Un’intera pagina a pagamento sui principali quotidiani nazionali: “Dolcissimo papà, il tuo amore vivrà sempre dentro di noi. Firmato Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi”. Così i figli di Silvio Berlusconi lo ricordano nell’anniversario della morte, accompagnando il messaggio con una sua foto sorridente e di profilo. Il fondatore di Forza Italia si è spento il 12 giugno 2023 a 86 anni all’ospedale San Raffaele di Milano, a causa di una forma di leucemia di cui soffriva da tempo. La famiglia, insieme alla vedova Marta Fascina e agli uomini del suo cerchio più stretto – Fedele Confalonieri, Adriano Galliani, Gianni Letta – lo ha ricordato al mattino con una messa nella cappella della residenza storica di Arcore, mentre in serata sui canali Mediaset andrà in onda a reti unificate (Canale 5, Italia 1, Rete 4 e TgCom24) il documentario “Caro presidente, un anno dopo” firmato dal giornalista Toni Capuozzo. Ieri sera un’anteprima è stata proiettata a Cologno Monzese in una serata-evento con tutti i dipendenti del Biscione: “Sento che lui è qui con noi”, ha detto il figlio Piersilvio. Anche Bruno Vespa ha attrezzato uno speciale di Porta a porta in seconda serata, mentre RaiNews24 ha trasmesso lo speciale “Filo diretto – Ricordando Silvio” in onda dalle 10 con ospiti in studio e collegamenti.

A omaggiare il ricordo del leader scomparso è tutto il centrodestra, a partire dalla premier Giorgia Meloni: “Nel primo anniversario della scomparsa di Silvio Berlusconi, desidero ricordare un uomo che ha lasciato un segno indelebile nella storia politica italiana”, scrive su Twitter postando una foto che la ritrae insieme all’uomo di Arcore. “Ci manchi. Ciao, Presidente”, è invece il messaggio del suo successore alla guida del partito, il vicepremier Antonio Tajani. “Un anno fa ci lasciava un imprenditore geniale, un innovatore rivoluzionario in molteplici campi, uno statista di quelli in grado di definire un’epoca, innamorato dell’Italia e della libertà”, posta il leader leghista Matteo Salvini. La terzogenita Barbara, in un’intervista al Tg1, sceglie invece di attaccare cavalcando un vecchio mantra: “È stato il leader politico più perseguitato al mondo con più di quattromila udienze e ottantasei processi. Un accanimento di una parte della magistratura politicizzata che è durato quasi trent’anni e che ne ha gravemente compromesso la salute. Mi auguro che venga presto approvata in Parlamento la riforma della giustizia“.

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