del ministro degli Esteri o del ministro dell’Interno al giudice consentirebbe la liberazione di Ilaria”.
E stigmatizza duramente le dichiarazioni di Tajani e il suo temporeggiare: “Il ministro degli Esteri ha detto che non intende attivarsi, continuando a ignorare le esigenze di una cittadina italiana. Del resto, lui ha sempre ignorato le esigenze di Ilaria durante questi 16 mesi. Adesso però è estremamente grave che continui a farlo, perché l’elezione di Ilaria è stata legittimata da 170mila cittadini italiani che hanno scritto “Ilaria Salis” su una scheda”.