“Da domenica, stanno cadendo le maschere. È una prova di verità”. Parola di Emmanuel Macron, aprendo la sua conferenza stampa a Parigi: “Si vede la differenza fra chi difende i propri interessi e chi difende quelli comuni”, ha aggiunto il presidente francese che ha incontrato la stampa nel pieno della campagna elettorale per le elezioni che lui stesso ha convocato per il 30 giugno. Ma la situazione più tesa è quella che riguarda il partito dei Repubblicani. Dopo l’annuncio del presidente del partito, Éric Ciotti, di aprire a un’alleanza con Marine Le Pen e Jordan Bardella, è stata convocata dalla segretaria una riunione dei vertici de Les Républicains, in polemica proprio con il loro presidente: di tutta risposta Ciotti ha deciso di chiudere la sede del partito. Nonostante la chiusura, un ufficio esecutivo straordinario del partito si sta riunendo al Museo Sociale, un centro di ricerca che sorge a 500 metri dalla sede del partito. Fra i primi ad arrivare sul posto, ci sono alcuni alti dirigenti del partito, da Valérie Pecresse a Gérard Larcher, a Laurent Wauquiez. Il deputato Aurélien Pradié, fra i più agguerriti al punto da invocare, stamattina, un’evacuazione di forza di Ciotti dal suo ufficio, ha dichiarato che “non c’è più niente di normale” in questa situazione: “Abbiamo fino a domenica per la commissione di investitura – ha aggiunto – chiameremo tutti un’ambulanza, anche Jordan Bardella, per farlo uscire da quell’ufficio”. “Non c’è posto per i traditori, per i golpisti” ha detto da parte sua la presidente della regione Ile-de-France, Valérie Pecresse. Per Xavier Bertrand, Ciotti “non ha il senso dell’onore, ma quello del tradimento. E abbiamo capito che non ha neppure il senso del coraggio”.
Il caos nel partito – La situazione rischia di degenerare, il partito è nel caos. La riunione convocata alle 15 dalla segretaria generale del partito, Annie Genevard, sarebbe finalizzata a destituire Ciotti: la stragrande maggioranza degli eletti, compresi i dirigenti del movimento, desiderano infatti in questa occasione rimuoverlo dalla carica di presidente del partito dopo le sue dichiarazioni di un’alleanza con l’estrema destra. Éric Ciotti non solo non parteciperà all’ufficio politico dei Républicains, come si legge in un comunicato in cui contesta il mancato rispetto delle procedure, ma ha anche deciso di chiudere la sede del partito. È stato ordinato, infatti, a tutti i dipendenti di andarsene a mezzogiorno, secondo quanto apprende Le Parisien: “È impazzito, io resto”, ha detto un dipendente del partito di alto livello. Secondo gli esperti, l’ufficio politico non potrà destituire Ciotti in sua assenza, ma potrebbe escluderlo e ritirargli la tessera di aderente. Un ultimo tabù, quello dell’alleanza con la destra, che Ciotti ha fatto cadere, rischiando anche di spaccare il Ppe in Europa.
Ciotti: “Sede chiusa per minacce” – E il presidente dei Repubblicani è intervenuto su X: “Sto sentendo molte elucubrazioni sulla chiusura della sede di LR. Ho preso questa decisione in seguito alle minacce ricevute“, ha fatto sapere Ciotti. “Devo garantire la sicurezza del personale”, ha proseguito, aggiungendo che “non è mai stata programmata alcuna riunione nella sede questo pomeriggio”.
La “federazione contro gli estremismi” – Intanto da Parigi, Emmanuel Macron propone una “federazione di progetti” con tutti gli esponenti politici che “non si riconoscono nella febbre estremista” e che “possono lavorare per costruire, governare la Francia, per la Repubblica”. Macron punta il dito contro il leader de Les Républicains (LR), Éric Ciotti, che ha fatto sapere di augurarsi l’alleanza con il Rassemblement National: “La destra repubblicana, o almeno colui che la guida, si è appena alleata con l’estrema destra, e dico l’estrema destra parlando del Rassemblement National. La destra, dunque, e tutti coloro che hanno seguito il presidente dei Repubblicani, il signor Ciotti, voltano così le spalle in poche ore all’eredità del generale De Gaulle, di Jacques Chirac e di Nicolas Sarkozy“, ha ribadito il presidente francese.
Macron: “Situazione politica imponeva scioglimento” – Macron ha fatto sapere che dopo i risultati delle Europee, la vittoria schiacciane della destra estrema di Le Pen e la congiuntura politica “la situazione politica imponeva uno scioglimento”, aggiungendo che “solo lo scioglimento consente il chiarimento delle cose”. Per Macron la sua maggioranza deve “andare a dialogare con personalità e forze che oggi non ne fanno parte“, ipotizzando un allargamento del governo alle forze moderate e ha accusato i radicali di sinistra de La France Insoumise di “aver creato un disordine costante” e “preoccupante” in Assemblée Nationale rendendo “meno leggibile l’azione e impedendo di costruire coalizioni stabili”. In conferenza stampa il presidente ha dichiarato che due blocchi estremi, siano essi di estrema destra o di sinistra, rappresentano un rischio di “impoverimento” per il Paese, per questo si appella a tutti coloro che hanno “saputo dire no agli estremi”.
No dimissioni – Macron ribadisce anche di escludere un suo passo indietro: “È assurdo che io mi dimetta“, ha affermato il presidente francese, escludendo la possibilità di una sua rinuncia all’incarico nel caso di sconfitta alle elezioni legislative. “Le elezioni (presidenziali, ndr) si sono svolte nel 2022 e il mandato assegnato è di cinque anni. Non c’è nessun dubbio in proposito“. Il presidente francese ha annunciato inoltre che non farà “campagna elettorale per le elezioni legislative” e non terrà nessun dibattito con Marine Le Pen.