Il caos era iniziato prima del sì definitivo del Senato alla “Legge Base“. Ora si attende quello della Camera, ma la tensione in un’Argentina flagellata dall’ennesima grave crisi economica non è destinata a diminuire. Con il voto decisivo della presidente dell’aula, Victoria Villaruel, il Senato ha approvato il pacchetto di riforme proposto dal governo di destra guidato da Javier Milei per rilanciare l’economia indebolita del paese e che comprende privatizzazioni, la dichiarazione dello stato di emergenza economica, il taglio delle pensioni e una serie di norme che avranno come effetto l’indebolimento dei diritti dei lavoratori. Il voto di Villaruel si è reso necessario per rompere la parità che si era registrata nelle due precedenti votazioni, finite 36 a 36. Il testo, che ha subito oltre 40 modifiche, dovrà tornare adesso all’esame della Camera dei Deputati per la definitiva approvazione. Ma la tensione nel paese è altissima.
La votazione si è svolta in un clima incandescente per i gravi scontri che si sono tenuti al di fuori del Parlamento tra manifestanti dell’opposizione e le forze dell’ordine. La polizia antisommossa è intervenuta con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti che protestavano contro le riforme davanti al Congresso esortando i senatori a respingere il programma di di austerità e deregolamentazione economica. I dimostranti – secondo cui le misure danneggeranno milioni di argentini – hanno lanciato bombe molotov e pietre, incendiando un’auto e diverse persone sono rimaste ferite. I media locali hanno descritto la scena come un “campo di battaglia“.
Il bilancio ancora provvisorio degli incidenti parla di almeno 24 arresti e 20 feriti tra gli agenti, mentre non si conosce ancora il numero di feriti tra i manifestanti. Uno degli arrestati è stata trovata in possesso di una granata poi risultata di tipo chimico. “L’Ufficio del presidente della Repubblica si congratula con le Forze di Sicurezza per l’eccellente operato reprimendo i gruppi terroristi che con bastoni, pietre e incluso granate hanno cercato di perpetrare un colpo di Stato attentato contro il normale funzionamento del Parlamento”, si legge in una nota ufficiale diramata dall’Ufficio della Presidenza.
E mentre la presidenza parla di “terroristi” intenzionati a fare “colpo di Stato”, il governo saluta la “Legge Base” come un “un trionfo per il popolo argentino e il primo passo verso il recupero della nostra grandezza”, scrive l’esecutivo celebrando la “storica approvazione della riforma legislativa più ambiziosa degli ultimi quarant’anni”. Una volta che il testo sarà passato anche alla Camera dei deputati e il processo legislativo sarà concluso, il capo dello Stato convocherà governatori, ex presidenti, legislatori che hanno sostenuto la Legge Base e i leader dei principali partiti per firmare il Patto di Maggio, “un impegno storico per far uscire l’Argentina dalla fossa in cui l’hanno gettata le vendette personali, gli interessi meschini e la povera ideologia degli ultimi 100 anni”.
In extremis la compagnia aerea di bandiera (Aerolíneas Argentinas), le poste (Correo Argentino) e il servizio pubblico radiofonico e televisivo (Rta) sono stati rimossi dall’elenco delle privatizzazioni. Probabilmente non è stato un caso che Papa Francesco ieri abbia ricevuto in Vaticano alcuni sindacalisti insieme ai quali ha scattato una foto con la bandiera di Aerolíneas Argentinas. Nell’immagine, pubblicata sui media argentini, si vede il pontefice ritratto in mezzo a tre membri dell’Associazione argentina degli aeronauti mentre reggono la bandiera di Aerolíneas. La delegazione, composta da 26 sindacalisti, imprenditori e membri della Fondazione Colsal dell’Università di Salvador, era andata da Bergoglio per illustrare un progetto promosso dall’Arcidiocesi di Buenos Aires nelle case dei quartieri poveri e nelle mense popolari della capitale argentina.
Dalla “Legge Base” stata esclusa, inoltre, sia l’abrogazione della moratoria pensionistica, sia la creazione dell’indennità di vecchiaia proporzionale per le persone che hanno compiuto 65 anni e che non hanno maturato i 30 anni di contributi necessari per andare in pensione. Sono poi state applicate correzioni anche al Regime di incentivi ai grandi investimenti (Rigi): non si tratterà più di “qualsiasi settore”, ma di “industria forestale, infrastrutture, estrazione mineraria, energia e tecnologia” che soddisfino i requisiti attesi. Colpo di spugna anche sulle criptovalute, che non potranno essere riciclate all’estero, come era stato stabilito in prima istanza.
Una volta incassato l’ok del Senato, Milei si è messo in viaggio verso l’Italia dove è previsto il suo arrivo nel tardo pomeriggio di oggi al G7 in Puglia. In un primo momento era previsto che l’aereo presidenziale decollasse intorno alle 24 locali (le 5 italiane), ma la partenza è stata ritardata di tre ore, in attesa della votazione finale sulla riforma, passata solo con il voto della Villaruel. Se Milei fosse partito, Villaruel – che è anche la vice di Milei – avrebbe dovuto assumere la presidenza pro tempore della Repubblica, senza poter votare. L’aereo, si è appreso, è quindi decollato alle 3 (le 8 italiane) dall’aeroporto Jorge Newbery, e giungerà a Bari dopo uno scalo alle Canarie.