“Il dato elettorale di queste europee è drammatico e sconvolgente. E chi vince, o meglio chi perde meno degli altri, se fosse davvero un leader politico, come prima cosa analizzerebbe questo dato reale, scandalizzandosi e cercando di trovare una soluzione a questa devastante democrazia che è deviata“. È il duro j’accuse rivolto da Alessandro Di Battista, nel corso di Dimartedì (La7), all’indirizzo di Giorgia Meloni, commentando l’esito delle elezioni europee sulle quali premette: “Tutti i partiti, salvo Avs e Pd, hanno perso valanghe di voti, in primis il M5s che si è dimezzato. Ma il dato più drammatico è un altro e io stesso la scorsa settimana qui ho detto che per la prima volta avrebbe votato meno del 50% degli aventi diritto al voto. E questo – continua – significa che si rompe il patto sociale tra cittadini e istituzioni. Se si rompe il patto sociale, significa legge della giungla, perché ad esempio la gente non paga più le tasse e dice: ‘Perché dovrei pagarle se non ho servizi e diritti e non credo più nelle istituzioni?'”.
L’ex parlamentare del M5s elenca le percentuali di voto registrate dai partiti: “Vince il partito dell’astensione col 51,66%, cioè un partito che ha una linea chiara: dovete andare tutti quel paese. Fdi è al 13,89: sento dire che il paese va dietro alla Meloni ma è una balla perché su 100 elettori, e non abitanti, quasi 14 votano la Meloni. Questi sono i dati reali della democrazia deviata. E mi scandalizza – sottolinea – il fatto che, salvo eccezioni, ai partiti politici non interessi questo dato sconvolgente. Non dobbiamo criminalizzare il 51,66% di persone che non votano, perché non sono tutte menefreghiste, né è gente che pensa che Amadeus sia il presidente della Repubblica. È gente che fino a ieri ha votato e che oggi si astiene perché pensa che l’esercizio del voto sia inutile. È una tragedia“.
Di Battista, infine, allerta sul numero di schede nulle: “È quasi il doppio dei voti ottenuti da Calenda. Questo significa che c’è gente che è andata a votare e ha annullato la scheda: rendiamoci conto del livello della democrazia italiana. Questo è il dato significativo”.