Espulso dal partito mentre è barricato nel suo ufficio. La politica francese osserva tra l’incredulo e lo sconfortato quello che sta succedendo all’interno del partito i Républicains, dove il leader Éric Ciotti è stato cacciato dal suo stesso comitato politico radunato a 5oo metri dalla sede. Un vero e proprio psicodramma consumato davanti alle telecamere e in diretta su tutti i social network. Il presidente, che solo 24 ore fa aveva abbattuto un altro tabù a destra e aperto all’alleanza con il partito di Marine Le Pen, nella tarda mattinata aveva chiuso la sede ufficiale del partito per impedire la riunione che lo avrebbe cacciato. L’incontro però, è stato convocato comunque e la decisione comunicata ai mezzi di informazione. Ma non è così facile. Ciotti, che ha lasciato il suo ufficio solo in serata per andare ospite in tv, ha respinto la decisione pubblicando una nota sul suo profilo X (dopo essere stato cacciato di forza da quello del partito). “Io sono e resto il presidente della nostra formazione politica, eletto dagli iscritti”, si legge nel suo comunicato. “La riunione di oggi pomeriggio si è svolta in violazione flagrante del nostro statuto. Nessuna delle decisioni prese in questa riunione comporta conseguenze legali. Ma può avere conseguenze penali”.
Ma cosa succede ora? La prima mossa concreta l’ha fatta la presidente ad interim Annie Genevard che, subito dopo la nomina, è andata nella sede del partito a riaprirla fisicamente con la sua copia di chiavi. Una scena da commedia, se non fosse che coinvolge uno dei principali partiti della V° Repubblica francese, erede diretto di Charles De Gaulle. Chi guarda con impazienza è l’estrema destra di Marine Le Pen: entro il fine settimana si dovranno presentare i nomi dei candidati e al momento l’accordo con i repubblicani sembra tramontato. Ciotti è accusato di aver voluto blindare il suo seggio nel Sud della Francia e in nome della sua carriera di aver sacrificato tutti gli altri. Ma i colpi di scena non sono finiti. Le Pen ha incassato il riavvicinamento della nipote della leader Marion Marechal che in serata ha preso le distanze dalla decisione della sua formazione (l’ancora più estrema destra Reconquête) di andare da sola e ha annunciato il sostegno al RN. Insomma niente è ancora definito.
Il quadro è così in evoluzione che ogni analisi dura molto poco. O comunque può essere messa in dubbio velocemente. In Francia si è passati dallo choc del trionfo dell’estrema destra al terrore per le legislative anticipate. Ma come se le fibrillazioni non fossero abbastanza, ci si è messo pure il leader dei Repubblicani a terremotare gli equilibri politici. Aprire al Rassemblement National è la mossa che nessuno mai dei neogollisti aveva pensato poter fare. Una scelta per contare di più, oltre il 7 per cento raccolto alle elezioni europee, e per farlo in vista di un’elezione che si giocherà soprattutto sui territori locali. Ma la fuga in avanti è stata massacrata dal quadro dirigente del RN e al momento può trovare supporto solo dalla base. “Le forze del caos minacciano oggi il nostro Paese, abbiamo una linea da mantenere”, sono state le prime parole del capolista RN François-Xavier Bellamy, nominato oggi, insieme Genevard, presidente ad interim dei Les Républicains. “Siamo capaci di riunire i nostri elettori e fungere da baluardo. E’ nostra responsabilità assumere questa chiarezza”. Ma prima di tutto, ora si dovranno risollevare dalla botta e dovranno cercare di risollevare l’immagine di un partito distrutto dagli scontri interni.
Mondo
Francia, psicodramma nei Repubblicani: il leader Ciotti espulso dal partito mentre è barricato nel suo ufficio
Espulso dal partito mentre è barricato nel suo ufficio. La politica francese osserva tra l’incredulo e lo sconfortato quello che sta succedendo all’interno del partito i Républicains, dove il leader Éric Ciotti è stato cacciato dal suo stesso comitato politico radunato a 5oo metri dalla sede. Un vero e proprio psicodramma consumato davanti alle telecamere e in diretta su tutti i social network. Il presidente, che solo 24 ore fa aveva abbattuto un altro tabù a destra e aperto all’alleanza con il partito di Marine Le Pen, nella tarda mattinata aveva chiuso la sede ufficiale del partito per impedire la riunione che lo avrebbe cacciato. L’incontro però, è stato convocato comunque e la decisione comunicata ai mezzi di informazione. Ma non è così facile. Ciotti, che ha lasciato il suo ufficio solo in serata per andare ospite in tv, ha respinto la decisione pubblicando una nota sul suo profilo X (dopo essere stato cacciato di forza da quello del partito). “Io sono e resto il presidente della nostra formazione politica, eletto dagli iscritti”, si legge nel suo comunicato. “La riunione di oggi pomeriggio si è svolta in violazione flagrante del nostro statuto. Nessuna delle decisioni prese in questa riunione comporta conseguenze legali. Ma può avere conseguenze penali”.
Ma cosa succede ora? La prima mossa concreta l’ha fatta la presidente ad interim Annie Genevard che, subito dopo la nomina, è andata nella sede del partito a riaprirla fisicamente con la sua copia di chiavi. Una scena da commedia, se non fosse che coinvolge uno dei principali partiti della V° Repubblica francese, erede diretto di Charles De Gaulle. Chi guarda con impazienza è l’estrema destra di Marine Le Pen: entro il fine settimana si dovranno presentare i nomi dei candidati e al momento l’accordo con i repubblicani sembra tramontato. Ciotti è accusato di aver voluto blindare il suo seggio nel Sud della Francia e in nome della sua carriera di aver sacrificato tutti gli altri. Ma i colpi di scena non sono finiti. Le Pen ha incassato il riavvicinamento della nipote della leader Marion Marechal che in serata ha preso le distanze dalla decisione della sua formazione (l’ancora più estrema destra Reconquête) di andare da sola e ha annunciato il sostegno al RN. Insomma niente è ancora definito.
Il quadro è così in evoluzione che ogni analisi dura molto poco. O comunque può essere messa in dubbio velocemente. In Francia si è passati dallo choc del trionfo dell’estrema destra al terrore per le legislative anticipate. Ma come se le fibrillazioni non fossero abbastanza, ci si è messo pure il leader dei Repubblicani a terremotare gli equilibri politici. Aprire al Rassemblement National è la mossa che nessuno mai dei neogollisti aveva pensato poter fare. Una scelta per contare di più, oltre il 7 per cento raccolto alle elezioni europee, e per farlo in vista di un’elezione che si giocherà soprattutto sui territori locali. Ma la fuga in avanti è stata massacrata dal quadro dirigente del RN e al momento può trovare supporto solo dalla base. “Le forze del caos minacciano oggi il nostro Paese, abbiamo una linea da mantenere”, sono state le prime parole del capolista RN François-Xavier Bellamy, nominato oggi, insieme Genevard, presidente ad interim dei Les Républicains. “Siamo capaci di riunire i nostri elettori e fungere da baluardo. E’ nostra responsabilità assumere questa chiarezza”. Ma prima di tutto, ora si dovranno risollevare dalla botta e dovranno cercare di risollevare l’immagine di un partito distrutto dagli scontri interni.
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Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - “Vivere insieme, dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un’impresa difficile ma esaltante”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgendosi agli alunni della scuola De Amicis-Da Vinci di Palermo dove si è recato a sorpresa questa mattina. I bambini, lo scorso novembre, furono insultati con epiteti razzisti davanti alla Feltrinelli di Palermo, dove si erano esibiti in uno spettacolo tradizionale. Molti dei bimbi della 5 c, visitata oggi da Mattarella, sono di origini africane. Oggi, tutt’altro che imbarazzati dalla presenza dell’ospite illustre, perché la visita è stata tenuta segreta dalla dirigente scolastica Giovanna Genco, i bambini hanno rivolto al Presidente alcune domande, consegnandogli dei doni. Sulla lavagna di classe spiccava un grande tricolore.
I bambini hanno poi scortato il presidente nell’aula magna dove l’orchestra dei ragazzi delle classi della secondaria ha suonato due brani di Giuseppe Verdi, il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il 'Va, pensiero' dal Nabucco.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo avere incontrato i bambini della quinta C dell'Istituto De Amicis-Da Vinci di Palermo, che lo scorso novembre furono insultati in centro città per il colore della pelle, perché molti di loro sono di origini straniere, si è fermato in classe a rispondere alle loro domande. Sopra la lavagna in classe c'è una bandiera tricolore.