“Qualsiasi gioco scegliate, date il vostro meglio. Tirate i vostri colpi. Giocate liberi. Provate tutto. Soprattutto, siate gentili gli uni con gli altri… e divertitevi là fuori”. Si è concluso così il discorso tenuto da Roger Federer di fronte agli studenti dell’università di Dartmouth, in New Hampshire. Il re del tennis, è diventato “dottor Roger”, ricevendo la laurea honoris causa dal piccolo e prestigioso ateneo della Ivy League. Lo svizzero, oggi 43enne, ha poi tenuto il Commencement speech: il suo discorso ai neolaureati, pronti a ricevere i loro diplomi, è stato senza dubbio il più bello di tutta la sua carriera. Un condensato di saggezza e ironia, come quando Federer agli studenti ha detto: “Anch’io ho appena finito una tappa della mia vita, come voi anche a me chiedono sempre cosa farò dopo… Io oggi accompagno i figli a scuola, gioco a scacchi online contro sconosciuti, passo l’aspirapolvere a casa”. Il suo discorso, durato 25 minuti e intitolato “Lezione di transizione, cosa ho imparato dal tennis”, ha girato intorno a 4 punti cardine. Eccoli.

Lo sforzo
“L’assenza dello sforzo, della fatica, è un mito”, ha avvertito Federer. “In tutta la mia carriera ricevevo complimenti perché il mio tennis sembrava non lasciar trasparire sforzi. Non è vero, ho lavorato duro per rendere facile il mio tennis”. Lo svizzero ha ricordato che agli esordi pure lui ha rotto qualche racchetta e che ha avuto bisogno di vittorie importanti (su tutte quella contro Sampras nel 2003) per avere fiducia in sé stesso. Federer poi ha giocato con le parole gift e grit: “Vi diranno che il talento è un dono, ma è anche grinta, determinazione e coraggio”.

Un punto
“È solo un punto“, è il secondo concetto cardine che Federer ha voluto sottolineare agli studenti. Che cosa significa? Che una delusione può essere superata. Ovviamente lo svizzero ha elencato le sue delusioni più cocenti: in primis Wimbledon 2008 e la finale persa contro Rafa Nadal. Ma anche tirato fuori una statistica ad effetto: Federer in carriera ha vinto quasi l’80% dei suoi match, ma ha conquistato “solo il 54% dei punti. Quindi, ha ribadito lo svizzero, mai fermarsi a un punto perso: “Accettalo, piangi pure, ma impegnati per il prossimo”.

La vita
“È importante avere una vita oltre al proprio lavoro, è importante conoscere, avere amici, avere una famiglia”. Questa è invece la lezione che Federer ha imparato da mamma Lynette, sudafricana. “La vita è più grande di un campo da tennis. Il tennis mi ha permesso di vedere il mondo, ma non è il mondo”, ha ribadito l’ex numero 1. Un passaggio inevitabile sulla “Fondazione Roger Federer”, che ha come primo obiettivo garantire l’istruzione ai bambini meno fortunati nel mondo. Lo svizzero ha aperto scuole in Lesotho, Malawi, Namibia, Zambia, Zimbabwe e Sud Africa. “Io ho scelto una disciplina e poi ho avuto l’opportunità di andare sempre più in profondità ed allargare i miei orizzonti”, ha sottolineato Federer. Che quindi ha spronato gli studenti a non essere solo “grandi studenti”, ma a essere “grandi persone sempre”.

Il dritto e il rovescio
Federer ha finito scherzando con la presidente del Dartmouth College, Sian Beilock: “Posso avere la mia racchetta molto velocemente? Ok, quindi, per il tuo dritto, ti consiglio di usare una presa orientale. Tieni le nocche un po’ divaricate”. E ancora: “Passare dal dritto al rovescio dovrebbe essere facile… Inoltre, ricorda che tutto inizia con il gioco di gambe, e il movimento di preparazione è tanto importante quanto il movimento di conclusione” “No, questa non è una metafora! È solo una buona tecnica”, ha scherzato Federer. Che poi però ha concluso con la sua metafora: nella vita, come nel tennis, “tirate i vostri colpi” e “giocate liberi”. E ha aggiunto: “Io sono diventato un ex giocatore di tennis, voi non siete ex, voi siete il futuro… Se tra 30, 40 anni mi dovreste rincontrare, fermatemi e non abbiate timore di dirmi ‘Io quel giorno, a Dartmouth, ero lì!'”. Classe pura.

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