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Bindi a La7: “Renzi e Calenda? Uno è pieno di sé, l’altro va dove gli conviene. Il problema è che il centro non c’è più ma ci sono ancora loro due”

Ospite a Tagadà (La7), l’ex ministra e parlamentare del Pd Rosy Bindi commenta l’esito elettorale delle europee, esprimendo fiducia nella costruzione di un’alternativa di centrosinistra in Italia: “Penso che questo risultato, rispetto al passato, fa dire che si può, ci sono le condizioni per provarci. Ma in queste elezioni europee i veri vincitori sono quelli che sono rimasti a casa, hanno la maggioranza assoluta nel paese. E questo – sottolinea – è molto grave. Io penso che molta di quella astensione sia in attesa di quest’alternativa, perché non credo che la maggioranza degli italiani si riconosca e si potrà mai riconoscere fino in fondo nelle politiche di questo governo, comprese le riforme della Costituzione”.
Poi dà un suggerimento al Pd: “Non si culli su questo risultato ma apra al dialogo e al confronto, soprattutto con questi pezzi di società che chiedono rappresentanza. E deve aprirsi, perché se continua questo meccanismo di conservazione della classe dirigente, non si va da nessuna parte”.

Bindi si sofferma successivamente sui 5 Stelle: “Spero che escano dall’ambiguità e dalla fase adolescenziale. Finalmente ho sentito che vogliono rivedere la regola del vincolo sul doppio mandato: ma si può mai pensare di selezionare la classe dirigente così? Ma ci sono politici che andrebbero cacciati dopo 6 mesi e persone che potrebbero dare un contributo importante e che devi tenere. Quindi, spero tanto che i 5 Stelle facciano questi passi avanti”.

Alla domanda di Tiziana Panella che le chiede come mai Renzi e Calenda non abbiano superato la soglia di sbarramento, l’ex ministra è netta: “Ma il centro non esiste più, in politica devi decidere da che parte stare. Forza Italia ha preso voti perché è un partito moderato di centro che ha scelto di stare a destra. Loro devono decidere dove stare, il problema è che non c’è più il centro ma ci stanno ancora loro due: uno è pieno di sé, quell’altro sta sempre dove gli conviene di più. Si devono decidere se vogliono ancora esistere. E devono scegliere facendo politica per il paese, non per se stessi”.

Circa i leader politici che hanno perso questa competizione elettorale (Giuseppe Conte, Matteo Renzi, Carlo Calenda), Bindi osserva: “Conte, se decide di fare un cammino col suo gruppo crescendo insieme, ha ancora possibilità di proseguire. Renzi e Calenda? Ho già detto quello che penso di loro, dipende tutto dalle scelte che vogliono fare. Certo, in queste elezioni hanno avuto delle risposte molto chiare, ma questo succede da tempo, perché non è che alle politiche del 2022 abbiano brillato”.