E come direbbe il mitico personaggio, l’avvocato Covelli in Vacanze di Natale 83, “anche queste ‘elezioni’ ce le siamo levate dalle palle”. Senza voler essere volgari ma guardando i numeri, già il 50% degli italiani ha fatto capito il disinteresse per queste ultime Europee. E a dire la verità a nessuno dei protagonisti importa questo dato. Nella politica in generale vige sempre più il concetto “meno siamo, meglio stiamo”.

I cittadini hanno dimostrato da tempo la disaffezione per il voto e più lo sentono lontano dai propri interessi e meno vanno a votare. Le Europee, in particolare, vengono ancora viste come Elezioni di poca importanza. Le colpe sono di tutti ad iniziare dall’informazione.

Poco spazio per approfondire e far capire all’elettore medio cosa sono e a cosa servono le elezioni europee. Ma soprattutto, ormai, non si fanno più confronti fra partiti e leader, solo propaganda senza alcun senso. Poi c’è la politica, a cui come dicevo prima poco importa coinvolgere la gente, che si permette anche il lusso di candidare persone che poi non andranno nel Parlamento europeo se elette. Il paradosso è che chi cerca di portare contenuti nella discussione generale viene poco ascoltato o preso in considerazione dalla massa.

Infine, gli elettori in maggioranza vedono le Europee senza un senso pratico. A che mi serve un politico in Europa? Questa la domanda sintetica di molti: molti ignorano quali siano le competenze del Parlamento Europeo, senza parlare dei compiti della Commissione europea. La realtà è che la maggioranza dei cittadini è più impegnata a sopravvivere e cercare di arrivare a fine mese. A ciò aggiungerei altri aspetti. Alcuni esempi.

Alleanza Verdi-Sinistra di Bonelli-Fratoianni ha candidato Ilaria Salis. Come sappiamo, Salis ha avuto notorietà a causa della sua detenzione in Ungheria e soprattutto del metodo utilizzato, ossia catene ai piedi e alle mani, per venire trasportata in Aula. Da qui l’idea di candidarla al fine di ottenerne la liberazione. Bene, la Salis ha ottenuto un buon risultato elettorale e ora potrebbe essere rilasciata grazie al suo nuovo status di europarlamentare.

La domanda che in molti si fanno però è questa: è giusto utilizzare i privilegi della politica per ottenere un’eventuale liberazione dai domiciliari? Se questa cosa fosse stata fatta da altri partiti o altri politici cosa avremmo detto?

Guardiamo invece alla Lega. Ha ottenuto un successo personale, come prevedibile, il generale Vannacci: oltre mezzo milione di preferenze che hanno salvato la Lega dalla pessima performance elettorale. Anche in questo caso la notorietà del generale arriva dall’informazione: ne hanno creato un caso e, come si sa, quando dai spazio e risalto a certi personaggi non fai altro che fargli un favore. E così è stato.

Poi non è mistero che una parte di popolazione si riconosca in certi pensieri poco ortodossi o politicamente corretti. Il resto la solita noia. Il problema è che però in Europa le cose si decideranno e saranno importanti anche e soprattutto per l’Italia.

Merita una doverosa menzione l’area di Renew Europe in Italia. Da una parte la lista Stati Uniti d’Europa formata sostanzialmente da Italia Viva e Più Europa e dall’altra Azione. Insieme, se uniti, avrebbero ottenuto oltre il 7%, mentre divisi hanno ottenuto la metà più o meno ciascuno, con Stati Uniti D’Europa che per pochi voti non ha raggiunto la soglia di sbarramento. Il problema è che di politico non c’è nulla ma solo questioni personali talmente stucchevoli che non interessano più a nessuno.

L’unico responsabile – a mio avviso – ha un nome e cognome: Carlo Calenda. Sembra sia nato con il solo scopo di sabotare da dentro ogni progetto riformista. Basterebbe fare l’elenco dei partiti che ha cambiato e degli accordi che prima ha stretto e poi dopo i baci di Giuda ha fatto saltare per capire di chi stiamo parlando. Basterebbe leggere tutte le sue dichiarazioni e le sue contro autodichiarazioni per capirne l’inconcludenza e l’inutilità politica. L’ultima ieri: prima si dimette da se stesso e poi smentisce nuovamente se stesso. Anche basta.

Poi, c’è Matteo Renzi. A Matteo cosa puoi rimproveragli? Qualche errore tattico forse, qualche persona sbagliata a cui aver dato fiducia ma è uno che ci mette sempre la faccia con generosità e responsabilità. Ha sempre fatto tre passi indietro quando serviva ma un leader non ha bisogno di un incarico di partito per essere tale. Lo sarà sempre a prescindere. Questo accade in Italia quando vieni visto come il primo della classe e ti hanno riempito di fango per anni senza motivo.

Ed allora quale soluzione in questo quadro al momento desolante? Per prima cosa chiuderla con chi parla di veti personali e non di politica: non ci sarà mai un vero accordo e armonia. Forse è arrivato il momento di chiudere le guerre puniche contro il Pd, la cosa deve essere reciproca e riallacciare un dialogo se si vuole rimanere in un’area di centro sinistra. Ripartiamo con un quadro di alleanze chiare da qui al 2027 oppure guardiamo altrove e facciamo scelte diverse. Quello che è chiaro è che è da qui bisogna ripartire.

Non è una questione di persone ma di idee e programmi. Chi continua a credersi leader e pensa ai veti venga dimenticato per sempre. La politica deve essere per prima cosa utile ai cittadini e soprattutto dare una speranza di futuro. Delle ca**ate calendiane siamo tutti stufi. Basta anche nominarlo. Guardiamo avanti, ripartiamo dal basso, ripartiamo fra la gente.

Ripartiamo dai territori e non dai soliti luoghi preconfezionati. Riallacciamo i nodi della politica chiudendo con tutto il passato e ripartendo dai nostri valori. Il tempo c’è, la strada pure e il coraggio non ci è mai mancato.

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