Guillaume Meurice è probabilmente l’umorista francese più popolare alla radio oltralpe. Parliamo della Francia, dove France Inter è ascoltata da 7 milioni di persone ogni giorno e i video pubblicati su Youtube dei suoi interventi confermano la sua popolarità (circa 300.000 visualizzazioni i più recenti). Da circa dieci anni sulla radio pubblica France Inter scende in strada per incontrare i francesi, porge loro il microfono e fa loro domande sull’attualità, con ironia e impertinenza, per evidenziare i paradossi e le assurdità che ci circondano.

In tutti questi anni Guillaume (e i suoi colleghi Charline Vanhoenacker, Thomas VDB, Aymeric Lompret, Waly Dia…) non hanno mai risparmiato nessuno, dal Presidente della Repubblica Macron ai suoi predecessori, ministri, sottosegretari, giornalisti, politici stranieri etc. e, contrariamente a quanto avviene da noi per molto meno, mai la politica si è sognata di mettere il naso, far chiudere la trasmissione o farlo licenziare (il che la dice lunga sulla distanza ancora presente tra il nostro paese e quelli a noi vicini come la Francia).

Qualche settimana fa però Guillaume ha osato nominare il primo ministro israeliano Netanyahu, e lo ha fatto a modo suo, comparandolo, in una battuta sul tema di Halloween e i travestimenti, ad un “nazista senza prepuzio”. Da quel momento contro di lui si è aperto il fuoco di una parte della politica (quella sempre più vicina ad Israele), dei media (principalmente la galassia di Bolloré che da anni soffia sul fuoco dell’estrema destra come CNEWS e C8) e di alcune associazioni mai sentite prima che hanno fatto esposti in procura. Quest’ultima ha persino aperto un’inchiesta (su un umorista che fa una battuta in un paese che rivendica la libertà di espressione e di essere “Charlie”), inchiesta che è stata presto archiviata in quanto l’umorista non aveva commesso alcun reato secondo lo stesso pm che lo aveva fatto ascoltare dalla polizia.

La presidenza della radio però ha subito ammonito l’umorista e, quando quest’ultimo si è permesso, dopo diverse settimane, di dire in radio che “nazista senza prepuzio” riferito a Netanyahu in una trasmissione satirica si poteva dire perché “lo aveva confermato la stessa giustizia”, per lui è scattata la procedura che poteva portare al licenziamento e la sospensione dalla radio.

Inutile dire che tra gli ascoltatori sono stati tantissimi quelli che hanno protestato via email e sulle pagine social di France Inter: con questi, anche gli stessi colleghi umoristi e comici di France Inter che, in solidarietà con Meurice, si sono anche loro sospesi dalla trasmissione “Le Grand Dimanche Soir” o hanno dedicato i loro interventi satirici al collega, criticando aspramente (ma sempre con ironia) la direzione e la presidenza della radio.

Qualche giorno fa è arrivata la conferma del licenziamento per “colpa grave” da parte della presidente della radio Sybile Veil (che qualcuno ricorda aver fatto da consigliera all’ex presidente Nicolas Sarkozy). Ciò ha scatenato una serie di dimissioni a cascata tra i colleghi di Meurice, da Aymeric Lompret a Thomas VDB passando per Giedrė, comici e umoristi molto popolari in Francia la cui assenza, insieme a Meurice, darà un duro colpo all’audience della radio pubblica, il che farà piacere alle emittenti radiofoniche e tv concorrenti di France Inter del Bolloré, sempre sconfitte nel confronto sugli ascolti.

Anche la politica intanto si occupa della vicenda con la destra che esulta (lo stesso Sarkozy avrebbe dichiarato che, fosse stato per lui, Meurice andava licenziato già ad ottobre) e il deputato della France Insoumise François Ruffin (autore dell’ottimo Merci Patron) che annuncia che tra i primi provvedimenti del neonato “Front Populaire” (unione di sinistra nata in questi giorni alla notizia dello scioglimento della camera da parte di Emmanuel Macron) ci sarà il reintegro dell’umorista.

Come andrà a finire? Staremo a vedere, nel frattempo l’aria che si respira non è di certo delle migliori.

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