La Procura generale russa ha annunciato un passo importante nel caso di Evan Gershkovich, il giornalista americano del Wall Street Journal detenuto nella prigione Lefortovo di Mosca dopo essere stato arrestato nel marzo 2023. Contro di lui è stata finalizzata l’accusa di spionaggio e per questo sarà inviato e processato al tribunale regionale di Sverdlovsk. Al momento non è stata comunicata alcuna data specifica.
Figlio di emigrati sovietici stabilitisi nel New Jersey, Gershkovich è in grado di parlare correntemente il russo e si è trasferito nel Paese nel 2017 per lavorare per il quotidiano The Moscow Times. Nel 2022 è stato poi assunto dal Wsj. I magistrati russi lo accusano “di aver commesso un reato ai sensi dell’articolo 276 del codice penale della Federazione Russa (spionaggio)” e di aver lavorato “per conto della Cia” raccogliendo informazioni segrete sulle attività dell’impresa produttrice di carri armati e, più in generale, di difesa UralVagonZavod. In particolare, sostiene Mosca, nel suo mirino c’erano “la produzione e la riparazione di equipaggiamento militare”. Dopo un anno di custodia cautelare che lo ha reso il primo giornalista americano arrestato con l’accusa di spionaggio dalla fine della Guerra Fredda (il precedente è stato Nicholas Daniloff nel 1986), sarà mandato a Sverdlovsk, regione a nord del Kazakistan, per essere giudicato.
Il governo degli Stati Uniti ha ribadito più volte come Gershkovich sia “detenuto ingiustamente” e ha cercato di negoziare il suo rilascio. Quest’ultima ipotesi però sarà presa in considerazione solo nell’ambito di uno scambio di prigionieri e soprattutto dopo il verdetto del processo, hanno fatto sapere le autorità russe. A difesa del cronista 31enne era intervenuta anche l’ambasciatrice statunitense nel Paese di Putin Lynne Tracy che, in occasione di un’udienza avvenuta lo scorso marzo, aveva definito le accuse contro di lui “finzione” e affermato che la Russia “sta utilizzando i cittadini americani come pedine per raggiungere fini politici”.