Il leghista che fa il segno per tre volte della Decima Mas in Aula, mentre dai banchi le opposizioni cantano “Bella Ciao“. I tre colleghi (due del Carroccio e uno di Fdi) che corrono nell’emiciclo per cercare di colpire il 5 stelle Leonardo Donno dopo che ha cercato di consegnare a Roberto Calderoli la bandiera dell’Italia. Poi, non contenti dopo il caos, il deputato Fdi che chiama il “presente” per ricordare un ex senatore scomparso nel 2020 e il dem Nico Stumpo che lancia una sedia guadagnandosi l’espulsione dall’Aula. Sono scene di violenza e aggressività, non solo verbale, quelle che arrivano da Montecitorio dove era in corso il dibattito sull’Autonomia differenziata. Immagini che hanno pochi precedenti e che hanno costretto alla sospensione dei lavori dell’Aula. L’assemblea dei capigruppo ha acquisito i filmati e ha fatto sapere che “farà piena luce” sull’accaduto. Intanto lo scontro si sposta da dentro a fuori dall’Aula. Per le opposizioni sono fatti “gravissimi”, mentre la maggioranza accusa Pd-M5s-Avs di “voler oscurare il G7 di Giorgia Meloni”.

Il leghista fa la Decima Mas. Poi i pugni e calci al deputato M5s Come si vede dai numerosi video circolati subito dopo i fatti, tutto è iniziato con il deputato M5s Leonardo Donno che ha provato a consegnare una bandiera dell’Italia al ministro Roberto Calderoli. Una situazione pacifica e di sicuro non violenta che il presidente della Camera Lorenzo Fontana aveva deciso di sanzionare con l’espulsione. La violenza è arrivata dopo. Alcuni parlamentari della destra infatti sono partiti dai banchi per aggredire il parlamentare dei 5 stelle. In particolare il leghista Igor Iezzi ha tentato di superare la barriera di commessi e parlamentari provando ripetutamente a colpire in testa il deputato grillino. Ha mancato la testa, ma non è chiaro se comunque ci sia stato un contatto. Pochi secondi dopo infatti Donno è caduto a terra ed è stato portato via dai paramedici in sedia a rotelle. Secondo quanto scritto poi dal dem Andrea Orlando, è stato “aggredito e preso a pugni, e mentre è a terra colpito da calci dai deputati della Lega e di Fratelli d’Italia”. Interpellato poco dopo dall’agenzia Adnkronos, Donno ha dato la sua versione: “Non sono riuscito a capire bene nella confusione, ma hanno provato e sono riusciti anche a colpirmi con calci e pugni Iezzi, Candiani, Cangiano, Amich… Parlamentari di Lega e Fratelli d’Italia. Vedrò se prendere dei provvedimenti”, ha detto. Donno ha anche mostrato uno strappo della camicia, intorno a un bottone poco sopra la cinta. “Io sono sceso dai banchi per dare la bandiera dell’Italia al ministro Calderoli e lui che fa, la rifiuta? Un ministro che rifiuta il tricolore?”. A farlo cadere “un cazzotto sullo sterno”: “E’ quello che mi ha fatto crollare”, ha detto. In Transatlantico è partita la guerrà di video tra i deputati che hanno immortalato la scena della rissa. Come riportato dall’agenzia Ansa, si sono formati molti capannelli di parlamentari, ciascuno attorno a cellulari che riprendono le scene e con commenti di parte. Per quelli di Fratelli d’Italia o della Lega a innescare la rissa è stata la provocazione del deputato 5 stelle. Per le opposizioni invece non c’era nessuna violenza nel gesto. Parecchi, inoltre, hanno contestato a Donno di essere stato davvero colpito.

Ma l’aggressione nell’emiciclo non è stato l’unico fatto che ha incendiato le opposizioni. Poco prima dei pugni, infatti, il presidente Lorenzo Fontana aveva espulso un deputato della Lega, Domenico Furgiuele che aveva fatto il segno della Decima Mas rivolto alle opposizioni. “A X Factor facevano la X per dire no, posso fare quello che voglio?”, è arrivato a giustificarsi il leghista parlando con i cronisti. “Se voglio mettere un voto sulla scheda posso fare il simbolo della X? Alla provocazione si è risposto con un gesto che non poteva non essere provocatorio, in un contesto nel quale la voce di chi cantava era più alta”. Il segno della Decima Mas sarebbe stato fatto in risposta al coro Bella ciao delle opposizioni.

E non è finita. Prima di chiudere i lavori, il deputato di Fratelli d’Italia, Marco Padovani, è intervenuto in Aula per ricordare la figura di Stefano Bertacchi, “figura storica e significativa della destra veronese”, scomparso quattro anni fa e ha concluso con un “Stefano Bertacchi presente!”. Immediate nuove scintille tra maggioranza ed opposizione con capanelli agitati di deputati in Transatlantico. “Stefano sognava un’Italia fiera e giusta, quell’Italia che Fdi cerca ogni giorno di migliorare con impegno, fervore e diligenza in suo nome e in nome dei militanti scomparsi. Orgoglioso di esserti stato amico: Stefano Bertacchi presente”, sono state le parole di Padovani con un chiaro riferimento al gergo fascista. A quel putno Nico Stumpo ammette di non averci visto più e di aver tirato una sedia. “Sono un pacifista ma…”, dice tra i colleghi in Transatlantico stupefatti dalla coda di una giornata già mai vista a Montecitorio con il ‘presentè pronunciato in aula da un deputato di Fdi. Ennesima provocazione ed ennesima espulsione. Il presidente Costa ha sospeso la seduta spiegando che non c’erano “le condizioni per andare avanti”.

Le proteste e le accuse incrociate – L’aggressione a Donno è “un fatto gravissimo e vergognoso – si legge in una nota del M5s -. Chiediamo provvedimenti seri e immediati contro questo atto di vero e proprio squadrismo perpetrato all’interno delle istituzioni che infanga la nostra democrazia e qualifica chi lo ha compiuto”. Poco dopo si è unito anche Giuseppe Conte: “Siamo arrivati alle violenze dai banchi della maggioranza Meloni. Hanno aggredito il nostro Leonardo Donno perché ha portato il tricolore al ministro Calderoli, perché diciamo no alla secessione dell’Italia firmata Meloni, Salvini e Tajani. È uscito in barella dalla Camera dei deputati. Giù le mani da noi, giù le mani dal nostro tricolore. Non passerete. Vergogna”. Anche la segretaria del Pd Elly Schlein ha condannato i “fatti gravissimi”: “A 100 anni dall’omicidio Matteotti non si devono e non si possono vedere queste immagini, non pensino di fermare i nostri diritti di opposizione contro le riforme con cui stanno stravolgendo l’Italia“. Quindi ha denunciato: “Prima c’è stata l’intimazione a stare zitta alla nostra deputata Chiara Braga, poi un deputato è stato espulso per aver fatto tre volte il gesto della Decima Mas e infine l’aggressione fisica, violentissima con pugni ripetuti a un parlamentare del M5s”. Anche Alleanza Verdi Sinistra ha parlato di “squadrismo parlamentare“.

Per il capogruppo della Lega a Montecitorio Riccardo Molinari sono “dinamiche parlamentari”. Secondo Federico Mollicone (Fratelli d’Italia) è sufficiente che Donno non sia stato preso pienamente in testa. “Tutto è nato da un gesto provocatorio e oltraggioso di Donno, che ha cercato di avvolgere con il tricolore il ministro Calderoli – dice – A quel punto è scoppiato il parapiglia ma nessuno ha avuto modo di entrare in contatto con lui perché era circondato dagli assistenti parlamentari. L’ipotesi è che sia una sceneggiata quella di buttarsi a terra e fingere il malore“. Diversa l’opinione del collega di partito Andrea De Bertoldi: “Se un parlamentare dà dei pugni a un altro parlamentare, vuol dire che è un cog… indipendentemente da chi sia”.

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