Le attività italiane hanno contribuito per 2,6 miliardi al fatturato globale della multinazionale tedesca Bosch, che nel 2023 è stato di 91,6 miliardi di euro. Nel Belpaese la crescita è stata inferiore (+1,8%) rispetto a quella contabilizzata a livello globale (+3,8%), ma il dato risente anche della dislocazione (e della redditività) delle attività delle varie divisioni.
“Attualmente – chiarisce Camillo Mazza, general manager di Bosch in Italia – il settore Mobility sta registrando una performance particolarmente positiva. Questo importante settore, proprio a inizio anno, si è completamente riorganizzato per consentire una risposta migliore, più rapida e più flessibile alle esigenze dei clienti e del mercato. Vogliamo rimanere un fornitore leader di tecnologia e il partner preferito per i nostri clienti nel settore della mobilità”.
E, infatti, durante lo scorso esercizio la divisione Mobility è ha ottenuto una crescita in tutte le principali aree di business, anche se i risultati più significativi sono stati ottenuti nello strategico settore della mobilità del futuro, con prodotti e servizi mirati.
La conferenza italiana di bilancio – che anticipa di qualche giorno il tradizionale Tech Day che si svolgerà lunedì e martedì presso il quartier generale di Stoccarda – è servita per fare il punto delle varie attività nazionali, che valgono 5.600 posti di lavoro distribuiti in 19 società con 3 centri di ricerca. Per l’anno in corso è stata stimata una ulteriore moderata crescita complessiva, ma il contesto rimane difficile e in Bosch nessuno nasconde che “molto dipenderà dall’andamento dell’economia globale e dalla complessa situazione geopolitica”. Tra gennaio e marzo, il fatturato della mutinazionale ha subito una contrazione dello 0,8% su base annua che, al netto degli effetti valutari, corrisponde tuttavia ad un aumento del 2,7%.
Nel solo 2024 il colosso tedesco ha pianificato il lancio di 30 progetti di produzione per i veicoli elettrici, mentre nella crescente area dell’idrogeno, Bosch ha confermato le previsioni: entro il 2030 il fatturato della tecnologia legata a questa soluzione potrebbe raggiungere i 5 miliardi di euro.
In Italia Bosch ha confermato il proprio impegno nel sociale anche con un progetto che riguarda l’istruzione. Lo scorso anno ha lanciato Terzo Tempo, un nuovo progetto di formazione professionale per i club di Serie C e per i loro calciatori. Terzo Tempo rientra nel più ampio piano NeetON, avviato nel 2019, con l’obiettivo di favorire l’occupabilità dei cosiddetti Neet, l’acronimo impiegato per definire chi non sta studiando né lavorando né facendo apprendistato, attraverso corsi specifici che ne facilitino l’ingresso nel mondo del lavoro una volta terminata la non sempre lunga o remunerativa carriera calcistica. I partecipanti hanno l’opportunità di accrescere il bagaglio esperienziale e professionale attraverso un ciclo di 40 ore di lezione.