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Signorelli si dimette: “Frasi antisemite? Altra fase della vita”. Lollobrigida lo difende: “È un bravo padre, va sempre in chiesa”

Dopo l’inesistente “autosospensione arrivano le dimissioni. A quattro giorni dall’uscita sui giornali delle sue chat conDiabolik“, l’ultrà della Lazio assassinato a Roma nel 2019 messaggi in cui si insultavano gli ebrei, si glorificavano i terroristi neri e si esultava per l’assoluzione di un boss della malavitaPaolo Signorelli si è dimesso dall’incarico di portavoce del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. “L’ho fatto per me e per la mia famiglia, per non danneggiare il governo”, dice in un’intervista al Foglio. “Non voglio fare assolutamente la vittima, ma è giusto per tutti che ora mi faccia da parte”.

“Era un’altra fase della mia vita”, sostiene Signorelli, che è stato anche condannato in primo grado (poi è scattata la prescrizione) per lesioni a un tifoso greco in centro a Roma. “Era un altro Paolo: sono notizie che parlano di un tempo lontano a cui non faccio riferimento e in cui non mi riconosco in nessun modo. Il passato non si rinnega, anche se si commettono errori. Ma da persona matura non sono più vicino ad ambienti che per tanti motivi ho frequentato”. Quali motivi? “Sono un ex calciatore, vengo da una storia famigliare che non rinnego (è il nipote dell’omonimo Paolo Signorelli, esponente dell’estrema destra e fondatore del centro studi Ordine nuovo) e pur rimanendo un tifoso della Lazio da anni non vado in curva”. Signorelli ieri ha incontrato Lollobrigida e gli ha comunicato la sua decisione, dopo che nei giorni scorsi si era autosospeso: “Questa bufera mi impedisce di continuare a fare il mio lavoro, così ho rassegnato le dimissioni che il ministro ha accettato. Lo ringrazio per la vicinanza alla mia famiglia e la conferma della stima nei miei confronti. Ringrazio Giorgia Meloni, Arianna e tutti coloro i quali ho avuto il piacere di lavorare”.

A stretto giro è arrivata anche la reazione dell’ormai ex datore di lavoro di Signorelli, quel ministro Lollobrigida che ha affidato ai social network le sue parole di “saluto”: “Con grande rispetto di chi si è sentito colpito dalle dichiarazioni in chat private di Signorelli ma molto meno di chi le ha strumentalizzate direi, dal dato elettorale, che queste aggressioni giornalistiche non portano al risultato sperato da chi le progetta”. Dopo aver sottolineato di aver perso un “collaboratore prezioso”, il titolare dell’Agricoltura ha sottolineato che “Signorelli, per come l’ho conosciuto, è un padre di famiglia che ama sua moglie e i suoi piccoli. È incensurato e ha due lauree. Lavora con dedizione e professionalità”. Pur sottolineando che “le cose che ho letto nelle chat sono ingiustificabili”, Lollobrigida poi ha spiegato che “il contesto nelle quali sono state dette è molto più complesso di come è stato raccontato”. Per il ministro “si tratta comunque del suo passato che appare, a chi conosce il Paolo di oggi, molto più lontano dei soli anni che lo separano da quanto riportato dal quotidiano il giorno della chiusura della campagna elettorale”.

A seguire la giustificazione: “Ci si può trovare in situazioni terribili senza saperlo e volerlo per il contesto in cui sei cresciuto o lavori. Specie se un altro Paolo Signorelli è tuo nonno e non lo potevi certo scegliere”. A sentire Lollobrigida, poi, “importante però dovrebbe essere non aver commesso crimini e aver avuto il coraggio di voltare pagina. Ma non è sempre così”. Il ministro, tuttavia, non sa o fa finta di non sapere che la prescrizione intervenuta per Signorelli equivale a una condanna per un crimine realmente compiuto, nella fattispecie il ferimento del tifoso greco per cui il suo ex portavoce è stato giudicato colpevole in primo grado (e poi prescritto). Lollobrigida, invece, ha preferito prendersela con i media, anche in questo caso: “Un giornale ha pubblicato intercettazioni che non hanno alcuna rilevanza penale se non, eventualmente, per chi le ha diffuse. Come ha ben scritto anche L’Unità – ha detto – Il quotidiano di De Benedetti, invece, ha raccontato un’altra persona rispetto a un giovane giornalista che da anni non salta una domenica in chiesa – ha continuato, riepilogando le virtù religiose del suo ex collaboratore – va regolarmente in pellegrinaggio a Medjugorje, aiuta chiunque sia in difficoltà”.